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L’Aquila, truffa ricostruzione: primi intrerrogatori e scuse della Curia

Previsto per oggi il primo interrogatorio per uno dei cinque indagati per il presunto tentativo di truffa, finalizzata a distrarre 12 milioni di euro destinati al finanziamento di progetti nel sociale nei comuni del cosiddetto cratere, L'Aquila e provincia, area colpita dal sisma nel 2009. E intanto la Curia ammette un l'imprudenza e chiede scusa.

Oggi è la volta di Silvano Cappelli, Sindaco di San Demetrio ne' Vestini. Il primo cittadino deve rispondere alle domande del pubblico ministero Antonietta Piccardi e difendersi dalle accuse di falsità ideologica commessa da un pubblico ufficiale in atti pubblici.

Avrebbe attestato falsamente l'esistenza di partnerariati istituzionali e professionali nell'ambito del progetto "L'Aquila, città, territorio" in cui il suo comune figurava come capofila, per perseguire il tentativo di truffa contestato anche ad altri ad altri tre indagati, Fabrizio Traversi, Gianfranco Cavaliere e Nicola Ferrigni, i primi due finiti agli arresti domiciliari.

Il 3 ottobre toccherà a Mimmo Srour, ex assessore provinciale alla ricostruzione. A Srour non è contestato il tentativo di truffa, ma è ugualmente indagato poiché la Provincia è uno dei soggetti aderenti alla Fondazione Abruzzo Solidarietà e Sviluppo.

La Fondazione, nata sotto impulso della Curia del capoluogo abruzzese, è stata toccata dallo scandalo perché i due principali indagati, Traversi e Cavaliere, rispettivamente ideatore ed ex vice presidente dell'Ente, avrebbero creato una serie di finte Onlus ad essa collegate per mettere le mani sui cosiddetti "Fondi Giovanardi", 12 milioni di euro messi a disposizone dal Dipartimento per le politiche per la famiglia guidato dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.

Dalle intercettazioni che sono circolate nei giorni scorsi, è emerso anche come Traversi e Cavaliere avessero deciso di sostenere un candidato a Sindaco, Roberto Museo, e di come avessero intenzione di chiedergli 200.000 per assicuragli voti e sostegno politico. In una telefonata Traversi dice a Cavaliere: "Tu fai l'accordo politico e ti deve dare 200.000 euro". Ed è ancora Traversi a dire: "A me Roberto Museo non da affidamento. Bisogna fare un casino della Madonna.... deve essere sopra i 200.000 perché sotto i 200 se ne va a fare...". 

La diocesi aquilana ieri ha riconosciuto l'imprudenza di essersi affiancata a soggetti quanto meno poco raccomandabili: "Mi sono fidato di quella gente, anche dei miei collaboratori più stretti - ha detto l'arcivescovo Giuseppe Molinari - pensavo solo di fare qualcosa di buono per la gente, ma da questa esperienza dovremo imparare a stare più attenti".

Molinari, e il vescovo ausiliario Giovanni D'Ercole, hanno scitto un editoriale pubblicato sul settiminale diocesiano in cui hanno aggiunto: "Non esultino, però, i cari amici laicisti che pensano che la Chiesa debba rimanere chiusa nelle chiese e non occuparsi della ricostruzione. Innanzitutto perché la diocesi è proprietaria (intendo per proprietario chi custodisce e tutela un bene che appartiene a tutti) di molti immobili del centro storico e poi perché la nostra fede parla di carne, parla di opere, parla di frutti e non può risolversi in un separazione carne-spirito che non appartiene affatto al cristianesimo".

Tuttavia, secondo un'inchiesta di Repubblica, alcune intercettazioni testimonierebbero come sia stato lo stesso D'Ercole a sponsorizzare presso Giovanardi i progetti presentati dalle Onlus vicine alla Curia.

Oggi a L'Aquila si è celebrata anche la prima udienza del processo civile per la causa intentata da una trentina di famiglie contro la Presidenza del Consiglio per le negligenze della commissione Grandi Rischi. Le famiglie delle vittime chiedono un risarcimento di 22, 5 milioini di euro.

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