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 Home page > Attualità > Cronaca > Italiani cacciati dalla Libia. In attesa di una firma

Italiani cacciati dalla Libia. In attesa di una firma


Sono una dei ventimila italiani che nel 1970 furono cacciati dalla Libia colpevoli di essere italiani, in violazione della risoluzione ONU 388, del trattato Italo-Libico del 1956 e della legge di ratifica 843/57. 

Lo stato Italiano che doveva tutelarci e far rispettare gli accordi ci chiese di avere pazienza perché i giusti risarcimenti dovevano attendere gli accordi internazionali ed intanto i profughi della Libia morivano disillusi e trattati da stranieri nella 
propria patria.

Nel 2008 il tanto atteso accordo internazionale e la delusione per non esserne stati inclusi, vanificando trentotto anni d'attesa senza nemmeno l'ombra delle scuse per come fummo trattati. 

Anche le promesse inserite nella legge di ratifica n. 7 del 6 febbraio 2009, (Gazz. Uff., 18 febbraio, n. 40), dove, all'art. 4, si parla degli indennizzi spettanti a noi profughi. restano ad oggi solo promesse non mantenute, di un indennizzo che forse arriverà a qualche percento del valore dei beni confiscati illegalmente nel 1970.

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Libya
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Sono due anni che maqnca solo una firma per dare il via all'iter, quella di Giulio Tremonti.

Da cittadini italiani rispettiamo leggi che il parlamento promulga e il capo dello Stato ratifica ma con profonda amarezza vediamo che lo Stato può impunemente ignorarle perché nessuno le fa rispettare nell'indifferenza dei mezzi d'informazione e delle istituzioni.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.238) 16 settembre 2010 14:10

    Difficile trovare le parole per commentare perché è gia stato detto tutto. Aggiungo solo che quello che è stato fatto è abominevole perché tra i 20.000 italiani cacciati dalla Libia c’erano anche dei bambini ai quali è stata portata via una cosa che non ha prezzo: la spensieratezza dell’infanzia. Oggi siamo adulti ma quelle ferite restano e fanno male ogni volta che se ne parla. Cacciati dalla Libia perché italiani e maleaccolti in patria perché considerati non-italiani. E dopo quarant’anni d’attesa nei quali abbiamo visto morire i nostri cari in attesa di giustizia dobbiamo ancora aspettare che un ministro si degni di apporre la sua firma su un atto dovuto, una disposizione di legge, una legge che si fa rispettare a senso unico solo nei confronti del paese amico per interesse.
    Massimo Russo
    www.tripolini.it

  • Di (---.---.---.233) 16 settembre 2010 16:31

    La Beata ignoranza rende l’uomo libero.

    Per questo in Italia siamo tutti liberissimi.
    Liberi di ignorare la storia, liberi di farci impunemente mitragliare dalle stesse motovedette che noi gentilmente doniamo, con a bordo nostri militari della G.di F., le stesse motovedette che ci siamo impegnati a manutenere per innumerevoli anni.
    Liberi di onorare un Capo di Stato che il Mondo all’unisono condanna, che ancora utilizza sistemi degni del periodo buio del Medioevo.
    Liberi di piegarci ai ricatti economici per scongiurare l’ombra dell’immigrazione clandestina, che le motovedette sopra citate dovrebbe arginare, liberi di regalare infrastrutture ad uno Stato ed al suo Dittatore in nome del Dio petrolio.
    Liberi di morire in attesa di avere indietro una parte di quello che fu dei nostri Padri.
    Liberi di onorare uno Stato moroso, il nostro

    Viva la libertà, ma mi sorge un dubbio... siamo Liberi o schiavi?

    DB

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