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Antonio Iovine trasferito nel carcere di Nuoro: coro di proteste in Sardegna

Rideva Antonio Iovine, detto O’Ninno, quando gli agenti della Squadra Mobile di Napoli sono riusciti ad arrestarlo a Casal di Principe, Caserta.

Considerato uno dei principali boss camorristici del Clan dei Casalesi, uno dei trenta latitanti più pericolosi d'Italia, era ricercato da oltre 14 anni, implicato in indagini relative ad almeno sei omicidi e condannato all'ergastolo durante il processo alla camorra del 2008 denominato "Spartacus", processo che in Cassazione ha confermato la sentenza di sedici ergastoli contro i Casalesi, dopo 630 udienze e l'ascolto di oltre 600 testimoni.

Iovine è stato portato a Nuoro, nel carcere di "Badu 'e Carros", in regime 41 bis, suscitando aspre polemiche anche da parte del Vescovo della città, monsignor Pietro Meloni, che ha manifestato il suo disappunto con le parole: "e poi finisce che i ladroni li mandano sempre qui da noi".

Nel carcere nuorese sono alloggiati un centinaio di detenuti "pericolosi", gestiti da meno di duecento agenti, un luogo che lamenta carenze di organico e che ha un braccio chiuso per lavori.

Inizia per O'Ninno il carcere duro, in una cella della sezione di osservanza, in isolamento e soprattutto lontano dagli altri reclusi appartenenti alla stessa organizzazione criminale o ad altre organizzazioni rivali che, nel carcere barbaricino abbondano.

Il prossimo obiettivo delle forze dell'ordine è quello di catturare l'altro boss dei Casalesi, Michele Zagaria.

Il cerchio si stringe.

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