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Israele: Günter Grass, da sgradevole a "sgradito"

La vicenda di Günter Grass sembra non finire più. Adesso lo scrittore tedesco ha l'aria di essere diventato il simbolo delle vittime dell’arroganza israeliana perché è stato definito “persona non gradita” dallo stato ebraico.

A ben guardare si direbbe che lui, prima, abbia definito “stato non gradito” Israele e che, dopo, a questo sia stata data risposta, ma sarebbe polemica troppo scontata. La decisione del ministro degli interni Eli Yishai, presa in collaborazione con quello degli esteri, il superfalco di origini russe Avigdor Lieberman (sia chiaro, a scanso di equivoci, un individuo piuttosto repellente per aver espresso più di una volta opinioni francamente razziste) ha sollevato - giustamente - scalpore in tutto il mondo, compreso Israele stesso. Le cronache di questi giorni ne hanno dato ampio resoconto anche sui giornali italiani.

Che chiunque abbia il pieno e indiscutibile diritto di criticare Israele è cosa ovvia; così ovvia che non varrebbe la pena di perderci tempo. Che invece chiunque critichi Israele sia immediatamente zittito con l’accusa di antisemitismo non è proprio così vero: dipende. Dipende da chi dice cosa, quando e perché; in che modo e in che contesto.

Se critica Israele per le politiche di discriminazione (sociale, economica, culturale e quant’altro) verso la minoranza arabo-israeliana ha non solo il diritto, ma anche il dovere di farlo (e magari, se non è di troppo disturbo, poi si ricordi anche delle numerose minoranze etniche o religiose discriminate anche nel resto del mondo; nei paesi islamici o nelle democrazie occidentali o nei paesi asiatici).

Se lo critica per la prolungata occupazione della Cisgiordania e per i trattamenti inflitti alla popolazione palestinese ha ragione a farlo (purché si ricordi anche che quell’occupazione deriva dalle due guerre del ’67 e del ’73 che lo stato ebraico ha subìto, combattuto e vinto e che le trattative successive non sono state affossate sempre e solo dagli israeliani, ma che è sempre esistita una virulenta area della politica palestinese che si è opposta armi alla mano a qualsiasi ipotesi di trattativa).

Ma se si critica continuamente sempre e solo Israele, qualche dubbio che si possa ipotizzare una qualche tendenza “antisemita” direi che è legittimo avercelo. L'antisemitismo è esistito ed esiste tuttora, negarlo è un'idiozia. Può essere che qualche critica ne sia priva, può essere che qualche critica ne sia infettata.

Il fatto incontestabile comunque è che critiche alle politiche israeliane sono diffusissime. Non solo nel mondo arabo, dove è scontato che ci siano, ma anche nel mondo occidentale, per non parlare di Russia e Cina. Il web ne è pieno, i commenti agli articoli dei giornali di sinistra (ma anche della destra estrema) ne sono strapieni.

Così come critiche a volte molto aspre sono sollevate anche da numerosi ebrei non israeliani e da una minoranza di ebrei israeliani.

E sono decine gli artisti e gli intellettuali che si esprimono più o meno duramente contro Israele, da Chomsky (che è ebreo) a Saramago (che non lo era), da Bauman (che è ebreo) fino appunto a Grass che non lo è. Ci sono anche sette ebraiche - tipo Neturei Karta - così ostili al nazionalismo ebraico da manifestare apertamente a favore dei palestinesi e da presentarsi puntualmente ad ogni incontro negazionista organizzato dai leader iraniani.

Quindi tutti hanno il diritto di criticare Israele, ma non Günter Grass e quelli come Günter Grass.

Perché Günter Grass si è arruolato, in gioventù, in una divisione corazzata delle SS, la 10ma SS-Panzer division "Frundsberg". Si è arruolato, volontariamente, in un’unità combattente ed ha combattuto vestendo la divisa delle SS per tre anni, fino a che l'otto di maggio del ’45 fu ferito in uno scontro a fuoco vicino a Marienbad e fu fatto prigioniero dagli americani.

Poi ha steso un velo di omertà per oltre sessant’anni su questo suo passato, fino a che nel 2006 ha deciso di parlarne, giustificandolo con l’esigenza giovanile di “voltare le spalle alla famiglia”. Come se fosse scappato di casa dopo aver rubato la paghetta. Uno litiga con i genitori e che fa? Si arruola nelle SS. Semplice e ovvio, no ?

Sarebbero affari suoi, naturalmente. E nessuno avrebbe niente da dire (probabilmente) se fosse intervenuto a favore dei curdi, degli armeni, dei tibetani, dei ceceni, dei copti, dei paria indiani o degli indios amazzonici, degli indigeni americani, australiani, africani, dei tuareg o del Darfur, eccetera eccetera eccetera; di una qualsiasi minoranza discriminata o oppressa al mondo. O se avesse criticato uno qualsiasi delle decine e decine di stati che agiscono violentemente contro i propri cittadini o le proprie minoranze etnico-religiose in violazione dei più elementari diritti umani; o avesse scritto contro i molti stati che praticano politiche estere pericolose per la pace.

Avrebbe potuto criticare la tradizione per cui centocinquanta milioni di donne, perlopiù islamiche, vengono sottoposte tuttora a quella pratica devastante che conosciamo come “mutilazione genitale”. Avrebbe potuto legittimamente inveire contro la fame del mondo e contro l’indifferenza globale che la permette, o contro l’infamità delle speculazioni finanziarie che hanno messo in ginocchio milioni di persone ammazzandone le speranze. Contro la devastazione ecologica, il buco nell’ozono, gli sprechi dell’acqua, l’inquinamento, la caccia alle balene, lo sterminio dei cincillà. O delle aringhe.

Avrebbe potuto fare di tutto e di più. E tutti, certamente, lo avremmo approvato senza condizioni. Invece ha voluto parlare dello stato ebraico; cioè di ebrei.

Non entro nel merito del suo scritto, l'ho già fatto, ma su un punto voglio insistere: uno che ha scelto volontariamente di arruolarsi in una unità combattente delle SS per poi tacere per più di mezzo secolo su questa sua scelta può parlare di tutto, proprio di tutto, tranne che di ebrei. Per favore, non degli ebrei.

Lasci ad altri - ai molti, moltissimi altri che lo fanno - le critiche allo stato ebraico. Le lasci a Saramago, a Chomsky, a Bauman. O a Grossman, Oz, Yehoshua. Perfino a D'Alema o a qualche militante dell'ultrasinistra residuale. Legittimati a dire quello che vogliono, come tutti.

Tranne lui e quelli come lui; se non altro per un minimo di buon gusto. Un minimo di decenza.

Ha cambiato idea ? E' cambiato lui stesso nel corso di tutto questo tempo ? Benissimo, ne siamo tutti contenti. Ha preso le distanze dalla Germania hitleriana ? Ottimo. Ha rielaborato nel profondo la sua scelleratezza giovanile ? Evviva.

Ma perfino i più acerrimi detrattori di Israele possono benissimo cavarsela senza di lui e senza che altre ex-SS si mettano a fare la morale o si atteggino a maestri di vita con degli ebrei. Lasci che a spiegare a Israele che "così non si fa" lo dicano altri. Magari meno poeti di lui, ma forse con qualche numero in più nel loro bagaglio etico.

Uno che ha dato il suo contributo ideale - spero non personalmente "manuale" - alla più devastante ed ampia persecuzione ed al più grave, tragico, sanguinoso e insensato sterminio di ebrei della storia, per favore si astenga; pensi ad altro, faccia altro, scriva d'altro.

Qualunque cosa facciano, qualunque cosa dicano, lui, per favore, non pensi agli ebrei, non parli di ebrei, non scriva di ebrei, non ne disegni, non ne sogni, non abbia incubi con ebrei.

Faccia qualsiasi altra cosa. Ma non si occupi di nuovo di ebrei. Grazie.

E se poi vuole proprio andare in Israele che gli venga concesso il visto immediatamente. Il problema mediorientale non è certo quello di tenere Günter Grass fuori dalla porta. Questa cazzata della persona 'non grata' se la potevano risparmiare.

I commenti più votati

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.92) 11 aprile 2012 13:56

    Vergognosi ed immorali sono invece tutti gli atti compiuti dal regime sionista israeliano e di quegli stati-pecora che lo difendono (in primis l’italietta di Monti)

  • Di (---.---.---.46) 12 aprile 2012 07:49

    Ma perchè nessuno legge il testo!!!????? Giustissimo quanto scritto nell’articolo ma la critica sollevata a Israele da Grass è più che legittima!!! Egli si chiede perchè ci sia silenzio sull’arsenale nucleare israeliano, perchè non vi siano in essere controlli e ispezioni da parte delle agenzie preposte. 

  • Di (---.---.---.107) 12 aprile 2012 08:31

    Non sono volutamente entrato nel testo che riporta critiche comprensibili (non ho detto "giuste" perché Israele non avendo firmato il Trattato di Non Proliferazione nucleare - così come India e Pakistan - non è soggetto a controlli internazionali al contrario dell’Iran che lo ha firmato). Chiedersi il perché di questa disparità di trattamento quindi non ha molto senso, alla luce dei trattati internazionali, anche se naturalmente sono comprensibili la frustrazione, l’irritazione eccetera.

    Non ci sono entrato perché a quel punto avrei dovuto chiedere conto a Grass anche di alcune sue affermazioni del tutto sballate e violentemente antisraeliane; quando mai Israele ha minacciato di "cancellare il popolo iraniano" (il che presuppone un attacco nucleare sulle maggiori città) ? E come mai si sente di liquidare con tale sufficienza (fanfaronate) le minacce che l’Iran rivolge a Israele da anni ? Sono solo fanfaronate la violenza spietata che la repubblica islamica ha rivolto contro tutte le opposizioni ? E se sono capaci di massacrare così il loro popolo siamo sicuri che non sarebbero capaci di fare di peggio con dei nemici storici ? Se voi foste israeliani dormireste sonno tranquilli mentre in Iran lavorano (forse solo a fini pacifici) sull’energia nucleare ?

    Ma non sono entrato nel merito perché mi premeva sottolineare di più l’altro aspetto per cui un uomo dal suo passato ritiene di poter dare lezioni di moralità proprio allo stato ebraico in cui vivono tuttora le vittime delle sue stesse scelte giovanili, in cui esistono tuttora i sopravvissuti di famiglie decimate dalle sue SS.

    Se lui si è liberato intimamente del suo passato nazista avrebbe dovuto capire - essendo rinsavito - che non era opportuno un suo intervento. Se non se ne è liberato tanto più doveva stare zitto. Chiunque altro può criticare le politiche isareliane, come ho scritto, tranne che chi, come lui, ha fatto "quelle" scelte. Tutto qui.

    Fabio DP

  • Di (---.---.---.242) 12 aprile 2012 11:31

    Secondo me ha fatto bene Grass a criticare uno stato che di democratico ha ben poco. Saluti

  • Di (---.---.---.74) 10 maggio 2012 16:54

    israele e"un bun stato pacifico

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