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 Home page > Attualità > Economia > Investire a "zero" rendimenti? Molti lo fanno!

Investire a "zero" rendimenti? Molti lo fanno!

Germania, Stati Uniti e altri paesi considerati "sicuri " riescono a finanziare il loro debito senza pagare un centesimo. E in alcuni casi offrono rendimenti negativi. Ma per il risparmiatore le incognite non mancano.. 

Alcuni giorni fa la Germania ha emesso titoli di Stato a 2 anni ("Schatz") offrendo all'investitore un rendimento striminzito dello 0,7%, senza cedole ovviamente. 

Nulla di strano, se non fosse per la risposta del mercato: su 4,56 miliardi offerti le richieste sono state di 7,74 miliardi. Praticamente Berlino ha raccolto il pieno di adesioni e si è finanziata a costo zero per i prossimi 24 mesi.
 
Nello stesso momento gli Stati Uniti sono riusciti a piazzare Treasury a 5 anni ad un tasso dello 0,75% (minimo storico) con una domanda tripla rispetto all'offerta.
 
Ci sono altri Stati che possono finanziare il loro debito senza costi: Giappone, Danimarca, Gran Bretagna, Svizzera, Finlandia, Francia, Austria e Olanda.
Un confronto impietoso, se pensiamo che l'Italia e la Spagna per attrarre gli investitori sono costretti ad offrire rendimenti attorno al 3-4%
 
Miracoli della crisi europea e del così detto fenomeno del "fly to quality", ovvero la rincorsa verso i così detti "porti sicuri", dove si vende ciò che è considerato più rischioso. In questo modo si rinuncia ai guadagni (o persino perdere, come nel caso della Svizzera che ha addirittura rendimenti negativi, ndr) pur di proteggere il capitale dalla tempesta finanziaria. 
 
Bisogna considerare inoltre che la maggior parte del mercato è costituita da soggetti "istituzionali", banche, fondi di investimento, assicurazioni, che si trovano quasi costretti a ricorrere ai "beni rifugio" per diversi motivi: ottenere strumenti da inserire in gestione che devono rispettare determinati requisiti prudenziali (ad esempio investire soltanto in titoli con un rating "AAA") ma anche per disporre di controparti solide da offrire come "collaterale" nelle varie operazioni (per esempio quelle poste in garanzia da un debitore ad un creditore per assicurarsi un prestito, ndr). 
 
Insomma c'è un motivo preciso che va al di là del semplice, oltre che comprensibile, desiderio di protezione. Per i normali risparmiatori la decisione dovrebbe essere meglio ponderata.
 
Non ha molto senso infatti investire per avere a scadenza lo stesso capitale, anzi subendo l'inevitabile erosione del valore determinato dall'inflazione.
Acquistare un'attività finanziaria al prezzo massimo non mette al riparo da improvvise ricadute.
 
Negli ultimi mesi infatti il prezzo del Bund decennale è arrivato a perdere anche il 4% nel giro di poche sedute, non proprio il paradiso per chi decida di "mettersi al riparo". 
 
Chi non ha fiducia nel futuro dell'euro e dell'Unione Europea e preferisce dirottare i propri risparmi verso obbligazioni tedesche, americane, danesi o svizzere deve anche considerare le incognite del cambio: oggi la moneta unica sta cedendo terreno sui mercati e quindi si può ottenere un extra-rendimento, ma se il vento dovesse cambiare allora interverrebbe il "rischio valutario" (di cui non sempre si ha effettiva consapevolezza). 
 
Per il risparmiatore l'unica ragione valida dovrebbe essere l'imminente collasso dell'Eurozona ed uno sciagurato ritorno alla lira
In quel caso, chi avesse in portafoglio titoli tedeschi si ritroverebbe senz'altro una valuta forte e potenziata. Ma sono scenari estremi, quasi da congettura internazionale.
 
Più concretamente, oggi con un Bot a scadenza 1 mese si otterrebbe un rendimento superiore rispetto a un Bund detenuto per 30 anni. Bisogna proprio essere convinti di sprofondare rapidamente nella tempesta più nera, se razionalmente si preferisce investire a rendimenti zero. 

Commenti all'articolo

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.98) 29 maggio 2012 10:44
    Damiano Mazzotti

    La cosa strana è che le banche tedesche sono piene di debiti legati ai titoli derivati...

    Se anche le aziende tedesche sono più sane, chi mi garantisce che con un’ulteriore frenata dell’economia non siano proprio le banche tedesche ad andare in forte crisi di liquidità?
    Come faranno a ripagarsi i debiti contratti in derivati?

    Le banche italiane hanno poco liquidità, ma in generale hanno pochissimi investimenti in derivati... Il futuro ci riserverà molte sorprese interessanti quando ci sarà lo scoppio definito e globale della bolla dei derivati... probabilmente entro il 2012

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