Il "taglio delle tasse" e la tassazione delle rendite finanziarie, secondo Orwell
Il cosiddetto taglio delle tasse di Tremonti si estrinseca in un'eliminazione dell'irap a favore delle imprese di confindustria e in un aumento dell'imposizione fiscale sul risparmio degli individui e delle famiglie, nonchè in un aumento delle aliquote iva.
In sintesi più tasse sulle persone fisiche meno sulle imprese.
Questo è il taglio delle tasse che, secondo Tremonti, la società italiana attende da tanto tempo.
In realtà la bozza di riforma di Tremonti è il trionfo dell'ipocrisia, delle lobby e delle caste privilegiate sul cittadino comune.
I risparmi delle persone vengono tassati.
I patrimoni contenuti nelle società italiane o esterovestite, invece, non pagano neppure quel 12,5% che per le persone fisiche si vuole portare al 20%.
In questo modo i ricchi, grazie ai loro commercialisti ben pagati, pagano sempre meno tasse.
La gente semplice sopporta e paga il peso di questi privilegi.
Questo "taglio delle tasse" è quello voluto da Confindustria.
Ma è anche quello voluto dai sindacalisti che in questo modo ottengono una fiscalità maggiore sul piccolo risparmio e che così ottengono un vantaggio competitivo per il loro business dei fondi pensione.
Ed è quello voluto dalla lobby corporativa dei commercialisti che vede in questo modo accrescere la sua influenza sulla società. Lobby a cui lo stesso Tremonti appartiene.
Quegli elettori che hanno votato centro destra per non avere nuove tasse sui loro risparmi vengono sonoramente traditi e sbeffeggiati.
Mentre la stampa controllata da Confindustria esalta le virtù della manovra.
E' sorprendente quanto tutto ciò sia simmetrico a quanto avvenne nell'ultimo governo di centro sinistra qualche anno fa con Prodi e Visco.
Allora si trattava del cuneo fiscale la cui eliminazione significava meno tasse. Ma per chi? Il centro sinistra aveva promesso in campagna elettorale l'eliminazione del cuneo a vantaggio dei salari dei lavoratori, fra gli applausi del sindacato.
Poi una volta andato al governo Visco e Prodi eliminarono il cuneo fiscale a completo vantaggio di Confindustria. Il mancato gettito venne compensato con una rimodulazione delle aliquote sui redditi che colpì le persone fisiche e le piccolissime partite iva: i precari.
Ai fondi pensione dei sindacati venne data la gestione del tfr dei lavoratori e quindi sul cuneo fiscale nessuno fiatò.
La manovra di Visco fece "tutti" contenti. Tutti quelli che contano: Confindustria, il sindacato. Persino la corporazione dei commercialisti anche allora ebbe il suo osso da sgranocchiare: maggiori deleghe e competenze.
Ma la manovra di Visco colpì la gente comune, le persone fisiche: più tasse per loro.
Gli elettori che avevano votato a sinistra invece risultarono beffati e turlupinati.
E anche allora la stampa controllata da Confindustria esaltava entusiasticamente le virtù della manovra.
Tra Tremonti e Visco la simmetria di luoghi, fatti e persone è sconcertante.
I furbi di confindustria e del sindacato finiscono in ogni caso col pasteggiare con il sangue dei cittadini. Gli elettori fanno la fine dei poveri gonzi da sfruttare e saccheggiare.
Sembra di essere nella fattoria degli animali di Orwell.
Guardi Tremonti, giri la testa, guardi Visco, riguardi Tremonti.
Identici. La crudele e avida genia dei maiali è identica alla crudele e avida genia degli uomini.
Noi siamo i poveri animali schiavizzati della fattoria. Di destra e sinistra.
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