Il pluralismo televisivo ai tempi del PdL
Butti non viene da Marte, il suo pensiero è il "precipitato" si sarebbe detto una volta, insomma il risultato della cultura (sic!) corrente, diciamo del modo di vedere le cose (visto la parolona cultura riferito ad un tal Butti). Quasi tutti lo hanno appreso e, a parte la replica di alcuni diretti interessati, nessuno si è poi tanto scandalizzato. Indice questo di una quasi condivisione delle preoccupazioni del Butti. Intanto ora si dovrà passare alla cernita: di qua i destri, di là i sinistri. E già questo sarà un bell'affare. A parte le dirette espilicite dichiarazione di appartenenza, come si farà a discernere le appartenenze culturali di ogni singolo conduttore? Immagino che vi sarà un tavolino, con su un impiegato con le famose mezze maniche nere, un libro a partita doppia, e dietro una lunga fila di impiegati della TV pubblica. "Avanti il prossimo!" Urla, Si avvicina il primo della fila, e pronunica la sua appartenenza, firma e va. La professionalità dell'impiegato è massima. Non batte ciglio, non muove un solo muscolo del viso quando il dipedente pronuncia la sua appartenenza.
Per le trasmissioni a doppia conduzione, si dovranno stabilire le accoppiate. Laddove si avessero la parità delle coppie si dovrà, in difetto, provvedere ad assumere, nel caso d'eccesso si provvederà a licenziare o a fare trasmissioni tali da coprire gli eccessi.
Da tutto questo sono escluse le trasmissioni di Porta a Porta e le conduzioni del TG1. Perché di per se obbiettive e improntate al massimo della professionalità.
Tutto questo è risultato "normale", quasi doveroso, necessario. Spero che questa nonchalance con cui si è appresa la notizia sia solo il sintomo che "non ce ne può fregar de meno" della Tv (il che sarebbe comunque grave di per sé) e non di "ma che facciano quel che gli pare tanto me scivola". In quel caso non abbiamo molte speranze di uscire da questa epoca da basso impero.
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