Il novello pifferaio di Hamelin
La messa al bando delle ideologie, e la conseguente messa al bando della capacità di generare e di elaborare le idee, ha reso artificiosa la distinzione tra i diversi partiti politici. Così che gli stessi, i quali dovrebbero costituire la diretta promanazione delle ideologie, sono scaduti in autentiche cricche clientelari vocate all’esclusivo perseguimento dei rispettivi tornaconti economici. In un così abbrutito contesto socioculturale, la sedicente sinistra, proterviamente espressa dal PD, non ha nulla da condividere con quelli che furono gli ideali del socialismo e, ancor più, del marxismo. A derivarne l’ulteriore quanto inutile riprova, interviene lo pseudogoverno guidato da un nominato despota asservito alla degenerazione finanziaria e assetato di potere come non era mai successo prima nella storia della Repubblica.
L’attuale Presidente del Consiglio ha assunto il potere senza passare prima attraverso una democratica elezione. E lo ha fatto anche in maniera spregiudicata, non curandosi di colpire alle spalle il suo degno predecessore: quell’Enrico Letta che aveva invece rassicurato dicendogli “stai tranquillo”.
In un così singolare frangente, il laleologo Matteo Renzi si ostina a snocciolare menzogne alla sua sempre più soporizzata platea, nonostante il suo vaniloquio sia flagrantemente smentito dai dati diffusi dall’ISTAT. Ad ascoltarlo, sembra che la situazione italiana sia rientrata nella normalità, quando invece nel mese di febbraio gli occupati sono diminuiti dello 0,2% (- 44.000). I disoccupati aumentano su base mensile dello 0,7% (+ 23.000). Sempre a febbraio, il tasso di disoccupazione è stato pari al 12,7%. Nell’arco dell’anno considerato, il numero dei disoccupati è cresciuto del 2,1% (+ 67.000).
La divergenza apprezzabile tra i dati diffusi dal laleologo e quelli reali si spiega agevolmente: essa si riconduce al fatto che costui abbia enfatizzato i dati relativi alla conversione di quasi 70.000 contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato. Avvalendosi di questo espediente, egli ha accampato un fittizio incremento dell’occupazione. Omettendo scientemente di precisare, però, che tale operazione sottenda comunque la possibilità di licenziamento alla scadenza dei tre anni degli sgravi fiscali. Allora alle imprese conviene licenziare quegli sprovveduti per assumerne altri da licenziare al termine dei successivi tre anni. Attraverso il pretesto degli sgravi fiscali previsti per i neoassunti, la disoccupazione, anziché scendere, aumenterà. In barba agli allocchi che seguitano a votare anoeticamente il PD, ritenendolo ancora un partito di sinistra!
Il metodo renziano ha comunque segnato la transizione dalla democrazia alla… democratura: vale a dire a un anfotero modulo sociale suscettibile di mortificare la Costituzione asservendola al suo personale regime. Questo diabolico intento costui lo sta attuando brandendo la nuova legge elettorale denominata “italicum”, la quale, ancor più del precedente “porcellum”, emargina dal proscenio politico tutti gli altri partiti, affidando la maggioranza assoluta del Parlamento a un solo partito piuttosto che a una loro coalizione.
In questo squallido clima sociale e politico, la cosiddetta minoranza del PD finge di alzare la voce contro questa ennesima iniziativa incostituzionale, mancando tuttavia del coraggio necessario per impedire una così degradante abiezione. Quel che soprattutto l’afasico popolino sembra aver dimenticato è che il solo sistema elettorale consono con il dettato costituzionale è quello proporzionale. Infatti, questi subdoli politicanti non tengono conto del fatto che un Parlamento autenticamente democratico dovrebbe rappresentare ed esprimere la volontà di tutti i cittadini, non potendo escludere quelli che si riconoscano in partiti diversi da quelli costituenti la maggioranza del corpo elettorale. Invece, con l’incostituzionale “italicum”, si mira alla formazione di due unici blocchi partitici, con due sole liste, in modo da costringere i partiti minori a integrarsi in una delle due liste, alienando così le rispettive autonomie. Una simile situazione è addirittura peggiore di quella che mandò al potere il fascismo. Ma, in democratura, si sa, tutto diventa possibile.
Un normale assetto sociale non potrebbe accettare mai la dittatura del partito unico. Ma gli italiani lo fanno. Nella loro proverbiale ignavia, essi accettano tutto. Persino la dittatura finanziaria! Lasciandosi sedurre da un pifferaio come Renzi, il quale li sta conducendo a morte proprio come facevano i topi affascinati dal pifferaio di Hamelin!
Foto: Wikimedia ("Renzi&Richetti 2012" di Maryb60 - Opera propria. Con licenza CC BY-SA 3.0 tramite Wikimedia Commons)
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