• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > Votare o non votare?

Votare o non votare?

“Che epoca terribile quella in cui degli idioti governano dei ciechi”

 W. Shakespeare

  Le recenti elezioni europee hanno evidenziato un inatteso fenomeno sociopolitico: per la prima volta, infatti, il numero degli elettori non votanti ha superato quello dei votanti. Si tratta di un particolare suscettibile di sollevare il dubbio circa la valenza del voto in un paese, anzi in una sempre più desolata landa come l’Italia, ormai depredato da una classe dominante riconducibile al regime partitocratrico, opportunamente eterodiretto dalla finanza glebalista più che globalista, egregiamente espresso da una sempre più corrotta accozzaglia politicante.

 Seguitando a ricorrere un tanto avvilente paradosso socioantropologico, fra non molto alle elezioni parteciperà una macilenta rappresentanza della popolazione, mentre il resto sarà indotto a isolarsi ulteriormente entro le proprie mura domestiche, impaurito e sfiduciato da una situazione obiettivamente priva di concrete vie di uscita. In un così maneggiato ambiente socioculturale, andrà sempre più stratificandosi un concetto di libertà ancor più virtuale, atteso che, di fatto, siamo vittime di un sistema soggiogato dalla embricazione della libertà con la sorveglianza, tale da non rendere più discriminabile il reale dal simulato, risucchiati da un vortice sempre più schizofrenico di smarrimento della realtà, compromettente l’obiettiva distinzione del vero dal falso.

JPEG - 59.3 Kb

Questa situazione comporta come inesorabile ripercussione la sequenziale affermazione dell’ideologia neoliberista, ormai sempre più dilagante, la quale ottenebra le menti delle persone, affermando il dominio degli attoniti, a scapito dei quali essa prospera e si automantiene, e concretizzando subdolamente l’innato contrasto presente tra i potenti e i loro sudditi. Si tratta di un conflitto ambiguo, dal momento che per lungo tempo i dominatori abbiano intrapreso una contesa culturale della quale i sudditi non prendano ancora coscienza. Il che si propone come un ulteriore e decisivo elemento a loro favore. Finora si riteneva che potessero essere soltanto i sudditi a ribellarsi contro i loro padroni, attraverso le cosiddette rivoluzioni; ora sta emergendo come i potenti possano scagliarsi con malvagia contro i propri sudditi. Il suddito si ribellava contro la disuguaglianza; il dominante contro l’uguaglianza. Proprio come riferiva Aristotele, quando, nel 411 a. C., un manipolo di oligarchi fece cadere la democrazia ad Atene. Per il neoliberismo, la condizione di chi sta in basso, non esprime quella del cittadino, ma del servitore. Questa situazione non concede più spazio al confronto ideologico. Le altre ideologie mancano del pabulum nel quale poter attecchire. Ormai si impongono soltanto le nuove e dissuadenti dicotomie, adeguatamente elaborate e diffuse dai media di regime, come quelle fra si-vax e no-vax oppure tra atlantisti e filo- Putin, rendendo ancor più ardua la ricerca della verità. Ad aggravare ulteriormente la situazione contribuisce l’imposizione della digitalizzazione, la quale rende sempre più difficoltoso definire il giusto rapporto ricorrente tra il passato, il presente e il futuro, essenziale per poter adeguatamente affrontare le sfide contingenti. A derivarne, è soltanto una inquietante e sconfortante prospettiva futura.

 

 

Immagine, da: https://sociologicamente.it/il-voto...

 

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità