Il mistero della spesa al Parlamento e il problema della sicurezza
Il caso dei dipendenti della Camera con le 'buste della spesa'. Attaccare due persone che stanno svolgendo il proprio lavoro solo nel tentativo di cavalcare l'onda e fare qualche spettatore in più o per attaccare l'Istituzione?
La serie di servizi su quello che è stato battezzato piuttosto pomposamente "il mistero della spesa al Parlamento" ha particolarmente colpito la sensibilità dei dipendenti della Camera dei deputati in generale e la mia in particolare.
Il motivo del contendere è noto un po’ a tutti, due addetti sono stati intercettati mentre portavano delle cibarie in una sede della Camera dei deputati. Per una riunione ai massimi livelli istituzionali o per un incontro estremamente riservato, per un mini vertice istituzionale o per un'audizione informale non si sa e non è dato saperlo in quanto i due colleghi rispettano il vincolo di riservatezza cui sono, e siamo, soggetti e rifiutano di rispondere.
le iene - per chi era la spesa al parlamento... par skorpion-05
Personalmente temo che gli inviati delle Iene, che a molti di noi sono ben noti per determinati atteggiamenti di pura provocazione, stavolta abbiano ecceduto e potrebbero causare una reazione da parte dell’Istituzione in termini di incremento del livello di sicurezza o addirittura di ulteriore militarizzazione della Piazza.
L’ingresso dell’operatore video si è infatti concluso con il suo allontanamento e senza alcuno spargimento di sangue solo grazie alla grandissima professionalità dimostrata dagli Assistenti in servizio all’ingresso e al fatto che, per fortuna dell’oscuro operatore, tutto ciò è avvenuto in Italia.
In molte democrazie occidentali uno sconosciuto con in mano un oggetto molto ingombrante, impugnato come se fosse un lanciarazzi che entra in una sede parlamentare forzando un’uscita ed aggirando i controlli di armi ed esplosivi non sarebbe uscito sulle sue gambe e l’episodio si sarebbe concluso con i rappresentanti delle Istituzioni impegnati ad elogiare la validità delle tecniche di addestramento della milizia armata che svolgeva il turno di guardia.
L’Italia, nel suo essere comunque un Paese sotto certi aspetti ancora incompiuto e pur avendo la forza di esporre le proprie fragilità istituzionali, ha però una democrazia talmente immatura e talmente fragile da non potersi assolutamente permettere la presenza di armi di alcun tipo all’interno delle sedi parlamentari.
La sacralità del suolo parlamentare va quindi difesa ad ogni costo, anche a costo di subire i quotidiani attacchi dei comici di turno, la democrazia può essere difesa con le Beretta ed i caschi solo al di fuori dei palazzi, ma appena oltrepassata la soglia in marmo a difenderla possono esserci solo i colleghi Assistenti con le loro mani e con il proprio corpo. Guai se dovessimo cedere ed accettare di far indossare al corpo di polizia parlamentare un’arma differente da un paio di guanti bianchi. E del resto ritengo altrettanto assolutamente da evitare il massiccio ricorso alla giustizia penale che molti colleghi invece auspicano, 1.600 denunce penali a un oscuro blogger in cosa potrebbe cambiare la percezione che i media impongono della Camera dei deputati?
Ciò che invece sarebbe davvero da approfondire è la capacità quasi da pifferaio magico che determinate trasmissioni hanno sugli animi semplici.
Questo blogger ad esempio, nonostante ripetuti commenti gli facciano presente come i dipendenti della Camera non possano dare informazioni in quanto vincolati alla riservatezza, non trova di meglio che rispondere, in maniera forse preconcetta ma certamente anche ottusa, “non l'hanno detto solo semplicemente perché sapevano che era una cosa illegale, altrimenti perché non dirlo?”, creando la figura allucinante di una persona colpevole del fatto di aver rispettato le regole che gli impongono il silenzio.
E probabilmente non sfugge come possa spesso leggersi un certo legame nei confronti del programma televisivo preferito, le Iene come altri, legame che spesso ricorda quello che lega un inconsapevole burattino al suo burattinaio. Burattinaio che gli impone un pensiero e magari riesce anche nel miracolo di convincere il burattino di averlo espresso da sé quel pensiero, quel sentimento anti istituzionale in cui vivere felice.
Denunciare una persona così a chi potrebbe mai giovare? Non gioverebbe certamente all’Istituzione che verrebbe vista come nemico, come moloch che distrugge gli oppositori a suon di condanne penali e non gioverebbe ai dipendenti per i medesimi motivi. Potrebbe giovare agli ascolti di una puntata o due di una qualche trasmissione paragiornalistica similscandalistica ma il prezzo sarebbe salatissimo e lo pagherebbe tutto una sola persona.
L’unico che ne avrebbe la vita schiacciata sarebbe il burattino, un ragazzo di 30 anni che ha tradotto un pezzetto del comunicato dei nostri sindacati da “lesivi della dignità e dell`onorabilità dei dipendenti" a “ledono alla dignità dei dipendenti”, e che magari pensa che i concorsi si possano vincere solo grazie alle corsie preferenziali.
Commenti all'articolo
Lasciare un commento
Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina
Se non sei registrato puoi farlo qui
Sostieni la Fondazione AgoraVox