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Bio-On. Arrivano le manette nel caso dell’unicorno della chimica italiana

I recenti sviluppi del caso Bio-On sembrerebbero dare ragione al fondo che la ha attaccata a luglio scorso. A rischio i piccoli azionisti

La storia recente della società bolognese attiva nel settore delle bioplastiche ha avuto nei giorni scorsi un nuovo, pesante, aggiornamento.

La scorsa settimana infatti, come disposto dal Gip di Bologna, sono scattate le manette per un manager della Bio-On mentre altri due sono stati sottoposti a misure interdittive. L’inchiesta è seguita dal procuratore aggiunto Francesco Caleca della Procura di Bologna.

Contestualmente si è proceduto a sequestrare beni per un valore complessivo di circa 150 milioni di euro, somma ritenuta pari al valore dei profitti ottenuti in seguito alla presunta condotta fraudolenta.

Il comando della Guardia di Finanza bolognese ha inoltre fatto sapere che sono in corso numerose perquisizioni in Emilia Romagna, Lombardia e Lazio.

I reati contestati al management della Bio-On sarebbero quelli di false comunicazioni sociali da parte di una società quotata e manipolazione del mercato.

Al momento Borsa italiana ha annunciato la sospensione del titolo. Nell’altra inchiesta, portata avanti dalla Consob, sarebbe inoltre finita Banca Finnat, specialist di Bio-On.

 

Il report della QCM sulla Bio-On

La lunga estate calda della Bio-On è cominciata lo scorso 24 luglio quando il fondo statunitense Quintessential Capital Management dell’italiano Gabriel Grego ha pubblicato un report, dal significativo titolo “Una Parmalat a Bologna?”, in cui accusava la società di pesanti irregolarità di bilancio, accuse cui la società aveva replicato in maniera puntuale, arrivando al deposito di una querela nei confronti del fondo, accusato di voler manipolare il mercato allo scopo di trarne profitto.

Gli avvenimenti della scorsa settimana sembrerebbero rinforzare la posizione degli uomini di Grego, il paracadutista dei conti contabili sembrerebbe aver nuovamente colpito nel segno e potrebbe aggiungere un nuovo trofeo alla sua personale bacheca di successi, dopo il caso clamoroso della Folli Follie dello scorso anno.

Il gigante greco del luxury retail era infatti caduto sotto l’attacco della QCM passando da una capitalizzazione di oltre 1,4 miliardi di euro sulla Borsa di Atene al suo delisting.

 

E ora si va in Tribunale

Si apre ora una pagina giudiziaria che potrebbe portare a compimento, se le accuse trovassero conferma in giudizio, la parabola finanziaria del gigante dai piedi d’argilla delle bioplastiche made in Italy. Probabilmente non sarà breve e certamente non sarà indolore ma auspichiamo che le vittime innocenti di questa situazione, i lavoratori in primis ma anche i piccoli azionisti che hanno creduto in questa azienda, possano essere tenuti il più possibile indenni da quanto sta avvenendo.

I primi commenti

Al fulmicotone la reazione sui social della QCM che ha pubblicato un commento lapidario sulla questione Bio-On.

Due parole.

Bio-OFF

Foto: Pixabay

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