Il debito pubblico: se la matematica non è un’opinione
Contemporaneamente, al recente G8 in Canada, l’unico accordo assunto dai partecipanti, sia pure in una forma del tutto improbabile, è stato quello del dimezzamento del debito pubblico in tre (ripeto tre) annualità.
Orbene, proviamo a fare i conti. Se abbiamo 1.800 miliardi di Euro di debito pubblico, nei tre anni a venire non dovremmo recuperare, per così dire, i quaranta miliardi della manovra Tremonti, bensì i novecento miliardi promessi al G8. Il tutto senza fare incavolare più del solito, nell’ordine, i magistrati, l’opposizione, i comuni, le regioni ed altri ancora. Non si vorrebbe essere pessimisti, ma la promessa del premier al G8 canadese ricorda proprio la serietà con cui, abbiamo detto, Totò vendeva la fontana di Trevi ai turisti.
Più modestamente noi cittadini ci accontenteremmo di una fase prolungata in cui il debito pubblico la smettesse di aumentare; per poi pensare a quante generazioni dovranno impegnarsi per restituire i 1.800 miliardi di Euro; generazioni che verranno turbate dalle lamentele di, nell’ordine, magistrati, opposizione, comuni, regioni ed altri ancora.
Lasciare un commento
Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina
Se non sei registrato puoi farlo qui
Sostieni la Fondazione AgoraVox