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Il debito pubblico: se la matematica non è un’opinione

Il debito pubblico: se la matematica non è un'opinione

Il debito pubblico del nostro Paese è vergognosamente alto: ha superato i 1.800 miliardi di Euro; e non conta poi tanto che famiglie ed imprese siano, invece, virtuose e non abbiano molti debiti perché il debito pubblico è l’unico ad avere la caratteristica di non essere bilanciato da beni economici aventi valore di mercato.
 
Insomma, per pagarlo la via è una sola: quella della tassazione. Invero abbiamo appena assistito ad una sorta di sdemanializzazione di un bell’elenco di beni trasferiti dallo Stato agli Enti Locali con il palese intento di consentirne l’alienazione (che questo sia un federalismo demaniale, gli appartenenti all’Associazione degli Apoti non se la bevono proprio). Ma sulla incisività di questo tipo di interventi è difficile credere, anche perché ci ricordano Totò che vendeva ai turisti americani la fontana di Trevi. Il timore del cittadino è che, alla fine, il nostro attuale debito pubblico in Euro, ossia in moneta forte e sana, saremo costretti a restituirlo per intero a chi ce lo ha concesso, corredato dai relativi interessi.
 
Sulla scorta di accordi a livello europeo, il governo sta varando una manovra che dovrebbe portare ad un introito per l’Erario di ben venticinque miliardi di Euro in due anni, parrebbe addirittura quaranta in tre, scatenando, nell’ordine, i magistrati, l’opposizione, i comuni, le regioni ed altri ancora.

Contemporaneamente, al recente G8 in Canada, l’unico accordo assunto dai partecipanti, sia pure in una forma del tutto improbabile, è stato quello del dimezzamento del debito pubblico in tre (ripeto tre) annualità.

Orbene, proviamo a fare i conti. Se abbiamo 1.800 miliardi di Euro di debito pubblico, nei tre anni a venire non dovremmo recuperare, per così dire, i quaranta miliardi della manovra Tremonti, bensì i novecento miliardi promessi al G8. Il tutto senza fare incavolare più del solito, nell’ordine, i magistrati, l’opposizione, i comuni, le regioni ed altri ancora. Non si vorrebbe essere pessimisti, ma la promessa del premier al G8 canadese ricorda proprio la serietà con cui, abbiamo detto, Totò vendeva la fontana di Trevi ai turisti.

Più modestamente noi cittadini ci accontenteremmo di una fase prolungata in cui il debito pubblico la smettesse di aumentare; per poi pensare a quante generazioni dovranno impegnarsi per restituire i 1.800 miliardi di Euro; generazioni che verranno turbate dalle lamentele di, nell’ordine, magistrati, opposizione, comuni, regioni ed altri ancora.

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