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Il Papa accoglierà i migranti: Francesco sulle orme della "Mit brennender Sorge"?

 
Ieri, 21 marzo 1937 domenica delle Plame, così come oggi, 6 settembre 2015, il pubblico ascolta attonito. "Con viva ansia e con stupore sempre crescente veniamo osservando da lungo tempo la via dolorosa della Chiesa e il progressivo acuirsi dell'oppressione dei fedeli ad essa rimasti devoti nello Spirito e nell'opera...".
 
L'ira del Fuehrer ad ascoltarla fu orribile. Lo fu anche quella di tanti in Europa. Un'Europa dalla quale ormai si fuggiva. Un'Europa nella quale all'indomani della seconda guerra mondiale in ben 19 Paesi la democrazia cade per far posto a regimi nazifascisti a cominciare da Ungheria e Turchia nel 1919, l'Italia nel 1922, la Spagna nel 1923, il Portogallo nel 1926, la Germania nel 1933... C'è un luogo ch'è anche un simbolo, Casablanca, approdo della disperazione, spiraglio di Libertà. "Libertà" che oggi si pretende - o meglio ci si illude - di proteggere innalzando muri e così di fatto denunciandone la negazione: si chiudono gl'altri fuori e ci si chiude dentro. Due reclusioni. Reclusione creata dal muro eretto dall'idolatria di un "Dio" e di una religione nazionali che di nuovo serpeggia sul territorio del "Vecchio Continente" non solo tra i laici ma anche nella stessa Chiesa tra molti fedeli, sacerdoti e persino vescovi.
 
"Vada a farsi eleggere e vediamo se lo eleggono..." aveva detto qualche giorno fa un leader dell'estrema destra ad un Vescovo che si atteneva alla linea del Pontefice. Una linea senz'altro antipopulista e forse non troppo popolare, come del resto l'adesione autentica al messaggio evangelico. Ieri, all' "Angelus" Papa Francesco ha preso posizione ancor più esplicitamente e prammaticamente, anche rispetto a chi provocatoriamente e persino canzonatoriamente aveva detto "cominciasse a prenderli lui in S. Pietro i migranti...". Ebbene: "Ogni parrocchia, ogni comunità religiosa, ogni monastero, ogni santuario d’Europa - è l'appello lanciato da Bergoglio - ospiti una famiglia, incominciando dalla mia diocesi di Roma". La Carità è il primo dovere ed il più fondamentale per il cristiano, come già dice S. Paolo, non saremmo nulla senza la Carità. 
 
La Carità, tuttavia, non è una ideologia cosa che ne segnerebbe l'annientamento, bensì un agire pratico al quale il Pontefice ha invitato con decisione e determinazione tutti i credenti.
 
 
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