• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Politica > INCHIESTA Dai ribelli della Meloni ai montiani di Alemanno. Ecco chi (...)

 INCHIESTA  Dai ribelli della Meloni ai montiani di Alemanno. Ecco chi c’è dietro i nuovi gruppi del PdL

I montiani del PdL lanciano il nuovo movimento di Alemanno per contrastare la manifestazione anti-Cav della Meloni. Crosetto sta con lei, ma anche in una fondazione che ha organizzato l'evento avversario. Il cui sito web è gestito dall'azienda (di un politico del PD) in cui lavora l'uomo che avrebbe raccolto i voti della 'ndrangheta per Zambetti. Ma dietro l'operazione pro-Monti del PdL c'è Berlusconi, che scongiura il sostegno del partito al professore e cresce nei consensi.

L’ultima missione di Berlusconi è riuscita: indebolire la corrente montiana del partito per evitare una scissione politica lo stesso giorno in cui Giorgia Meloni e Guido Crosetto hanno annunciato in pubblico il loro progetto per un nuovo centrodestra senza Monti e senza Cavaliere. Che il principale sponsor dell’operazione lanciata domenica da Alemanno in risposta alla manifestazione della Meloni fosse proprio Berlusconi si poteva capire da subito: il marchio del nuovo gruppo Italia Popolare promosso dal sindaco di Roma (“Italia popolare riforme e libertà”) è un'idea di Guido Podestà, fedelissimo di Berlusconi in Lombardia, che ha provato a registrarlo il 3 agosto scorso insieme a sua figlia Arianna, ventiseienne attiva da anni nel PdL locale al fianco del padre. Ma gli organizzatori della fiera hanno peccato d’ingenuità, e adesso si sentono «fregati».

A pregiudicare l’offerta dei filomontiani del PdL al professore, Berlusconi ci ha pensato subito in prima persona recapitando al pubblico dell’evento una lettera in cui apre le porte del partito a Monti, ben sapendo che il professore mai accetterebbe un’offerta simile da lui. Poi ha mandato avanti i suoi, a cominciare dal Alfano che ha chiarito davanti a tutti che il candidato del PdL «c’è già ed è Silvio Berlusconi». Infine, mentre tutti in quella confusione si chiedevano chi davvero il PdL voglia sostenere alla Presidenza del Consiglio, ha aperto in diretta tv da Barbara D’Urso la sua campagna elettorale a premier con la promessa di abolire l’IMU, con cui ricomincia a far crescere il suo consenso (secondo la sua sondaggista, Alessandra Ghisleri, quella presenza in tv vale tre punti nei sondaggi).

Così, nel giorno in cui avrebbero dovuto svolgersi le primarie del partito, Berlusconi ha ottenuto anche un altro risultato: far passare in secondo piano l’iniziativa politica – annunciata da settimane – di Guido Crosetto e Giorgia Meloni, che durante la mattinata hanno lanciato la loro proposta per un centrodestra lontano da Berlusconi e ancora più distante da Mario Monti, tutti e due fischiatissimi dalla platea della convention. «C’è un modo di fare politica senza vendersi a nessuno, senza padroni», ha detto Crosetto. Risposta dal pubblico: «Era ora».

Sul palco dell’Auditorium della Conciliazione hanno sfilato tanti amministratori locali del PdL, ciascuno dei quali ha parlato per tre minuti sui temi di sua competenza. Tantissimi altri erano tra il pubblico insieme a un nutrito gruppo di onorevoli (tra cui Deborah Bergamini e Gianni Mancuso) e a migliaia di militanti da tutta Italia. La sala ne poteva accogliere al massimo cinquemila, posti in piedi esclusi. Molti nemmeno sono riusciti a entrare e hanno dovuto accontentarsi degli schermi installati fuori la sala. Per Giorgia Meloni e la sua “corrente”, una prova di forza riuscita.

Quasi tutti i presenti hanno in comune un passato politico in Alleanza Nazionale e il risentimento verso Berlusconi da quando Gianfranco Fini decise di fondere il partito con quello del Cavaliere. Tra loro scambiano saluti legionari e molti, lontano dalle videocamere, si chiamano ancora “camerata”. «Berlusconi è l’unica persona che è riuscita a tenere insieme il PdL durante gli anni passati», spiega ad AgoraVox un amministratore regionale del partito. «È riuscito a far convivere anime molto diverse come quelli di Forza Italia con noi più di destra. Ma non è stato facile: abbiamo dovuto rinunciare a una parte dei nostri valori, diventare più moderati, meno bigotti».

Adesso l’obiettivo è emanciparsi, staccarsi dal PdL del Cavaliere, e l’appoggio di Guido Crosetto (che però è consigliere di una delle fondazioni che hanno organizzato la manifestazione rivale di Italia Popolare, la fondazione Alcide De Gasperi presieduta da Franco Frattini, montiano di ferro) è essenziale per mostrarsi come un’alternativa al centrodestra liberale, senza nostalgie per il passato. Loro continuano a chiedere di potere avere un peso nel PdL e di fare le primarie almeno per le liste elettorali. Ma se dovessero correre da soli, per le elezioni è già tutto pronto: comitato elettorale, conto corrente per le donazioni e i finanziamenti, macchina organizzativa. «Siamo solo un movimento, non un partito. Stiamo dentro al PdL», fanno sapere dal comitato. Ma l’impressione è che durerà ancora per poco.

Alla fine della manifestazione, Meloni e Crosetto parlano (quasi) chiaro. «A differenza di altri, a noi non serve Monti per dire a Berlusconi, pur ringraziandolo per il lavoro che ha fatto fino ad oggi, che sarebbe un errore decisivo la sua ricandidatura alla Presidenza del Consiglio», dice Giorgia Meloni. «Vogliamo un luogo giusto dove poterci battere, dove poter trasformare i nostri sogni in realtà. Se quel luogo vuole essere il Popolo della Libertà allora noi ci batteremo per il Popolo della Liberta. Altrimenti siamo pronti a costruirne un altro». Infine la dichiarazione di guerra: «Spero che nessuno degli uomini e delle donne che sono in questo auditorium si lascerà eventualmente spaventare dalla battaglia».

Tra i parlamentari in sala che assistono all’evento, l’ospite d’onore è Francesco Storace. Applaudito ogni volta che qualcuno degli oratori lo ha menzionato. Vicinissimo ai militanti più radicali del PdL. E protagonista di una coincidenza interessante: il suo sito web (non più attivo) è ospitato sullo stesso server dedicato del sito della manifestazione rivale, quella di Italia Popolare.

Si tratta di un server riservato a una società specializzata, Spinweb S.r.l., il cui socio di maggioranza e amministratore unico è un politico romano per il Partito Democratico (per cui si è candidato al comune di Roma con Rutelli nel 2008 e nel cui gruppo è stato consigliere comunale a Monterodondo fino al 2009, candidato dai Verdi) che in pieno conflitto di interessi cura la comunicazione online dei suoi avversari politici: Mara Carfagna e Gianni Alemanno, per cui si occupa anche del sito della lista civica “Rete per Roma” che lo sostiene.

Spinweb sarebbe riconducibile a un giornalista, Ambrogio Crespi, arrestato lo scorso 10 ottobre per concorso esterno in associazione mafiosa nell’ambito dell’inchiesta sui voti comprati dalla ‘ndrangheta dell’assessore pidiellino Domenico Zambetti. Secondo il giudice che ha emesso l’ordinanza di custodia, Crespi «agevolava, consapevolmente e volontariamente, l’inserimento della associazione mafiosa in uno dei gangli vitali della Regione Lombardia, e forniva un contributo causale importante al rafforzamento ed all’allargamento del giro di affari della medesima organizzazione criminale». Sarebbe stato lui ad aver «contribuito in maniera notevole alla raccolta coercitiva di voti svolta dagli esponenti della ‘ndrangheta lombarda» in favore di Zambetti. Tutte accuse che dovranno essere dimostrate in un processo (l'avvocato radicale Giuseppe Rossodivita si sta battendo per dimostrare l'innocenza di Crespi, con studi dei flussi elettorali e perizie di parte sulle intercettazioni trascritte), ma sufficienti a convincere il Tribunale del Riesame della bontà di quel provvedimento di carcerazione preventiva.

Sulla carta, Ambrogio Crespi in Spinweb risulta solo come dipendente. Un dipendente di primo piano, però, dal momento che è il direttore del principale prodotto editoriale della società – il quotidiano online Clandestinoweb – e che si è auto-dichiarato proprietario dell’azienda (è lui, peraltro, che amministra ufficialmente il sito web della lista civica “Rete attiva x Roma - Alemanno”). Il fratello di Ambrogio Crespi, Luigi, è stato per anni il sondaggista di Berlusconi e oggi è il responsabile della cura dell’immagine del sindaco Alemanno. I due fratelli condividono anche una condanna in primo grado per bancarotta impropria da falso in bilancio nell’ambito del processo sulla vicenda Hdc (ora pendente in appello) che li ha visti coimputati, tra gli altri, di Giampiero Fiorani e Fedele Confalonieri (entrambi assolti).

Anche Storace si era rivolto a Spinweb per gestire la sua comunicazione online, ma aveva definitivamente interrotto i suoi rapporti con la società due settimane prima dell’arresto di Crespi. Alemanno, invece, ha continuato ad affidare la cura della sua immagine al fratello e ha commissionato a Spinweb la gestione del sito di Italia Popolare, che è stato registrato il 12 dicembre, due mesi dopo l’arresto di Crespi e la conferma del suo arresto dal Tribunale del Riesame. Amministratore ufficiale del sito è sempre un componente del Partito Democratico. La par condicio continua a essere la regola aurea della politica italiana, anche per le contraddizioni.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.189) 22 dicembre 2012 09:59

    ストリートは、それらがどのように

    グッチ偽物装見ても、黒と白と恋に落ちてトレンドの最前線に立って歩いている人を打ちのめすグッチ靴 偽物
  • Di (---.---.---.44) 24 dicembre 2012 14:05

    Non sono altro che la parte più fascista della politica romana , mafiosa quanto arroccata alle poltrone di Stato, manifesta espressione di una ROMA FASCISTA mai sconfitta , e capace negli anni di mutarsi , passando dai sopravvissuti del ventennio e della repubblica di Salo’ al MSI ( vergognosa accozzaglia imposta al Paese dalla CIA ) per passare ad AN parassitando forze democratiche come FORZA ITALIA solo per agire e controllare una compagine politica forte , quindi potenzialmente pericolosa e capace di togliere ai FASCISTI DI AN ROMANI , il POTERE e gli scranni dello Stato . Infine , il potere romano ---che da decenni ha esautorato lo Stato E LE SUE iSTITUZIONI, ha ordito il " golpe FIL " dei camerati FINIANI , e che si sono impadroniti di una ISTITUZIONE come la CAMERA , alla quale erano giunti con voti democratici e legalmente ottenuti , ma con un altra forza politica , e , se questo non significa agire in totale disprezzo di valori cardini per un Paese CIVILE..... oRA , SI RICONGIUNGONO , TUTTI I CAMERATI DI ROMA DI COMPROVATA E DOCUMENTATA QUANTO PROTETTA ATTIVITA’ DI ESTREMA DESTRA , PICCHIATORI , FASCISTI EVER GREEN COME I SALUTI ROMANI CHE SPESSO LI RITRAGGONO . Tutti lasciano il tanto celebrato PDL, troppo democratico per i loro ideali , pronti a presentare nuovi partiti , nuove liste , con nomi da repubblichina ( MELONI) , LA RUSSA , ( propone il FEZ sui manifesti elettorali) , MA TUTTI PRONTI A STRINGERSI A NOZZE PER MANTENERE IL POTERE , sia per la REGIONE LAZIO che vede la camerata POLVERINI ADVISOR delle COOP. ROMANE del business della sanità e dei relativi blocchi dei concorsi , funzionali allo scambio voti/mazzette per appaltare alle COOP. di CONFCOOP ,CDO LAZIO ......

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares