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 Home page > Tribuna Libera > I rifiuti di Napoli: la società civile batta un colpo

I rifiuti di Napoli: la società civile batta un colpo

Il monologo di Roberto Saviano non convince fino in fondo.

La tragica vicenda dei rifiuti a Napoli è ormai talmente datata da potersi considerare ormai, se non storia, quanto meno inveterata e quotidianamente riproposta cronaca di ordinaria indecenza. L’emergenza, ormai è di chiarissima evidenza, non c’entra assolutamente nulla.

In “Vieni via con me” del 22 novembre, Roberto Saviano ha sviscerato fatti, antefatti e misfatti correlati alla “ produzione “ ed alla gestione della munnezza. Ha evidenziato le gravi responsabilità che gravano sulle spalle dei politici e le collusioni con la camorra. Però……c’è un però, anzi due.

Primo però. Quando Saviano dice che le discariche della Campania sono piene di immondizia che arriva dal Nord Italia, rischia nuovamente di scivolare sulla buccia di banana della contrapposizione fra un Nord cattivo ed approfittatore ed un Sud buono e vittima. Fornisce così ancora una volta un assist, di cui francamente dubito vi fosse bisogno, alla Lega che potrà agevolmente farne un uso strumentale al suo tornaconto elettorale, gridando al meridionalismo piagnone e vittimistico che, incapace di assumersi le proprie responsabilità, pretende di addebitare le cause del proprio degrado ad altri, al Nord nella fattispecie. Visto il precedente che ha visto il Ministro Maroni prendere cappello per l’affermazione sulla presunta ed effettivamente azzardata collusione camorra/Lega, mi domando come possa Saviano incorrere a così breve distanza di tempo in un’analoga leggerezza d’analisi.

Si badi bene, non è mia intenzione ergermi a difensore d’ufficio della Lega che non gode delle mie personali simpatie, ma un conto è ragionare per grandi categorie parlando, ad es. della notoria collusione fra mafia e politica, altro è individuare una ed una sola formazione partitica come possibile interlocutore dei malavitosi.

Lo stesso dicasi, ed ecco il secondo però, a riguardo della provenienza dei rifiuti napoletani. Un conto è dire che parte dei rifiuti “napoletani" destinati alle discariche possa essere di provenienza esterna, altro è sostenere apoditticamente che “le discariche di Napoli si riempiono perché sono piene di rifiuti del Nord Italia, la Campania è da anni la pattumiera del Nord Italia e di parte dell'Europa, ecco perché si riempiono così facilmente". Ora, è esercizio fin troppo semplice replicare che lo spettacolo indegno per l’Italia e per Napoli delle enormi quantità di rifiuti giacenti nelle strade, nelle piazze, nei vicoli di quella città sono, senza ombra alcuna di dubbio, di produzione locale.

Non dimentichiamo, poi, che la Campania, fino al recente passato e per parecchio tempo, ha “esportato" i propri rifiuti sia all’estero (Germania, con costi notevolissimi per l’intera comunità nazionale) che in Italia quando, nel 2008, ebbe l’aiuto solidale di diverse regioni come la Lombardia. Insomma, una sorta di perverso import/export d’immondizia che ha mortificato e mortifica da anni la Campania.

E’ senz’altro vero, sulla base di numerose inchieste giornalistiche e giudiziarie, che la Campania sia o sia stata ricettacolo di rifiuti speciali o tossici di provenienza allogena, non necessariamente esclusivamente dal Nord Italia. Come è altrettanto vero che se questo è avvenuto, è perché la camorra ne ha fatto un business. Ma dubito che tutto questo possa essere spiegato, sostenendo semplicisticamente che: Per un'azienda la voce "smaltimento rifiuti tossici" è pesante, nessuno vuole pagare 62 centesimi al chilo, la camorra per otto centesimi ti risolve tutto, la camorra li prende e ci guadagna due volte perché rivende i rifiuti tossici come fertilizzante.

Beh, se così fosse, sarebbe altrettanto semplice pensare che questo meccanismo si potesse riprodurre altrove, che so, in Lombardia, in Emilia Romagna o in Val d’Aosta, in qualche sperduta valle montana. Perché no all’estero, tenuto conto che la camorra è ormai ramificata in vari paesi europei, come in Germania. D’altro canto fu lo stesso Saviano a dire, in un’intervista di qualche tempo fa che “In realtà non esiste nulla di più internazionale delle organizzazioni criminali. Calabresi e napoletane soprattutto. Per una semplice ragione: loro sono all’avanguardia economico-finanziaria. Mi dispiace soltanto che l’Europa se ne accorga soltanto quando ci sono stragi. Duisburg ha aperto la mente alla Germania e gli sguardi all’Europa. Questo cosa ha comportato? Che la criminalità organizzata forse dopo Duisburg può essere definito un problema europeo e non più soltanto italiano".

In buona sostanza, se business are business, se è un problema di vile denaro, se “l’appalto" alla camorra del “trattamento" dei rifiuti tossici nasce da una mera esigenza di contenimento del costo di quel servizio, per quale motivo non ha potuto allignare altrove con le dimensioni che il fenomeno ha assunto in Campania?

La risposta e non la domanda, in tal caso, sorge spontanea: forse perché la Campania ha una sua specificità, una sua peculiare storia di malaffare e di malgoverno fatti sistema.

Un sistema che si basa, come certo giustamente dice Saviano, sulla connivenza del potere politico, su quell’intreccio fra “camorristi, politici, imprenditori, massoneria deviata". Ma se tutto questo succede lì e non altrove, se in Campania, come sempre Saviano dice, “tutti hanno fallito ma l'emergenza rifiuti ha generato 8 miliardi di euro in 10 anni, 750 milioni di euro all'anno, una massa di denaro enorme, su cui la politica ha speculato, ha creato clientele, chi ha guadagnato è un'azienda, una delle più grandi di Italia e d'Europa: la camorra, le ecomafie con il traffico illegale di rifiuti hanno fatturato oltre 20 miliardi di euro, pari a quello di Telecom, 10 volte più di Benetton", non si può non effettuare una sorta di chiamata di correo della cosiddetta società civile, del mondo della cultura e del giornalismo, della scuola, di tutti coloro insomma che fanno opinione ed hanno un ruolo guida all’interno delle comunità di persone, soggetti tutti che non possono essere esonerati da qualsivoglia responsabilità e colpa, come se la camorra ed i rifiuti fossero una maledizione divina alla quale risulti impossibile sottrarsi.

Perché non è partita la raccolta differenziata? Che fine hanno fatto i progetti per i quali ogni provincia campana avrebbe dovuto avere un suo inceneritore, che incenerisse il solo residuo secco e non la “munnezza" tal quale come, pare, avvenga ad Acerra? Perché le c.d. eco balle, che forse si chiamano così perché sono una balla bella e buona, sono ancora accatastate nella stragrande maggioranza nel sito di Taverna del Re, a Giugliano (Na)?

Perché, nonostante, tutto questo, gli amministratori locali sono rimasti tutti, salvo poche eccezioni, ai loro posti?

I poteri, tutti, oltre a quello politico, quello delle organizzazioni sindacali, quello giornalistico, quello imprenditoriale, quello delle libere professioni, insomma la classe dirigente e la intelligentsia campana intesa nelle sue varie accezioni cosa hanno fatto, in tutti questi anni, per almeno emendare gradualmente questa situazione?

Ecco, quello che, a mio avviso, spiace dovere constatare è che in tutta l’allocuzione di Saviano non vi sia stato un solo accenno a quella società civile campana alla quale chiedere un moto di reazione che non fosse costituito unicamente da manifestazioni e disordini di piazza, ma che fosse propositivo di soluzioni che sono possibili se solo lo si voglia.

Può darsi che la gente, intesa nella sua indistinta definizione, non abbia colpa, come dice Saviano. Ma qui lo scrittore napoletano non finisce di convincere perché omette di rivolgere un appello a quella gente per sollecitarne uno scatto d’orgoglio, per risvegliare quel senso civico forse smarrito in certuni ma, c’è da augurarsi, non perduto definitivamente e che è alla base di qualunque rinascimento politico e morale.

Per parafrasare J.F.Kennedy e dirla alla maniera degli auspici di Fabio Fazio: che non ci si limiti a chiedere cosa il mio Paese può fare per me, ma cosa io posso fare per il mio Paese. 

Commenti all'articolo

  • Di sandrokhan80 (---.---.---.141) 26 novembre 2010 01:48

    Carissimo Luigi, mi dispiace ma non è il monologo di Saviano ma il tuo articolo a non convincermi fino in fondo. Vorrei qui esporrei i passaggi che trovo non convincenti ed esporti le mie ragioni:

     1) Tu dici: << Quando Saviano dice che le discariche della Campania sono piene di immondizia che arriva dal Nord Italia, rischia nuovamente di scivolare sulla buccia di banana della contrapposizione fra un Nord cattivo ed approfittatore ed un Sud buono e vittima. Fornisce così ancora una volta un assist, di cui francamente dubito vi fosse bisogno, alla Lega che potrà agevolmente farne un uso strumentale al suo tornaconto elettorale, gridando al meridionalismo piagnone e vittimistico che, incapace di assumersi le proprie responsabilità, pretende di addebitare le cause del proprio degrado ad altri, al Nord nella fattispecie. >>. Allora non denunciamo l’ignominia commessa da (ahimè) una larga parte dell’imprenditoria settentrionale contro le popolazioni meridionali con la complicità delle mafie! E’ perché? Per non offrire assist alla Lega o scivolare su bucce di banana? Mettiamo tutti questi crimini nel silenzio per non sembrare i soliti meridionali piagnosi! Magari anche gli ebrei era meglio se stavano zitti sui campi di concentramento per non mettere troppo in brutta luce i nazisti!

     2) Tu dici: << Lo stesso dicasi, ed ecco il secondo però, a riguardo della provenienza dei rifiuti napoletani. Un conto è dire che parte dei rifiuti “napoletani" destinati alle discariche possa essere di provenienza esterna, altro è sostenere apoditticamente che “le discariche di Napoli si riempiono perché sono piene di rifiuti del Nord Italia, la Campania è da anni la pattumiera del Nord Italia e di parte dell’Europa, ecco perché si riempiono così facilmente". Ora, è esercizio fin troppo semplice replicare che lo spettacolo indegno per l’Italia e per Napoli delle enormi quantità di rifiuti giacenti nelle strade, nelle piazze, nei vicoli di quella città sono, senza ombra alcuna di dubbio, di produzione locale>>. E’ ben noto che i rifiuti "alieni" alla realtà campana (che ha peraltro subito ultimamente un processo di desertificazione industriale, se ti interessa) sono milioni di tonnellate. Pensa solo al milione di tonnelate dei rifiuti di Marghera riversati nella discarica di Pianura. Una discarica si riempie fino a tracimare quando si parla di milioni di tonnellate di rifiuti! Poi se ne devono fare delle altre nuove. Siccome lo stato (e la dura esperienza) non da nessuna garanzia che il riversamento dei rifiuti tossici non continui, la gente si ribella...... oggi può fermare lo stato che costruisce le discariche con la protesta! Domani i camion della camorra non li ferma nessuno! Capito perché i rifiuti "locali" rimangono in terra?

     3) Tu dici: << Non dimentichiamo, poi, che la Campania, fino al recente passato e per parecchio tempo, ha “esportato" i propri rifiuti sia all’estero (Germania, con costi notevolissimi per l’intera comunità nazionale) che in Italia quando, nel 2008, ebbe l’aiuto solidale di diverse regioni come la Lombardia. Insomma, una sorta di perverso import/export d’immondizia che ha mortificato e mortifica da anni la Campania >>. I rifiuti "esportati" sono stati quelli dell’ emergenza rifiuti “elettorale" del 2008. Il prezzo pagato fu alto, i risultati scarsi..... in quanto la maggior parte dei rifiuti sono finiti 1) in ecoballe che formano piramidi nelle campagne di Giugliano; 2) negli inceneritori, dove, per decreto, quello che è non combustibile e tossico nel resto di Italia in campania diveniva legale. La vera solidarietà della Lombardia mi piacerebbe vederla nell’aiuto ad eliminare piano piano dalle discariche e dalle campagne campane anni e anni di rifiuti tossici che il loro mondo economico industriale ha prodotto e poi ha così generosamente regalato ai campani.

     4) Tu dici: << E’ senz’altro vero, sulla base di numerose inchieste giornalistiche e giudiziarie, che la Campania sia o sia stata ricettacolo di rifiuti speciali o tossici di provenienza allogena, non necessariamente esclusivamente dal Nord Italia. Come è altrettanto vero che se questo è avvenuto, è perché la camorra ne ha fatto un business>>. Ed è pure altrettanto vero che se questo è avvenuto è perché c’è stato una "domanda" dei servigi della camorra. Nel business c’è la domanda e l’offerta. Allora criminalizziamo solo quelli che offrono i bambini ai pedofili e non i pedofili stessi per il motivo che loro non hanno fatto un business della loro perversione.

    Tu ancora continui: << Ma dubito che tutto questo possa essere spiegato, sostenendo semplicisticamente che: Per un’azienda la voce "smaltimento rifiuti tossici" è pesante, nessuno vuole pagare 62 centesimi al chilo, la camorra per otto centesimi ti risolve tutto, la camorra li prende e ci guadagna due volte perché rivende i rifiuti tossici come fertilizzante>>. E’ quale è la spiegazione secondo te? Risparmiare 54 centesimi a kilo per milioni di tonnellate vuol dire milioni di euro risparmiati per un’a singola azienda, miliardi per un intero comparto industriale. Per te i soldi non contano? Camorristi ed industriali che pensano ai buoni sentimenti?

     5) Tu dici: << Beh, se così fosse, sarebbe altrettanto semplice pensare che questo meccanismo si potesse riprodurre altrove, che so, in Lombardia, in Emilia Romagna o in Val d’Aosta ........ In buona sostanza, se business are business, se è un problema di vile denaro, se “l’appalto" alla camorra del “trattamento" dei rifiuti tossici nasce da una mera esigenza di contenimento del costo di quel servizio, per quale motivo non ha potuto allignare altrove con le dimensioni che il fenomeno ha assunto in Campania? La risposta e non la domanda, in tal caso, sorge spontanea: forse perché la Campania ha una sua specificità, una sua peculiare storia di malaffare e di malgoverno fatti sistema >>. Prima i rifiuti tossici si portavano in Africa, poi hanno deciso di economizzare e sversarli in campania.Tu banalizzi la situazione di un territorio dove è frequente riscontrare che il sentire della gente è che lo stato ad un certo punto ha deciso di fare dietrofront ed arrendersi….. abbandonarli! Conosci il motto "Libertè, egalitè fraternitè"? Quando un fratello sta male lo si aiuta..... non ci si approfitta del momento in cui è debole per sfruttarlo! Vorresti dare la colpa ai campani se non hanno avuto la forza di non permettere ai gruppi industriali del nord e del resto d’Europa di arricchirsi sulla loro pelle avvelenandoli con i loro rifiuti tossici? Cos’é, la legge del più forte a cui è concesso sfruttare il più debole? Allora è colpa della prostituta se si fa gettare sul marciapiede dal suo sfruttatore....perché? Non ha la forza di difendersi!

     6) Tu dici: << Ecco, quello che, a mio avviso, spiace dovere constatare è che in tutta l’allocuzione di Saviano non vi sia stato un solo accenno a quella società civile campana alla quale chiedere un moto di reazione che non fosse costituito unicamente da manifestazioni e disordini di piazza, ma che fosse propositivo di soluzioni che sono possibili se solo lo si voglia. Può darsi che la gente, intesa nella sua indistinta definizione, non abbia colpa, come dice Saviano. Ma qui lo scrittore napoletano non finisce di convincere perché omette di rivolgere un appello a quella gente per sollecitarne uno scatto d’orgoglio, per risvegliare quel senso civico forse smarrito in certuni ma, c’è da augurarsi, non perduto definitivamente e che è alla base di qualunque rinascimento politico e morale. Per parafrasare J.F.Kennedy e dirla alla maniera degli auspici di Fabio Fazio: che non ci si limiti a chiedere cosa il mio Paese può fare per me, ma cosa io posso fare per il mio Paese >>. Quella società civile che tu citi (che si trova ad affrontare spesso gente che spara, tanto per mettere i puntini sulle i!) ha provato in tutti i modi a proporre proprie soluzioni. Ha ardentemente desiderato farsi ascoltare. Il problema era che le loro soluzioni non facevano guadagnare il sistema "campano" e "italiano". Se si avallavano le proposte della società civile campana non ci sarebbe stata più emergenza ne possibilità futura di sversare ancora prodotti tossici per continuare il business tanto remunerativo e sicuro. Quelle "manifestazioni e disordini di piazza" sono il frutto della disperazione della gente che vede l’esercito scortare le immondizie e militarizzare le discariche per preservare i futuri interessi della camorra e dell’imprenditoria. Poi è colpa loro se si incazzano, sono dei barbari, incivili, degli ignoranti se non sopportano di vedere gli organi dello stato agire con tanta veemenza per assicurare un futuro avvelenato a loro e ai loro figli (se non nipoti).Ti giuro che ci vuole grosso senso civico ed enorme scatto d’orgoglio per presidiare una discarica per mesi, nel silenzio o avversione della stampa ..... per resistere alle cariche notturne delle forze dell’ordine .... per affermare la propria dignità e diritto ad una vita sana per se ed i propri figli.

     Lascia a Veltroni le citazioni di Kennedy e ti invito a meditare sulle critiche che ti ho posto.

     Ciao

     Alessandro

    • Di Luigi Nicotra (---.---.---.198) 27 novembre 2010 17:03

      Caro Alessandro,
      dubito sempre delle smodate generalizzazioni e dubito, quindi, della " ignominia commessa da (ahimè) una larga parte dell’imprenditoria settentrionale contro le popolazioni meridionali con la complicità delle mafie ", come tu dici. Siamo ancora al " piemontese " invasore e cattivo ed al meridionale buono diventato " brigante " suo malgrado? Mi domando, francamente, su quali basi fondi le tue affermazioni. E poi, via, la tua analogia mi pare piuttosto infelice: i meridionali stanno agli ebrei, come i settentrionali stanno ai nazisti?!
      Buonomo, Presidente di Legambiente, ha detto ieri al Corriere della Sera che Pianura, quella da te citata, " è stata per anni lo sversatoio di tutta la Campania, quella stessa Campania che oggi dice: non vogliamo i rifiuti dei napoletani, se li tengano loro. Qui la camorra ci ha sguazzato ". Come vedi, le responsabilità, oltre a quelle che personalmente non ho inteso negare di alcuni imprenditori del Nord, sono in larga misura locali ed anche la solidarietà campana mostra le sue crepe.
      Lo Stato, lo Stato, tu parli di Stato assente o complice del malaffare. Vero ma, volendo anche prescindere dal noto adagio che " lo Stato siamo noi ", gli enti territoriali della regione Campania, vale a dire Comuni, Province e la Regione stessa cui sono demandati per legge buona parte degli adempimenti in materia, cosa hanno fatto in questi anni per affrontare e risolvere seriamente la situazione? Possibile che gli sversamenti camorristici e le discariche abusive si siano prodotti senza che alcuno di quegli organismi nulla sapesse, nulla vedesse e nulla facesse? Ti chiedo : quante clientele " popolari " ci stanno dietro questa complice inerzia o, peggio, cointeressenza?
      Gran parte dei comuni campani, vale a dire quella tipologia di amministrazione locale " più vicina " alla gente, è inadempiente rispetto agli obblighi previsti dal Decreto rifiuti del 2008; il Comune di Napoli ha oggi una percentuale di raccolta differenziata che non arriva al 19%, a fronte di un obiettivo del 35% al 31 dicembre 2010.
      E in questo contesto, solo tre Comuni, vale a dire Casel Volturno, Casal di Principe e Maddaloni hanno subito lo scioglimento, senza che vi fossero levate di scudi non solo dal momdo della politica ( ci sono dentro tutti, destra e sinistra ) ma neppure dalla pubblica opinione campana.
      Ti rammento che nel mio articolo, di cui tu hai ripreso solo le parti che pensavi ti conneetissero di elaborare il tuo teorema, ho testualmente scritto: I poteri, tutti, oltre a quello politico, quello delle organizzazioni sindacali, quello giornalistico, quello imprenditoriale, quello delle libere professioni, insomma la classe dirigente e la intelligentsia campana intesa nelle sue varie accezioni cosa hanno fatto, in tutti questi anni, per alemeno emendare gradualmente questa situazione? Ecco, quello che, a mio avviso, spiace dovere constatare è che in tutta l’allocuzione di Saviano non vi sia stato un solo accenno a quella società civile campana alla quale chiedere un moto di reazione che non fosse costituito unicamante da manifestazioni e disordini di piazza, ma che fosse propositivo di soluzioni che sono possibili se solo lo si voglia. 
      Come vedi, non ho inteso colpevolizzare la popolazione campana tout court, la quale sta vivendo questa terribile esperienza. L’intento del mio articolo era chiaro. Avrei voluto sentire da Saviano un appello alla società civile, non lasciando alla sola piazza la gestione della mera protesta, perchè questà società si esponesse e facesse emergere uomini nuovi portatori di idee utili alla battaglia per liberarsi di una classe dirigente e di una criminalità parassita che mortifica i campani. Il tuo scritto mi conferma, purtroppo, nella sensazione che per certuni è difficile dovere ammettere che esistano cause e resistenze proprie, preferendo attribuire, secondo un uso per altro molto invalso nel nostro Paese, le colpe ad altri.
      A mio avviso, inoltre, altro grosso errore sta nel pensare che la camorra sia figlia delle miserie che attanagliano quella Regione. Invece la camorra, come tutte le mafie, è la mamma di tutte le miserie e i suoi servigi la camorra non solo li presta a chi gleli chiede ( domanda ), ma li propone e, spesso, li impone ( offerta ) anche a che ne farebbe a meno come, ahinoi, tenta di fare da qualche tempo in alcune aree del Nord.
      Sappi che alla popolazione campana va tutta la mia solidarietà e., sono convinto, che alla fine arriverà anche la solidarietà cocreta di altre Regioni d’Italia. Sappi ancora che capisco il dramma che là si vive e non riesco nemmeno ad immaginare quali sofferenze possa produrre. Ma il cambiamento deve necessariamente passare anche attraverso un’analisi che oltre che critica, dev’essere autocritica, pena il riprodursi per l’eternità di certe storture.
      Quando si comincerà a pensare che gli " altri " siamo noi, allora forse le cose inizieranno veramente a cambiare e questo non solo in Campania, smettendo di prendersela unicamente con il destino cinico e baro o con i nemici esterni alla nostra realtà, crogiolandosi nell’autocommiserazione che il più delle volte rappresenta solo un inutile alibi.
      Per finire, a Veltroni do quel che è di Veltroni ma, se permetti, anche a me piace molto John Fitzgerald Kennedy.
      Ricordi la famosa frase che JFK disse ai berlinesi, durante la sua visita nel giugno del 1963? Disse: " Ich bin ein Berliner ", per manifestare loro la sua solidarietà e vicinanza. E io ti dico, per marcare la mia vicinanza ai campani " io song napulitane ".
      Cordialmente,
      Luigi

  • Di Luigi Nicotra (---.---.---.198) 26 novembre 2010 22:18

    Dubito sempre delle smodate generalizzazioni e dubito, quindi, dell’ “ ignominia commessa da larga parte dell’imprenditoria settentrionale contro le popolazioni meridionali “. Siamo ancora al “ piemontese “ invasore ed al “ brigante “ buono diventato cattivo suo malgrado? Mi domando, francamente, su quali dati basi le tue affermazioni. E poi, la tua analogia mi pare piuttosto infelice: i meridionali stanno agli ebrei, come i settentrionali stanno ai nazisti?

    Buonomo, il Presidente di Legambiente, dice oggi al Corriere della Sera che “ Pianura è stata per anni lo sversatoio di tutta la Campania, quella stessa Campania che oggi dice: non vogliamo i rifiuti dei napoletani, se li tengano loro. Qui la camorra ci ha sguazzato “. Come vedi, le responsabilità, oltre a quelle che personalmente non ho inteso negare del Nord, sono in buona misura locali ed anche la solidarietà campana mostra alcune evidenti crepe.

    Lo Stato, lo Stato, tu parli di Stato ma, volendo anche prescindere dal noto adagio che “ lo Stato siamo noi “, gli enti territoriali della regione Campania, vale a dire Comuni, Province e Regioni cui sono demandati per legge buona parte degli adempimenti in questa materia, cosa hanno fatto in questi anni per affrontare e risolvere seriamente la situazione? Possibile che gli sversamenti camorristici e le discariche abusive siano avvenuti senza che nessuno di quegli organismi nulla sapesse, nulla vedesse, nulla facesse? Gran parte dei Comuni campani, vale a dire quella tipologia di amministrazione locale “ più vicina “ alla popolazione, è inadempiente rispetto agli obblighi previsti dal Decreto Rifiuti del 2008; il Comune di Napoli ha oggi una percentuale di raccolta differenziata che non arriva al 19%, a fronte di un obiettivo del 35% dal 31 dicembre 2010.  
    Eppure, solo tre Comuni, vale a dire Castel Volturno, Casal di Principe e Maddaloni, vennero sciolti per le ragioni sopra dette, senza che vi fossero levate di scudi da parte non solo del mondo della politica ma neppure da parte dell’opinione pubblica campana.

    Per quanto tempi i più, in Campania, hanno prefrito fare come le tre famose scimmiette? “Iio non vedo, io non sento, io non parlo “.

    Ti rammento che, nel mio articolo che tu hai riportato probabilmente solo nelle parti che pensavi ti consentissero di elaborare il tuo teorema, ho testualmente scritto: I poteri, tutti, oltre a quello politico, quello delle organizzazioni sindacali, quello giornalistico, quello imprenditoriale, quello delle libere professioni, insomma la classe dirigente e la intelligentsia campana intesa nelle sue varie accezioni cosa hanno fatto, in tutti questi anni, per almeno emendare gradualmente questa situazione?Ecco, quello che, a mio avviso, spiace dovere constatare è che in tutta l’allocuzione di Saviano non vi sia stato un solo accenno a quella società civile campana alla quale chiedere un moto di reazione che non fosse costituito unicamente da manifestazioni e disordini di piazza, ma che fosse propositivo di soluzioni che sono possibili se solo lo si voglia.

    Come vedi, non ho inteso penalizzare la popolazione campana tout court, la quale sta vivendo questa terribile esperienza. L’intento del mio articolo era ed è di critica a Saviano rispetto al mancato appello alla società civile intesa come sopra descritta, non lasciando alla sola piazza la gestione della mera protesta,  perché si proponesse e facesse emergere qualche homo novus nella battaglia per liberarsi di una classe dirigente e di una criminalità parassita che mortifica i campani, fra i quali, per inciso, annovero alcuni cari amici, persone degnissime. Il tuo scritto mi conferma, purtroppo, nella sensazione che per certuni è difficile dovere ammettere che esistano cause e resistenze proprie, preferendo attribuire, secondo un uso per altro molto invalso nel nostro Paese, le colpe ad altri.

    A mio avviso, l’errore sta nel pensare che la camorra sia figlia delle miserie che attanagliano quella Regione. Invece la camorra, come tutte le mafie,  è la “ mamma “ di tutte le miserie e i suoi servigi la camorra non solo li presta a chi glieli chiede ( domanda ), ma li propone e, spesso, li impone ( offerta ) anche a chi ne farebbe a meno come, ahinoi, tenta di fare da qualche tempo in alcune aree del Nord.

    Sappi che alla popolazione campana va tutta la mia solidarietà e, sono convinto, che alla fine arriverà anche la solidarietà concreta di altre Regioni d’Italia. Sappi che capisco il dramma che là si vive e non riesco nemmeno ad immaginare quali sofferenze possa produrre. Ma il cambiamento deve necessariamente passare anche attraverso un analisi che oltre che critica, dev’essere autocritica, pena il riprodursi di quelle storture per l’eternità.

    Quando si comincerà a pensare che gli “ altri “ siamo noi, allora forse le cose inizieranno a cambiare, smettendola di prendersela unicamente con il destino cinico e baro e con i nemici esterni alla nostra realtà.

    Se, poi, preferisci crogiolarti nell’autocommiserazione, perdonami, ma è un tuo problema.

    Per finire, a Veltroni do quel che è di Veltroni ma, se permetti, anche a me piace molto John Fitzgerald Kennedy.

    Ricordi la famosa frase che JFK disse ai berlinesi, durante la sua visita nel giugno del 1963: “Ich bin ein Berliner “ per dire in lingua tedesca che si sentiva vicino a loro? E io ti dico, per marcare la mia vicinanza ai campani, “io song napulitane “.

    Cordialmente,
    Luigi Nicotra

    • Di Luigi Nicotra (---.---.---.198) 26 novembre 2010 22:23

      Dubito sempre delle smodate generalizzazioni e dubito, quindi, dell’ “ ignominia commessa da larga parte dell’imprenditoria settentrionale contro le popolazioni meridionali “. Siamo ancora al “ piemontese “ invasore ed al “ brigante “ buono diventato cattivo suo malgrado? Mi domando, francamente, su quali dati basi le tue affermazioni. E poi, la tua analogia mi pare piuttosto infelice: i meridionali stanno agli ebrei, come i settentrionali stanno ai nazisti?

      Buonomo, il Presidente di Legambiente, dice oggi al Corriere della Sera che “ Pianura è stata per anni lo sversatoio di tutta la Campania, quella stessa Campania che oggi dice: non vogliamo i rifiuti dei napoletani, se li tengano loro. Qui la camorra ci ha sguazzato “. Come vedi, le responsabilità, oltre a quelle che personalmente non ho inteso negare del Nord, sono in buona misura locali ed anche la solidarietà campana mostra alcune evidenti crepe.

      Lo Stato, lo Stato, tu parli di Stato ma, volendo anche prescindere dal noto adagio che “ lo Stato siamo noi “, gli enti territoriali della regione Campania, vale a dire Comuni, Province e Regioni cui sono demandati per legge buona parte degli adempimenti in questa materia, cosa hanno fatto in questi anni per affrontare e risolvere seriamente la situazione? Possibile che gli sversamenti camorristici e le discariche abusive siano avvenuti senza che nessuno di quegli organismi nulla sapesse, nulla vedesse, nulla facesse? Gran parte dei Comuni campani, vale a dire quella tipologia di amministrazione locale “ più vicina “ alla popolazione, è inadempiente rispetto agli obblighi previsti dal Decreto Rifiuti del 2008; il Comune di Napoli ha oggi una percentuale di raccolta differenziata che non arriva al 19%, a fronte di un obiettivo del 35% dal 31 dicembre 2010.  
      Eppure, solo tre Comuni, vale a dire Castel Volturno, Casal di Principe e Maddaloni, vennero sciolti per le ragioni sopra dette, senza che vi fossero levate di scudi da parte non solo del mondo della politica ma neppure da parte dell’opinione pubblica campana.

      Per quanto tempi i più, in Campania, hanno prefrito fare come le tre famose scimmiette? “Iio non vedo, io non sento, io non parlo “.

      Ti rammento che, nel mio articolo che tu hai riportato probabilmente solo nelle parti che pensavi ti consentissero di elaborare il tuo teorema, ho testualmente scritto: I poteri, tutti, oltre a quello politico, quello delle organizzazioni sindacali, quello giornalistico, quello imprenditoriale, quello delle libere professioni, insomma la classe dirigente e la intelligentsia campana intesa nelle sue varie accezioni cosa hanno fatto, in tutti questi anni, per almeno emendare gradualmente questa situazione?Ecco, quello che, a mio avviso, spiace dovere constatare è che in tutta l’allocuzione di Saviano non vi sia stato un solo accenno a quella società civile campana alla quale chiedere un moto di reazione che non fosse costituito unicamente da manifestazioni e disordini di piazza, ma che fosse propositivo di soluzioni che sono possibili se solo lo si voglia.

      Come vedi, non ho inteso penalizzare la popolazione campana tout court, la quale sta vivendo questa terribile esperienza. L’intento del mio articolo era ed è di critica a Saviano rispetto al mancato appello alla società civile intesa come sopra descritta, non lasciando alla sola piazza la gestione della mera protesta,  perché si proponesse e facesse emergere qualche homo novus nella battaglia per liberarsi di una classe dirigente e di una criminalità parassita che mortifica i campani, fra i quali, per inciso, annovero alcuni cari amici, persone degnissime. Il tuo scritto mi conferma, purtroppo, nella sensazione che per certuni è difficile dovere ammettere che esistano cause e resistenze proprie, preferendo attribuire, secondo un uso per altro molto invalso nel nostro Paese, le colpe ad altri.

      A mio avviso, l’errore sta nel pensare che la camorra sia figlia delle miserie che attanagliano quella Regione. Invece la camorra, come tutte le mafie,  è la “ mamma “ di tutte le miserie e i suoi servigi la camorra non solo li presta a chi glieli chiede ( domanda ), ma li propone e, spesso, li impone ( offerta ) anche a chi ne farebbe a meno come, ahinoi, tenta di fare da qualche tempo in alcune aree del Nord.

      Sappi che alla popolazione campana va tutta la mia solidarietà e, sono convinto, che alla fine arriverà anche la solidarietà concreta di altre Regioni d’Italia. Sappi che capisco il dramma che là si vive e non riesco nemmeno ad immaginare quali sofferenze possa produrre. Ma il cambiamento deve necessariamente passare anche attraverso un analisi che oltre che critica, dev’essere autocritica, pena il riprodursi di quelle storture per l’eternità.

      Quando si comincerà a pensare che gli “ altri “ siamo noi, allora forse le cose inizieranno a cambiare, smettendola di prendersela unicamente con il destino cinico e baro e con i nemici esterni alla nostra realtà.

      Se, poi, preferisci crogiolarti nell’autocommiserazione, perdonami, ma è un tuo problema.

      Per finire, a Veltroni do quel che è di Veltroni ma, se permetti, anche a me piace molto John Fitzgerald Kennedy.

      Ricordi la famosa frase che JFK disse ai berlinesi, durante la sua visita nel giugno del 1963: “Ich bin ein Berliner “ per dire in lingua tedesca che si sentiva vicino a loro? E io ti dico, per marcare la mia vicinanza ai campani, “io song napulitane “.

      Cordialmente,
      Luigi Nicotra

  • Di pv21 (---.---.---.4) 28 novembre 2010 19:57

    Disequazioni politiche.
    Nel caso Saviano si massimizza la differenza tra il verbo “interloquire” e l’espressione “cerca di interloquire” per motivare 5 interventi di Maroni a difesa della “impermeabilità” delle forze politiche padane.
    Nel caso della stesura del DL-rifiuti Campani si minimizza la sostituzione del verbo “raccordarsi” con il verbo “sentire” richiesta da Napolitano in merito a poteri ed autonomia decisionale del Commissario Regionale.
    Il tema di fondo è sempre il contrasto alle infiltrazioni mafiose, ma di segno opposto sono le formule usate per catturare il Consenso Surrogato di chi è sensibile all’imprinting mediatico …

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