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I pericoli del gioco d’azzardo ve li spieghiamo... giocando

Un fisico e un matematico italiani inventano un metodo per spiegare le regole matematiche che sono alla base dei giochi d’azzardo e far capire ai giovani che il banco vince sempre. Canova e Rizzuto in tour nelle scuole d'Italia e nelle Asl con il progetto "Fate il nostro gioco"

“I numeri non li sopporto più. La matematica che mi perseguita…”, cantava Jovanotti. E quanti di noi la cantano ancora oggi. Forse perché la matematica, troppo spesso, viene percepita come un insieme noioso di operazioni da imparare a memoria, senza che se ne comprenda la ragione… Ma a trasformare la matematica un gioco ed anche un utile strumento capace di renderci consapevoli e vigili nella vita di tutti i giorni ci hanno pensato un fisico, Diego Rizzuto, e un matematico, Paolo Canova che hanno dato vita al progetto “Fate il nostro gioco”:Si tratta di un progetto ideato per le scuole, le Asl, i Comuni e chiunque voglia ascoltarci. Proprio giocando, vogliamo far capire che alla base del gioco d’azzardo c’è la matematica e, in particolare il calcolo delle probabilità che ha a che vedere con la vita di tutti i giorni molto più di quanto si pensi”.

Win For Life, Slot machine, Superenalotto, Roulette, Gratta e vinci, Lotto, Poker, Black-Jack, Bingo, Scommesse sportive: nel 2009 gli italiani hanno speso in gioco d'azzardo 54,4 miliardi di euro (il 14,4% in più del 2008) e quasi 7 miliardi in più nel 2010.

“Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una crescita selvaggia dei giochi proposti dallo Stato italiano, crescita che ha creato e sta continuando a produrre un danno sociale enorme – spiega il fisico Diego Rizzuto -. Proprio partendo da questa considerazione, con il matematico Paolo Canova, ho deciso di trovare un modo per informare i fruitori di questi giochi e i possibili giocatori di domani sui meccanismi matematici che sono alla base di tutto e che inevitabilmente fanno perdere il giocatore”.

Il primo passo.

“Per prima cosa, durante la nostra conferenza, sfatiamo il “mito” dei numeri ritardatari: al gioco del lotto, ad esempio, quando un numero diventa centenario, cioè non esce da moltissimo tempo, in genere tutti puntano su quel numero. In realtà, facendo così, si ignora una cosa importante: ogni volta che si estrae un numero, la probabilità che esca quel numero è sempre la stessa. Tutti dicono che è ovvio, ma se poi si vanno a guardare i dati, si vede che nel 2005, quando per 182 estrazioni il 53 su Venezia non uscì, il numero di persone che puntò su quel numero aumentò notevolmente. E non solo. Se tu fai una ricerca su Google, trovi articoli di cronaca nera di gente che si è ammazzata per inseguire quel numero…”. 

Secondo passo: come fate a far comprendere che la reale probabilità di vincita è bassissima?

“Abbiamo inventato il gioco dei 10 eventi. Mettiamo a confronto 10 episodi considerati pressoché impossibili da tutti con la possibilità di vincita al Superenalotto. Quando si vede che matematicamente è più probabile che un asteroide distrugga la Terra o che una persona muoia in un incidente aereo prima di fare 6 al Superenalotto…”.

Un altro gioco che usate?

“Sempre per far capire come sia difficile vincere, abbiamo costruito un grosso metro cubo di coriandoli: per vincere – cioè fare 6 al Superenalotto – il concorrente deve prendere una moneta e fare 6 volte testa; poi si deve immergere bendato in un cubo e prendere l’unico coriandolo rosso che c’è! La probabilità che ciò accada è uguale a quella di vincere al Superenalotto!”.

Terzo passo: quale è il margine di guadagno del banco?

“Alla lunga il giocatore deve sapere che perde sempre. C’è un solo gioco equo ed è la tombola organizzata da una zia onesta, perché in quel caso il banco raccoglie i soldi e li ripartisce in premi. Ovviamente un banco che propone un gioco per fini di lucro tiene una percentuale per sé e quello che rimane viene diviso tra i premi”.

Come variano le percentuali di guadagno?

“Variano da gioco a gioco. La più bassa è quella della roulette che è “solo” del 2,7 %. La cinquina al lotto, invece, prevede un guadagno per il banco di circa il 90%. Questo significa che, anche se dovessi vincere una volta, alla lunga, ciò che hai vinto lo lasci al banco”.

Perché lo fate?

“Ciò che vogliamo difendere è il gioco consapevole. Tu, quando bevi, sai che, se esageri, puoi ammazzarti e ammazzare. E lo sai anche perché c'è molta informazione a riguardo. E per il gioco d’azzardo? Non c’è nulla di tutto questo, anzi. Quanti sono i volti noti che si prestano per pubblicizzarlo? Inoltre nessuno sa che il gioco può diventare una malattia che "provoca" morti. E i danni li subisce anche lo Stato, perché il gioco sta creando un danno sociale enorme . Motivo per il quale ci sono molte Asl che stanno promuovendo il gioco sostenibile. Anche noi collaboriamo con le As: mentre noi parliamo dell’aspetto matematico, loro affrontano il tema sociale e psicologico”.

Quanti giocatori patologici esistono oggi in Italia?

"I giocatori si distinguono in giocatori sociali, non malati, e in giocatori malati. Questi ultimi sono 700mila, secondo una stima ottimistica. Ma bisogna sapere che ce ne sono moltissimi che sono a rischio e non possiamo quantificarli".

In che scuole andate?

“Nelle scuole medie inferiori e superiori”.

I prossimi incontri?

“Il 14 ottobre siamo all’Acquario Civico a Milano, ospiti di un convegno sul Gioco d'Azzardo organizzato dall'Associazione ALEA. Interverranno, tra gli altri, il Dott. Bellio, la Dott.ssa Capitanucci e Henrietta Bowden-Jones, responsabile della National Problem Gambling Clinic di Londra. Mentre il 12 novembre saremo alla Sala Atc, a Torino, per il Convegno Nazionale del CICAP con un intervento sul progetto Fate il Nostro gioco. Tra gli ospiti del convegno, aperto da Piergiorgio Odifreddi, ci saranno i Rudi Matematici e Mariano Tomatis”.

Come vi sembra la situazione tra i giovani?

“Drammatica, come emerge anche da uno studio fatto dal Cnr: i giovani hanno un interesse esagerato per i giochi, conoscono tutte le regole e spendono la paghetta in questo modo”. 

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.17) 26 novembre 2012 16:22

    la mia parte di infantilismo che vive in me, resta affascinato da queste maledette macchinette mangiasoldi che con le loro luci e i loro colori,mi attirano come una sirena e resto affascinato, e continuo a mettere dentro le monete finche resto senza. Ma tutti questi soldi che ingozzano questi organismi che producono, gestiscono et incassano, sono animali insaziabili, a scapito dei polli come me. Le finanziarie poi ti prestano i soldi, e altri interessi ingozzano questi vampiri e tu per debolezza e dabbenaggine, ti demolisci da solo finendo sul lastrico. Basta bisogna smettere di giocare e a questi personaggi famelici togliere il pecunio e bisogna mandarli a fare un altro lavoro.

    • Di (---.---.---.119) 5 marzo 2014 15:10

      perfettamente d’accordo è sufficente che tutti si rendano conto per almeno due mesi che le macchinette sono esclusivamente delle mangiasoldi al solo scopo d’illudere chiunque si avvicina e dunque evitarle per decretarne la scomparsa sulla faccia della terra.il miglior guadagno è l’astinenza da gioco totale e la giusta informazione già da fare ai ragazzi delle scuole al solo scopo di metterli in guardia dal demone del gioco .

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