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I carri armati siriani fanno oltre 120 vittime

Ieri mattina all’alba la fanteria corazzata siriana ha sferrato un violento attacco contro i manifestanti che chiedevano la destituzione del presidente Bashar al-Assad. Forse un centinaio le vittime ad Hama. Ad Harasta, un sobborgo di Damasco, oltre 40 persone sono state ferite dal lancio di alcuni ordigni.

Malgrado la disparità delle forze in campo, i giovani siriani continuano la resistenza al regime. Le ultime notizie che giungono dal paese parlano di oltre 40 persone ferite in un sobborgo della capitale Damasco – 42 secondo le ultime agenzie – a cui sarebbero stati sparati ordigni imbottiti di chiodi. Tutto questo mentre ad Hama, città ribelle e simbolo delle proteste della Siria, si vive una vigilia di Ramadan insanguinata. Secondo la stima di Ammar Qorabi, capo dell’Organizzazione Nazionale per i Diritti Umani siriana, l’attacco siriano ha ucciso almeno 95 persone nella città di Hama, per un totale parziale di 120 morti comprese le altre città attaccate.

Da questa mattina infatti la popolazione sta subendo la brutale repressione del regime di Bashar al-Assad. Dopo una notte di proteste, all’alba i carri armati inviati dalle autorità hanno iniziato ad aprire il fuoco sulla popolazione: decine le vittime, molte, come testimoniano i numerosi video, colpite alla testa da armi pesanti. Secondo alcune fonti sarebbero addirittura già oltre 120 i morti tra i civili.

Secondo l’ambasciata americana a Damasco quello in corso “E’ un atto disperato. Le autorità pensano di poter prolungare la loro esistenza ingaggiando una guerra aperta contro i loro stessi cittadini“.

In Italia, il ministro degli Esteri Franco Frattini ha lanciato un appello al governo siriano per fermare le violenze, definite dalla Farnesina “un orribile atto di repressione“.

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