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I Quartetti di Brahms

Nell’ambito della rassegna Musica in Santa Cristina proseguono, nella chiesa di Santa Cristina di Bologna i concerti di musica classica per il ciclo “Da capo a coda”, un progetto della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna.

Il 14 marzo abbiamo assistito all’esecuzione di due notevoli composizioni di Johannes Brahms ed esattamente il Quartetto n. 1 in sol minore op. 25 e il Quartetto n. 3 in do minore op. 60, magistralmente eseguiti dal Trio Wanderer con Jean-Marc Phillips-Varjabédian al violino, Raphael Pidoux al violoncello, Vincent Coq al pianoforte e Christophe Gaugué alla viola.

Johannes Brahms (1833-1897) nacque ad Amburgo da Johann Jakob, contrabbassista e da J. Henricke Christiane Nissen, donna intelligente di esemplari virtù domestiche, di grande bontà e generosità nonché di diciassette anni maggiore del marito. Dai suoi genitori Johannes Brahms ereditò l’amore per la natura e la sensibilità alle gioie segrete che scaturivano dall’intimità degli affetti.

Se egli rimase scapolo, non fu per misoginia, ma forse per il suo forte amore per Clara Wieck Schumann la quale, di quattordici anni maggiore di lui e madre di parecchi figli, preferì restare fedele alla memoria del grande marito Robert Schumann, prematuramente scomparso e della cui opera il giovane Brahms non aveva mai cessato di approfondire lo studio, legato da una profonda ammirazione e da un sincero senso di gratitudine in quanto aveva trovato in Schumann la più profonda e alta comprensione.

E’ il 1853 l’anno del loro incontro. Brahms a vent’anni lascia la casa paterna per intraprendere il suo primo “tour” di concerti in compagnia del violinista ungherese Eduard Remémji. In questo viaggio egli stringe amicizia con uomini celebri, il più importante dei quali è il violinista Joseph Joachim col quale approfondisce una stretta amicizia che si riconosce in ideali comuni.

Dopo l’esperienza di Weimar al castello di Altenburg dove Brahms conosce Liszt e col quale non riesce a legare amichevolmente in quanto entrambi portatori di ideali opposti e spesso inconciliabili, alla fine di settembre egli si reca a Dusseldorf dove risiedeva Schumann per conoscerlo.

In casa Schumann il giovane Brahms trova un’atmosfera molto differente da quella lasciata al castello di Altenburg; non erano trascorsi quindici giorni dal loro incontro che Robert Schumann gli dedica la prima recensione di un articolo famoso apparso sul “Neue Zeitschrift fur Musik” nel quale Brahms viene definito l’artista che “…era chiamato a darci la più alta espressione ideale del nostro tempo”. Inoltre c’era Clara, anche lei pianista di gran talento e in grado di apprezzare e valorizzare il talento del giovane Brahms.

Sarà proprio l’amata Clara la prima interprete del Quartetto n. 1 op. 25 iniziato negli anni 1857-58 e portato a termine nel 1861 nella quiete della tenuta di campagna della famiglia Rosing.

Il primo tempo comprende almeno tre temi principali: il primo è misterioso, il secondo è molto espressivo e il terzo energico e vigoroso. L’Intermezzo è frutto di un’osservazione dell’amata Clara che riteneva che la denominazione di Scherzo non fosse adeguata alla malinconia del pezzo; il successivo Andante con moto ha in sé un piglio quasi grigio e marziale. Il finale Allegro alla zingarese è uno dei tantissimi omaggi alla musica popolare ungherese davvero tipici di Brahms.

Il Quartetto n. 3 in do minore op. 60 è completato nel 1875 ad Heidelberg, quando Brahms trascorreva l’estate in campagna e fu iniziato ben diciannove anni prima, nel 1856.

Le ragioni di una così lunga gestazione sono due. La prima trae origine dal fatto che è molto difficile o quasi impossibile periodizzare la produzione musicale di Brahms perché lui riprendeva spesso i suoi componimenti per apportare variazioni o integrazioni; la seconda ragione è la presenza ad Heidelberg di Clara che riporta nuova linfa e nuova energia all’ormai maturo Johannes che la incontra quotidianamente.

Il quartetto risulta liberato da ogni schema classico e la cosa non stupiva perché Brahms era un’avanguardia musicale per l’epoca e inoltre era diventato anche un’autorità come Direttore Artistico della Società degli Amici della Musica di Vienna dal 1872 al 1875.

Il primo movimento Allegro ma non troppo fa esplicito riferimento all’influenza di Clara come appassionata e fatale nella vita di Brahms; lo Scherzo è drammatico come il primo tempo, escursione nelle nordiche ballate; il terzo tempo, Andante è costituito da uno struggente Lied d’amore introdotto dal suono languido del violoncello accompagnato dal pianoforte che caratterizza un tema tra i più ispirati di Brahms; il finale Allegro comodo riconduce all’atmosfera cupa di tutta l’opera, forse una riflessione del maturo Maestro sul tempo passato.

Carlo Fiorentino

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.161) 21 marzo 2011 15:36

    Da cultrice della musica son ben felice, da meridionale meno perchè tanti eventi di questo spessore si creano lontano dalla mia città.
    Ti lascio un link di Radio 3 dove , se ti va, puoi ascoltare una puntata proprio dedicata a Johannes Brahms...grazie da Mariantonietta Sorrentino.
    http://www.rai.it/dl/portali/site/articolo/ContentItem-40bbcc6b-f5cf-4d5c-8e3e-beab2675c525.html

  • Di carlo fiorentino (---.---.---.71) 22 marzo 2011 22:09

    Cara Mariantonietta, ti ringrazio per il tuo link di Radio 3 che ho letto e ascoltato con molta attenzione.

    Posso dirti che non è bello, nè piacevole leggere e sapere ancora dell’immobilismo che esiste nel meridione d’Italia. Chi scrive è meridionale come te.
    Tu lamenti che eventi simili non si creano nella tua città; la responsabilità di tale assenza è da addebitare alla carenza di iniziative e proposte culturali dall’alto oppure all’indifferenza dei destinatari che si concretizza in una scarsa partecipazione? Il balletto di responsabilità genera un "loop" senza via d’uscita e senza risultati, con conseguente immobilismo. In quale modo potrà risolversi questo annoso problema?
    Grazie per il tuo contributo Carlo Fiorentino

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