I 12 anni di terrore in Italia nel resoconto della CIA, circa 8 mila attentati e 362 vittime. La strategia della tensione

Per quanto riguarda il FVG, si parla della strage neofascista di Peteano. Del 31 maggio 1972. Viene presentata così: "Il 31 maggio 1972, tre Carabinieri persero la vita a Peteano, vicino a Gorizia, vittime di un'esplosione di dinamite piazzata da Ordine Nuovo: Antonio Ferraro, Donato Poveromo e Franco Dongiovanni, entrambi dell'Arma. Una telefonata anonima ha avvisato i Carabinieri di una 500 (Fiat) abbandonata a Peteano, con della dinamite a bordo. I Carabinieri si precipitarono sulla scena furono fatti a pezzi dalla bomba. A parte i tre morti, altri due, il tenente Francesco Spaziale e il brigadiere Giuseppe Zazzaro, furono gravemente feriti. Nel settembre 1980, Giorgio Almirante, segretario nazionale dell'MSI-DN, fu incriminato per aver aiutato il principale imputato, Carlo Cicuttini, del Friuli, un neofascista di Ordine Nuovo, a fuggire".
Va precisato che fu il sottotenente Angelo Tagliari a rimanere ferito e non Francesco Spaziale, il cui cognome è anche sbagliato, quello giusto era Spaziani, che giunse da Gorizia con una “Giulia” con targa civile del Nucleo Investigativo. Rimase ferito Tagliari, insieme al brigadiere Zazzaro ed i Carabinieri ovviamente non sapevano che in quella maledetta 500 rubata a Gorizia vi fosse dell'esplosivo, furono chiamati, come è noto, per una segnalazione partita dal bar Nazionale di Monfalcone, con la quale si comunicò la presenza di una FIAT 500 abbandonata con dei buchi di proiettili, in località Peteano. Non si fa cenno al dirottamento di Ronchi, nel report della CIA, dove venne ucciso Ivano Boccaccio, fatto che fu determinante per arrivare a fare "giustizia" per quella strage. Se non avessero compiuto i neofascisti l'azzardo del dirottamento di Ronchi, probabilmente non si sarebbe mai fatta luce sulla strage di Peteano, che tra le vittime processuali vide anche gli innocenti goriziani, che dovettero subire anni di processi, peripezie e violenze a causa dei depistaggi mossi da alcuni esponenti dello Stato che si adoperarono per coprire i neofascisti e ancora oggi tanti perchè sono rimasti irrisolti su quella strage, nonostante l'assunzione di responsabilità da parte di Vincenzo Vinciguerra.
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