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 Home page > Attualità > Politica > Grillo, la Costituzione e la vicenda Lavitola-De Gregorio

Grillo, la Costituzione e la vicenda Lavitola-De Gregorio

"Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincoli di mandato." Così l'articolo 67 della nostra Costituzione.

È di questi giorni l'ennesima vicenda del genere - questa volta si tratta dell' ex parlamentare IdV Sergio De Gregorio e c'è la longa manus del faccendiere Lavitola - a portare in primo piano la questione di fondo del citato articolo costituzionale, stavolta - ma anche altre - con l'aggravante della corruzione.

"Due milioni li ho avuti in nero...", specifica De Gregorio. Si cambia casacca, magari proprio mentre si diventa presidente della Commissione Difesa, si passa dall'IdV a Berlusconi e si va a sabotare il Governo Prodi.

In realtà sin dalla Costituente la questione posta dall'art. 67 non era per nulla pacifica. Alle spalle della Costituente c'erano però vent'anni di regime fascista, la seconda guerra mondiale ed il loro prezzo: milioni e milioni di morti. Da qui la dizione "senza vincoli di mandato". Ma già dai tempi più remoti la giurisprudenza sia della Grecia classica che della Roma Repubblicana antica aveva messo in evidenza e bene proprio quanto denunciato in questi giorni da Beppe Grillo e sostenuto esattamente le sue tesi, ovvero la spada di Damocle che lo scioglimento dai vincoli del parlamentare pone di fatto al Parlamento.

Del resto già allora, ma anche in vasta parte della giurisprudenza sino ai nostri giorni, in vicende quali quelle di De Gregorio, il reato più grave non era considerato quello della corruzione, bensì quello del tradimento, e per i "Giuda" c'era - allora, la croce, poi commutata a seconda dei tempi e dei luoghi in decapitazione, impiccaggione, fucilazione ed, infine, ergastolo.

Tutt'oggi altri sistemi giuridici risentono di questa evoluzione. Tra gli autori politici più illustri del Novecento a sostenere la vincolanza del mandato troviamo nientemeno che Ivan Ilic Ulìanov, al secolo Lenin, grazie al quale la Costituzione Sovietica aveva imposto il vincolo del mandato.
 

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.63) 4 marzo 2013 11:48

    Un parlamento di lobotomizzati o di servi, questo vuole Grillo. VIVA LA COSTITUZIONE!
     
    http://www.orticalab.it/Lobotomia

  • Di Geri Steve (---.---.---.8) 4 marzo 2013 19:20

    La questione della corruzione alla berlusconi dei parlamentari è storia sporca che non c’entra niente con il principio di libertà di azione del parlamentare.

    Che un parlamentare decida con la testa sua e non con quella del capo dovrebbe essere cosa ovvia: il parlamentare è lì (o meglio: dovrebbe essere lì ) per rappresentare a modo suo i suoi elettori, non il capo o il partito.

    Se si accettasse il principio opposto -come sostiene Grillo- se ne dedurrebbe che i parlamentari sono semplicemente INUTILI: I CITTADINI POTREBBERO VOTARE DIRETTAMENTE I CAPI-PARTITO e in parlamento ci andrebbero soltanto loro, ciascuno con voto pesato: chi ha avuto il 28% avrebbe 28 voti, chi il 35% avrebbe 35 voti e così via. Il parlamento sarebbe composto da quattro o cinque gatti con cento voti fra tutti, e tutto sarebbe più semplice, rapido, trasparente ed economico.

    Se invece si fa un parlamento di centinaia di parlamentari è perchè ci si aspetta il meglio da centinaia di teste pensanti, non da centinaia di servi ubbidienti.

    GeriSteve

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