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Grecia, 2 giorni di sciopero contro l’austerity

Mentre l’Italia è alle prese con una forte crisi economica di cui si vede difficilmente la fine, la Grecia sembra essere ormai alle ultime possibilità per cercare di salvarsi. Da lunedì il Parlamento greco ha iniziato la discussione per approvare entro fine mese un nuovo piano di austery, indispensabile per ottenere dall’Eurogruppo altri 12 miliardi di euro di aiuti. Così il popolo greco insorge e da ieri è partito parte un nuovo sciopero generale che durerà anche oggi.

Unione europea e Fondo monetario internazionale hanno, infatti, preteso che la Grecia rafforzasse il suo programma di economie di bilancio per oltre 28 miliardi di euro da qui al 2015. E l’unico modo per salvare il Paese dalla bancarotta è aumentare le tasse, fare ulteriori tagli alla spesa pubblica e andare avanti con 50 miliardi di privatizzazioni.

Mentre i politici sono chiusi nei palazzi per approvare il piano, il popolo greco ha fatto l’unica cosa che ancora può fare: scioperare. Quarantotto ore di sciopero (cominciate ieri) che rischiano, in un momento economico cruciale, di bloccare totalmente il Paese.

La protesta ha avuto l’appoggio dei due maggiori sindacati del Paese, l’Adedy e la Gsee, che raggruppano i dipendenti del settore pubblico e del settore privato e paralizzerà i trasporti aerei, marittimi, urbani. Non solo, la giornata di protesta prevede anche banche chiuse e interruzione nell’erogazione dell’elettricità. Unica eccezione sarà la metropolitana che in questi due giorni continuerà le sue corse perché i dipendenti del servizio di trasporto hanno deciso di non scioperare proprio per consentire agli ateniesi di affluire nel centro della capitale. “La nostra mobilitazione continuerà fino a quando resterà in vigore questa politica”, ha detto un portavoce della Confederazione generale di lavoratori.

La manifestazione principale, la quarta dall’inizio dell’anno, sarà proprio davanti al Parlamento, presidiato per l’occasione da 5mila uomini delle forze dell’ordine. Nelle tante piazze in cui si manifesterà ci sarà anche il Pame, il sindacato vicino al Partito Comunista di Grecia e il movimento dei greci “indignati” che ha invitato tutti i cittadini a un “risveglio panellenico” per questi due giorni e per oggi è stata organizzata una catena umana intorno al Parlamento per impedire ai deputati di farvi ingresso.

In questi due giorni di protesta in cui il destino del Paese è appeso a un filo e qualunque sia la scelta finale, le conseguenze saranno comunque catastrofiche per la popolazione, gli “indignati di Atene” non vogliono rimanere soli e sono decisi a raccontare al resto del mondo cosa sta succedendo. Per questo hanno organizzato una “squadra di traduttori della piazza” per far arrivare ovunque “l’urlo disperato per un’Europa migliore” e hanno contattato i media stranieri per informarli che troveranno tutte le informazioni in tutte le lingue.
Il premier George Papandreou fa appello al “dovere patriottico” dei deputati per votare questo piano di bilancio che dovrebbe salvare il Paese, perché i numeri che ha in Parlamento sono molto stretti. Ma il popolo ormai è stremato e saranno due giorni di grandi proteste.

L’immagine simbolo, fino a ora, è quella che è arrivata lunedì quando un gruppo di militanti del Pame, il sindacato vicino al Partito Comunista di Grecia, si è introdotto all’alba nell’Acropoli (quando l’intera area era chiusa al pubblico) e ha srotolato un mega striscione. Una scritta in greco e inglese. “I popoli hanno il potere e non si arrenderanno mai”.

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