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Un altro mondo è ancora possibile

Tra un mese saranno passati 10 anni dal G8 di Genova del 2001 e quel popolo che in massa scese tra le strade della città ligure perché credeva in un mondo diverso da quello che i “grandi” sceglievano barricati nei palazzi, ha deciso di ritornarci a Genova, per ricordare. Cosa? La morte di Carlo Giuliani, la mattanza della scuola Diaz, la fine di un movimento o forse, il suo cambiamento.

Il movimento che si era presentato in massa a Genova era nato a Seattle nel 1999 ed era riuscito già nel gennaio del 2001 in Brasile a riunire la società civile e le organizzazioni democratiche. Credevano fermamente che un mondo diverso fosse possibile. Per le strade di Genova i giovani erano scesi a ricordare che la globalizzazione spinta, voluta dai potenti del G8, non avrebbe portato solo fortuna e ricchezza. Tutt’altro, ci sarebbero state più ingiustizie, più disuguaglianza civile, più guerre, un pianeta sempre più devastato. Non era una visione catastrofica. Dieci anni dopo lo scontro tra civiltà è all’ordine del giorno, la disuguaglianza civile una normalità e la difesa dell’ambiente sembra tornare tra le priorità solo per le campagne elettorali.

Molto poco è cambiato da allora, così sul sito ufficiale di Genova 2011 è partito l’invito a tornare nel capoluogo ligure, quest’estate, per ricordare uno dei momenti più tragici della recente storia italiana. E insieme recuperare lo spirito critico: allora contro la globalizzazione a senso unico, oggi contro la crisi e chi l’ha provocata.

L’obiettivo dei promotori non è guardare indietro, a quella che ormai è storia, ma guardare avanti, al futuro che abbiamo tutti e tutte la responsabilità di costruire. Perché il mondo e l’Italia di oggi continua ad avere tutte le caratteristiche che il movimento allora denunciò. Così ecco che è partito il tam tam, soprattutto in rete, per ritrovarsi a Genova e cercare di ricostruire un’alternativa al mondo di oggi. Tanti gli incontri presenti in calendario: si parte il 24 giugno e si va avanti fino al 24 luglio quando l’assemblea dei movimenti chiuderà Genova 2011. Dalle presentazioni di film e documentari, agli spettacoli teatrali e ai libri: incontri per discutere della società di oggi, di quella che è e di quella che potrebbe essere.

Quei giovani sottoposti a una “macelleria cilena”, a una delle più grandi violazioni dei diritti umani avvenuta in un paese occidentale nel dopoguerra, in dieci anni una parziale giustizia l’hanno ottenuta. Nonostante la lentezza dei processi italiani si è arrivati a una sentenza di secondo grado che non lascia dubbi. Al processo Diaz sono stati condannati in appello altissimi dirigenti di polizia: l’attuale capo dell’Anticrimine, il direttore del dipartimento Analisi del servizio segreto civile. In un processo parallelo, per induzione alla falsa testimonianza dell’ex questore di Genova, l’ex capo della polizia ha avuto in appello una condanna a un anno e quattro mesi.

In dieci anni i “ragazzi” del G8 sono cresciuti e si sono dovuti necessariamente adattare all’ambiente intorno. Forse il look scombinato l’hanno messo da parte e anche la rabbia dentro è stata parzialmente acquietata. Alcuni di loro hanno conquistato posti importanti all’interno delle nuove amministrazioni di Milano e Napoli.

E quelle idee che i ragazzi del 2001 urlavano per le strade della città ligure non sono morte. Alcune sono state riprese dai governi dei paesi latinoamericani, altre si ritrovano, ad esempio, nel movimento per l’acqua pubblica che in Italia ha ottenuto proprio con l’ultimo referendum un grande risultato. Ci sono poi i comitati contro i rifiuti e a favore della raccolta differenziata, quelli contro la Tav in Val di Susa. Il “movimento” si è diviso sul territorio senza perdere di vista gli obiettivi di quei giorni: più diritti ai lavoratori, alle donne, ai giovani, ai migranti, più difesa dell’ambiente, del lavoro, una riconversione dell’economia.
Tra un mese in molti, probabilmente, torneranno tra le strade di Genova: cresciuti, invecchiati, con nuovi obiettivi nella vita, ma ancora con il sogno di migliorare questo Pianeta e di renderlo più giusto ed equo.

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