Giorgia Meloni e lo spettro di Robespierre
Non ho mai sopportato Giorgia Meloni. I suoi comizi elettorali si sono rivelati una colossale messinscena per imbonire gli elettori facendo credere che la "pacchia sarebbe finita", che l'Italia si sarebbe fatta rispettare in Europa, poi entrata nella stanza dei bottoni è diventata il cagnolini addomesticato di Usa e Ue.
Giorgia Meloni ha semplicemente approfittato del vuoto che si era creato a destra per ereditare pure i voti dei leghisti e dei forzisti. Ma la puffa mannara sa benissimo che un'occasione simile non si ripeterà mai più. Che una volta caduto il suo governo, a Palazzo Chigi lei non metterà mai piede. Ecco perché punta al premierato: per essere sicura di restarci a Palazzo Chigi, a costo anche di appoggiare le autonomie regionali della Lega e ridurre l'Italia in tanti piccoli statarelli.
Tuttavia, la capa del governo non ha fatto i conti con Sergio Mattarella che ha annunciato pubblicamente: “Le condizioni minime della democrazia sono esigenti: generalità e uguaglianza del diritto di voto, la sua libertà, proposte alternative, ruolo insopprimibile delle assemblee elettive e, infine e non da ultimo, limiti alle decisioni della maggioranza, nel senso che non possano violare i diritti delle minoranze e impedire che possano diventare, a loro volta, maggioranze”.
Un avviso al governo Meloni e al mito della donna sola al comando. Un obiettivo che procede da quasi due anni, con decreti che puntano ad annullare il Parlamento, diffondendo a media unificati l'egemonia di Fratelli d'Italia che sa tanto di egemonia post fascista, come ha scoperto Fanpage che ha riportato all'attenzione del pubblico come la Gioventù Nazionale, un ramo di Fratelli d'Italia, con il favore delle tenebre osannavano il duce e invocavano e leggi razziali.
Giorgia Meloni è consapevole che non durerà, che non potrà durare, come tutti i governi che l'hanno preceduta. Ed è per questo che vuole il premierato. Ma in questo modo rischierà di fare la fine Robespierre, “ipnotizzato dalle sue chimeriche idee, pronto ad impiegare metodi degni dell’Inquisizione per propagarle”. Che fine fece Robespierre è noto. Non crediamo che Giorgia Meloni andrà incontro allo stesso destino. Ma la narrazione del suo governo non lascia presagire un lieto fine. Né per lei né per un Paese che si è affidato a un circo di clown.
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