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Gianluca Bracca

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  • Di Gianluca Bracca (---.---.---.246) 20 marzo 2011 13:22

    Il sig. Riva, in tutti i suoi commenti che mi ritrovo a leggere qua e la, continua imperterrito a tessere le lodi del nucleare civile. In tutte le considerazioni che con molta supponenza propone, egli parte sempre da un presupposto che inquina e distorce qualsiasi considerazione positiva in tema energetico: i consumi energetici, altissimi e per la maggior parte inutili, non sono mai messi in discussione, anzi il suo auspicio è che continuino a "crescere" senza sosta; pena, secondo lui, il regredire dell’umanità ai tempi della pietra.

    Il sig. Riva ignora, o vuole ignorare, che l’intera società occidentale è costruita su su distorsioni tali da rendere "necessario" divorare energia a più non posso, anche sprecandone quantità esorbitanti, come un diritto acquisito da tutti.
    L’economia dell’usa e getta, l’economia "dei giocattoli infiniti", dei riscaldamenti a 30°, delle 4 automobili per famiglia, della produzione crescente di "merci" imposte da una subdola e potente propaganda come "beni" quando tali non sono, senza alcun riguardo per il loro utilizzo prolungato, dell’energia necessaria per produrli e per tutto quanto concerne il loro fine vita programmato in tempi sempre più brevi una volta gettati, rende facili ragionamenti come quelli che propone.
    Se, invece, si analizza la questione energetica mettendo da parte tali facili presupposti, è abbastanza agevole constatare che il discorso non è "nucleare si, nucleare no", bensì quello di ripensare l’intero modello di vita occidentale, sgomberando il campo dal predominio della produzione infinita e della mercificazione di ogni aspetto delle nostre esistenze: il PIL, la sua continua proposta di crescita, è un concetto tanto effimero quanto deleterio per società ed ambiente, ne parlava in tempi non sospetti già Kennedy in un suo famoso discorso contro questa artificiale misura della ricchezza.
    La realtà, quella compatibile con ambiente e natura biologica dell’uomo e degli esseri viventi, è quella del NON consumismo, tutto il resto è artificio imposto nell’ultimo cinquantennio all’intera umanità: è possibile -e necessario- vivere senza regredire anche facendo a meno degli enormi consumi energetici attuali, senza rinunciare a tutto quanto necessario in termini di "beni", ma spazzando via l’enorme quantità di "merci" superflue e imposte come "necessarie" da una manciata di persone che su questo modello devastante costruiscono le loro fortune.
    In molti partono da questi presupposti, dai concetti teorizzati in quel pensiero chiamato "decrescita", per fare le proprie analisi con RESPONSABILITA’, ben coscienti che la rinuncia all’inutile è necessaria quanto urgente. I vari signori Riva, abbagliati da tutte le loro comodità insostenibili, continueranno a remare contro se stessi, l’ambiente e il futuro delle generazioni future a cui stiamo ipotecando problemi irrisolvibili con una grandissima, ingiustificabile e colpevole irresponsabilità.
  • Di Gianluca Bracca (---.---.---.246) 20 marzo 2011 13:22

    Il sig. Riva, in tutti i suoi commenti che mi ritrovo a leggere qua e la, continua imperterrito a tessere le lodi del nucleare civile. In tutte le considerazioni che con molta supponenza propone, egli parte sempre da un presupposto che inquina e distorce qualsiasi considerazione positiva in tema energetico: i consumi energetici, altissimi e per la maggior parte inutili, non sono mai messi in discussione, anzi il suo auspicio è che continuino a "crescere" senza sosta; pena, secondo lui, il regredire dell’umanità ai tempi della pietra.

    Il sig. Riva ignora, o vuole ignorare, che l’intera società occidentale è costruita su su distorsioni tali da rendere "necessario" divorare energia a più non posso, anche sprecandone quantità esorbitanti, come un diritto acquisito da tutti.
    L’economia dell’usa e getta, l’economia "dei giocattoli infiniti", dei riscaldamenti a 30°, delle 4 automobili per famiglia, della produzione crescente di "merci" imposte da una subdola e potente propaganda come "beni" quando tali non sono, senza alcun riguardo per il loro utilizzo prolungato, dell’energia necessaria per produrli e per tutto quanto concerne il loro fine vita programmato in tempi sempre più brevi una volta gettati, rende facili ragionamenti come quelli che propone.
    Se, invece, si analizza la questione energetica mettendo da parte tali facili presupposti, è abbastanza agevole constatare che il discorso non è "nucleare si, nucleare no", bensì quello di ripensare l’intero modello di vita occidentale, sgomberando il campo dal predominio della produzione infinita e della mercificazione di ogni aspetto delle nostre esistenze: il PIL, la sua continua proposta di crescita, è un concetto tanto effimero quanto deleterio per società ed ambiente, ne parlava in tempi non sospetti già Kennedy in un suo famoso discorso contro questa artificiale misura della ricchezza.
    La realtà, quella compatibile con ambiente e natura biologica dell’uomo e degli esseri viventi, è quella del NON consumismo, tutto il resto è artificio imposto nell’ultimo cinquantennio all’intera umanità: è possibile -e necessario- vivere senza regredire anche facendo a meno degli enormi consumi energetici attuali, senza rinunciare a tutto quanto necessario in termini di "beni", ma spazzando via l’enorme quantità di "merci" superflue e imposte come "necessarie" da una manciata di persone che su questo modello devastante costruiscono le loro fortune.
    In molti partono da questi presupposti, dai concetti teorizzati in quel pensiero chiamato "decrescita", per fare le proprie analisi con RESPONSABILITA’, ben coscienti che la rinuncia all’inutile è necessaria quanto urgente. I vari signori Riva, abbagliati da tutte le loro comodità insostenibili, continueranno a remare contro se stessi, l’ambiente e il futuro delle generazioni future a cui stiamo ipotecando problemi irrisolvibili con una grandissima, ingiustificabile e colpevole irresponsabilità.
  • Di Gianluca Bracca (---.---.---.246) 20 marzo 2011 13:19

    Il sig. Riva, in tutti i suoi commenti che mi ritrovo a leggere qua e la, continua imperterrito a tessere le lodi del nucleare civile. In tutte le considerazioni che con molta supponenza propone, egli parte sempre da un presupposto che inquina e distorce qualsiasi considerazione positiva in tema energetico: i consumi energetici, altissimi e per la maggior parte inutili, non sono mai messi in discussione, anzi il suo auspicio è che continuino a "crescere" senza sosta; pena, secondo lui, il regredire dell’umanità ai tempi della pietra.

    Il sig. Riva ignora, o vuole ignorare, che l’intera società occidentale è costruita su distorsioni tali da rendere "necessario" divorare energia a più non posso, anche sprecandone quantità esorbitanti, come un diritto acquisito da tutti.
    L’economia dell’usa e getta, l’economia "dei giocattoli infiniti", dei riscaldamenti a 30°, delle 4 automobili per famiglia, della produzione crescente di "merci" imposte da una subdola e potente propaganda come "beni" quando tali non sono, senza alcun riguardo per il loro utilizzo prolungato, dell’energia necessaria per produrli e per tutto quanto concerne il loro fine vita programmato in tempi sempre più brevi una volta gettati, rende facili ragionamenti come quelli che propone.
    Se, invece, si analizza la questione energetica mettendo da parte tali facili presupposti, è abbastanza agevole constatare che il discorso non è "nucleare si, nucleare no", bensì quello di ripensare l’intero modello di vita occidentale, sgomberando il campo dal predominio della produzione infinita e della mercificazione di ogni aspetto delle nostre esistenze: il PIL, la sua continua proposta di crescita, è un concetto tanto effimero quanto deleterio per società ed ambiente, ne parlava in tempi non sospetti già Kennedy in un suo famoso discorso contro questa artificiale misura della ricchezza.
    La realtà, quella compatibile con ambiente e natura biologica dell’uomo e degli esseri viventi, è quella del NON consumismo, tutto il resto è artificio imposto nell’ultimo cinquantennio all’intera umanità: è possibile -e necessario- vivere senza regredire anche facendo a meno degli enormi consumi energetici attuali, senza rinunciare a tutto quanto necessario in termini di "beni", ma spazzando via l’enorme quantità di "merci" superflue e imposte come "necessarie" da una manciata di persone che su questo modello devastante costruiscono le loro fortune.
    In molti partono da questi presupposti, dai concetti teorizzati in quel pensiero chiamato "decrescita", per fare le proprie analisi con RESPONSABILITA’, ben coscienti che la rinuncia all’inutile è necessaria quanto urgente. I vari signori Riva, abbagliati da tutte le loro comodità insostenibili, continueranno a remare contro se stessi, l’ambiente e il futuro delle generazioni future a cui stiamo ipotecando problemi irrisolvibili con una grandissima, ingiustificabile e colpevole irresponsabilità.
  • Di Gianluca Bracca (---.---.---.246) 20 marzo 2011 13:15

    Il sig. Riva, in tutti i suoi commenti che mi ritrovo a leggere qua e la, continua imperterrito a tessere le lodi del nucleare civile. In tutte le considerazioni che con molta supponenza propone, egli parte sempre da un presupposto che inquina e distorce qualsiasi considerazione positiva in tema energetico: i consumi energetici, altissimi e per la maggior parte inutili, non sono mai messi in discussione, anzi il suo auspicio è che continuino a "crescere" senza sosta; pena, secondo lui, il regredire dell’umanità ai tempi della pietra.

    Il sig. Riva ignora, o vuole ignorare, che l’intera società occidentale è costruita su su distorsioni tali da rendere "necessario" divorare energia a più non posso, anche sprecandone quantità esorbitanti, come un diritto acquisito da tutti.
    L’economia dell’usa e getta, l’economia "dei giocattoli infiniti", dei riscaldamenti a 30°, delle 4 automobili per famiglia, della produzione crescente di "merci" imposte da una subdola e potente propaganda come "beni" quando tali non sono, senza alcun riguardo per il loro utilizzo prolungato, dell’energia necessaria per produrli e per tutto quanto concerne il loro fine vita programmato in tempi sempre più brevi una volta gettati, rende facili ragionamenti come quelli che propone.
    Se, invece, si analizza la questione energetica mettendo da parte tali facili presupposti, è abbastanza agevole constatare che il discorso non è "nucleare si, nucleare no", bensì quello di ripensare l’intero modello di vita occidentale, sgomberando il campo dal predominio della produzione infinita e della mercificazione di ogni aspetto delle nostre esistenze: il PIL, la sua continua proposta di crescita, è un concetto tanto effimero quanto deleterio per società ed ambiente, ne parlava in tempi non sospetti già Kennedy in un suo famoso discorso contro questa artificiale misura della ricchezza.
    La realtà, quella compatibile con ambiente e natura biologica dell’uomo e degli esseri viventi, è quella del NON consumismo, tutto il resto è artificio imposto nell’ultimo cinquantennio all’intera umanità: è possibile -e necessario- vivere senza regredire anche facendo a meno degli enormi consumi energetici attuali, senza rinunciare a tutto quanto necessario in termini di "beni", ma spazzando via l’enorme quantità di "merci" superflue e imposte come "necessarie" da una manciata di persone che su questo modello devastante costruiscono le loro fortune.
    In molti partono da questi presupposti, dai concetti teorizzati in quel pensiero chiamato "decrescita", per fare le proprie analisi con RESPONSABILITA’, ben coscienti che la rinuncia all’inutile è necessaria quanto urgente. I vari signori Riva, abbagliati da tutte le loro comodità insostenibili, continueranno a remare contro se stessi, l’ambiente e il futuro delle generazioni future a cui stiamo ipotecando problemi irrisolvibili con una grandissima, ingiustificabile e colpevole irresponsabilità.
  • Di Gianluca Bracca (---.---.---.108) 20 marzo 2011 03:27

    L’invito è quello di guardare (ascoltare) quanto ha da dire il prof. Sertorio, anche per avere risposte ai dubbi. E’ chiaro che ciascuna debba ragionare di suo, possibilmente avendo davanti un ventaglio più ampio possibile di informazioni. Le mie affermazioni contano poco e non ho alcuna pretesa che vengano condivise. M’interessa che l’informazione, per chi ha la bontà di valutarle, siano diffuse.


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