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Gianluca Bracca

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  • Di Gianluca Bracca (---.---.---.81) 29 marzo 2011 01:04

    Quanto non dobbiamo sapere sui rifiuti nucleari (a tonnellate dagli anni ’40 ad oggi) sta in questi 97 minuti:

  • Di Gianluca Bracca (---.---.---.81) 28 marzo 2011 22:52

    La TV franco-tedesca ARTE e la TV svizzera RSI hanno trasmesso nel 2010 questo inquietante documentario sui rifiuti dell’industria e degli armamenti nucleari.

    Nella speranza che le TV italiane non siano da meno, prendiamone visione e diffondiamo questa rigorosa inchiesta di Eric Guèret e Laure Noualhat, dal titolo "Scorie radioattive, l’incubo del nucleare".
    Stando agli esperti, le scorie nucleari ipotecheranno il futuro dell’umanità per i prossimi 200 mila anni.
    L’inchiesta è stata realizzata nel 2009 e condotta negli Stati Uniti, in Francia e in Russia: dal primo incidente nucleare USA (1942) al disastro di Chernobyl (1986). In meno di 50 anni negli oceani sono state scaricate più di centomila tonnellate di scorie radioattive, quali conseguenze per l’uomo e l’ambiente?

    «Un documentario d’effetto, riguardante uno dei più grandi taboo della nostra società: le scorie radioattive, la faccia nascosta del nucleare. Una verità scomoda. In un periodo caratterizzato dalla presa di coscienza sulle minacce del riscaldamento globale, mentre le industrie e taluni politici descrivono l’energia nucleare come un’energia pulita, monitorata e priva di impatto ambientale e sulla salute, gli autori partono alla volta di una verità scomoda. 
    Le scorie sono il tallone d’Achille del nucleare, il suo incubo peggiore. La popolazione le teme, gli scienziati non trovano alcuna soluzione accettabile, gli industriali cercano di rassicurarci e i politici evitano di affrontare il problema. Ma cosa sappiamo esattamente? Com’è possibile avere una visione chiara riguardo ad un tema da sempre coperto da segreto? Chi decide? Che si tratti della Francia, della Germania, degli Stati Uniti o della Russia, questa inchiesta scientifica e politica affronta il tema taboo del nucleare dal suo lato peggiore.
    Gli scienziati della Criirad (Commissione di ricerca e di informazione indipendente sulla radioattività) ci accompagnano sui siti nucleari. Grazie alle misurazioni e ai prelievi che essi effettuano sul terreno, alle analisi e agli incontri con gli addetti al settore nucleare e con chi ad esso si oppone, tentiamo di rispondere agli interrogativi che tutto il mondo si pone: le scorie sono pericolose? Come sono state gestite fin dalle origini del nucleare? Esiste una soluzione al problema delle scorie? Incontreremo sia esponenti politici (Corinne Lepage, ex ministro dell’ambiente, Robert Alvarez, ex consigliere per l’energia nell’amministrazione Clinton) che industriali (Areva, EDF) per cercare di rispondere ad altri interrogativi: la popolazione è informata sui pericoli delle scorie? Può il nucleare essere democratico? Chi detiene realmente il potere? Qual è la reale posta in gioco per la politica e l’industria? Le scorie minacciano l’avvenire del nucleare? Il documentario ambisce a fornire a ciascuno la chiave di lettura per comprendere le scelte che pesano sul futuro dell’umanità.»

    VIDEO IN ITALIANO (97min):
  • Di Gianluca Bracca (---.---.---.81) 28 marzo 2011 22:52

    La TV franco-tedesca ARTE e la TV svizzera RSI hanno trasmesso nel 2010 questo inquietante documentario sui rifiuti dell’industria e degli armamenti nucleari.

    Nella speranza che le TV italiane non siano da meno, prendiamone visione e diffondiamo questa rigorosa inchiesta di Eric Guèret e Laure Noualhat, dal titolo "Scorie radioattive, l’incubo del nucleare".
    Stando agli esperti, le scorie nucleari ipotecheranno il futuro dell’umanità per i prossimi 200 mila anni.
    L’inchiesta è stata realizzata nel 2009 e condotta negli Stati Uniti, in Francia e in Russia: dal primo incidente nucleare USA (1942) al disastro di Chernobyl (1986). In meno di 50 anni negli oceani sono state scaricate più di centomila tonnellate di scorie radioattive, quali conseguenze per l’uomo e l’ambiente?

    «Un documentario d’effetto, riguardante uno dei più grandi taboo della nostra società: le scorie radioattive, la faccia nascosta del nucleare. Una verità scomoda. In un periodo caratterizzato dalla presa di coscienza sulle minacce del riscaldamento globale, mentre le industrie e taluni politici descrivono l’energia nucleare come un’energia pulita, monitorata e priva di impatto ambientale e sulla salute, gli autori partono alla volta di una verità scomoda. 
    Le scorie sono il tallone d’Achille del nucleare, il suo incubo peggiore. La popolazione le teme, gli scienziati non trovano alcuna soluzione accettabile, gli industriali cercano di rassicurarci e i politici evitano di affrontare il problema. Ma cosa sappiamo esattamente? Com’è possibile avere una visione chiara riguardo ad un tema da sempre coperto da segreto? Chi decide? Che si tratti della Francia, della Germania, degli Stati Uniti o della Russia, questa inchiesta scientifica e politica affronta il tema taboo del nucleare dal suo lato peggiore.
    Gli scienziati della Criirad (Commissione di ricerca e di informazione indipendente sulla radioattività) ci accompagnano sui siti nucleari. Grazie alle misurazioni e ai prelievi che essi effettuano sul terreno, alle analisi e agli incontri con gli addetti al settore nucleare e con chi ad esso si oppone, tentiamo di rispondere agli interrogativi che tutto il mondo si pone: le scorie sono pericolose? Come sono state gestite fin dalle origini del nucleare? Esiste una soluzione al problema delle scorie? Incontreremo sia esponenti politici (Corinne Lepage, ex ministro dell’ambiente, Robert Alvarez, ex consigliere per l’energia nell’amministrazione Clinton) che industriali (Areva, EDF) per cercare di rispondere ad altri interrogativi: la popolazione è informata sui pericoli delle scorie? Può il nucleare essere democratico? Chi detiene realmente il potere? Qual è la reale posta in gioco per la politica e l’industria? Le scorie minacciano l’avvenire del nucleare? Il documentario ambisce a fornire a ciascuno la chiave di lettura per comprendere le scelte che pesano sul futuro dell’umanità.»

    VIDEO IN ITALIANO (97min):
  • Di Gianluca Bracca (---.---.---.81) 28 marzo 2011 22:51

    La TV franco-tedesca ARTE e la TV svizzera RSI hanno trasmesso nel 2010 questo inquietante documentario sui rifiuti dell’industria e degli armamenti nucleari.

    Nella speranza che le TV italiane non siano da meno, prendiamone visione e diffondiamo questa rigorosa inchiesta di Eric Guèret e Laure Noualhat, dal titolo "Scorie radioattive, l’incubo del nucleare".
    Stando agli esperti, le scorie nucleari ipotecheranno il futuro dell’umanità per i prossimi 200 mila anni.
    L’inchiesta è stata realizzata nel 2009 e condotta negli Stati Uniti, in Francia e in Russia: dal primo incidente nucleare USA (1942) al disastro di Chernobyl (1986). In meno di 50 anni negli oceani sono state scaricate più di centomila tonnellate di scorie radioattive, quali conseguenze per l’uomo e l’ambiente?

    «Un documentario d’effetto, riguardante uno dei più grandi taboo della nostra società: le scorie radioattive, la faccia nascosta del nucleare. Una verità scomoda. In un periodo caratterizzato dalla presa di coscienza sulle minacce del riscaldamento globale, mentre le industrie e taluni politici descrivono l’energia nucleare come un’energia pulita, monitorata e priva di impatto ambientale e sulla salute, gli autori partono alla volta di una verità scomoda. 
    Le scorie sono il tallone d’Achille del nucleare, il suo incubo peggiore. La popolazione le teme, gli scienziati non trovano alcuna soluzione accettabile, gli industriali cercano di rassicurarci e i politici evitano di affrontare il problema. Ma cosa sappiamo esattamente? Com’è possibile avere una visione chiara riguardo ad un tema da sempre coperto da segreto? Chi decide? Che si tratti della Francia, della Germania, degli Stati Uniti o della Russia, questa inchiesta scientifica e politica affronta il tema taboo del nucleare dal suo lato peggiore.
    Gli scienziati della Criirad (Commissione di ricerca e di informazione indipendente sulla radioattività) ci accompagnano sui siti nucleari. Grazie alle misurazioni e ai prelievi che essi effettuano sul terreno, alle analisi e agli incontri con gli addetti al settore nucleare e con chi ad esso si oppone, tentiamo di rispondere agli interrogativi che tutto il mondo si pone: le scorie sono pericolose? Come sono state gestite fin dalle origini del nucleare? Esiste una soluzione al problema delle scorie? Incontreremo sia esponenti politici (Corinne Lepage, ex ministro dell’ambiente, Robert Alvarez, ex consigliere per l’energia nell’amministrazione Clinton) che industriali (Areva, EDF) per cercare di rispondere ad altri interrogativi: la popolazione è informata sui pericoli delle scorie? Può il nucleare essere democratico? Chi detiene realmente il potere? Qual è la reale posta in gioco per la politica e l’industria? Le scorie minacciano l’avvenire del nucleare? Il documentario ambisce a fornire a ciascuno la chiave di lettura per comprendere le scelte che pesano sul futuro dell’umanità.»

    VIDEO IN ITALIANO (97min):
  • Di Gianluca Bracca (---.---.---.67) 25 marzo 2011 21:48

    Anonimo Paolo, mi sono permesso di citare le parole del prof. Sertorio che, a quanto pare, tutto è tranne che uno sconosciuto commentatore di Agoravox che si affanna a cercare di rivelare ai lettori la sua cultura scientifica con disquisizioni teoriche sui concetti di relatività o elettromagnetismo: grazie per l’insegnamento e l’interessamento.

    Se quanto ci sta accadendo attorno, alla luce anche dei fatti giapponesi, per lei "è il bello che deve ancora venire", si accomodi pure. Sappia però che io, come tanti altri, non permetteremo assolutamente che il futuro dei nostri figli venga messo nelle mani di persone sapienti ma irresponsabili come lei.
    Capisco l’amore per scienza e ricerca, ma le applicazioni reali di tante grandi e piccole manipolazioni forzate delle leggi della natura (così la tengo contento) spesso portano a conseguenze non controllabili, non prevedibili e non misurabili; in molti altri casi, invece, sono già state pienamente misurate e previste anche nel loro non essere controllabili. 
    Per me vale il principio di precauzione che, nel caso specifico dell’approvvigionamento energetico di una società drogata dal mito del consumo e della produzione infinita, può essere tranquillamente applicato facendo esercizio di buon senso a tutti i livelli: economico, sociale, scientifico, informativo, politico.


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