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Epr o Centrali nucleari di terza generazione: sicure come Chernobyl

Quando dicono che qualcosa è sicuro o buono per te, significa che è sicuro o buono per loro. Se qualcuno proteggerà la tua vita e la tua sicurezza, quel qualcuno non potrai essere che tu. (Irwin Bross, oncologo)

Il governo italiano vuole costruire diverse centrali nucleari in Italia e per rassicurare i cittadini, inorriditi alla sola parola nucleare, sostiene che saranno le più sicure del mondo: le EPR, o Centrali nucleari di terza generazione.Ma fermiamoci subito e chiariamo due aspetti molto importanti:

  1. Non esistono centrali nucleari sicure. Punto. Come mai? Per diverse ragioni, visibili ai vostri occhi (pensate a quello che sta succedendo in Giappone), di cui ho parlato in questo altro post.
  2. Le centrali EPR non sono le più “sicure” al mondo. Perché? Semplice: nel mondo non ci sono EPR funzionanti, ma solo in costruzione. Le cosiddette centrali di terza generazione, infatti, non sono altro che un prototipo. Quali studi ci possono garantire che le centrali EPR saranno sicure? Se le EPR sono un prototipo allora verranno “provate” sulla nostra pelle?

Background: cosa differenziano le EPR dalle altre centrali?

Alcune cose. Le EPR cercano di dare (senza riuscirci) una risposta al problema sicurezza: da una parte il tentativo è quello di rinforzare la centrale per evitare che fattori esterni possano intaccare il nucleo o le barre d’uranio (da terremoti, maremoti, attacchi terroristici, ecc), mentre dall’altra si cerca di trovare una soluzione per lo smaltimento delle scorie. Risultati? Nessuno.

Le centrali di terza generazione non sono affatto sicure, come millanta il governo, ma anzi per alcuni versi sono quelle meno sicure. Non lo dico io, ma l’Autorità finlandese per l’energia atomica, in collaborazione con le sue sorelle inglesi (Hse) e francesi (Asn), che ha evidenziato gravi errori nel dispositivo di emergenza dell’impianto EPR che si sta costruendo a Olkiluoto in Finlandia. Questa grossa falla al sistema di sicurezza potrebbe causare una tragedia due volte superiore a quella di Chernobyl. Inoltre, dove si stanno costruendo queste nuovi centrali, i cantieri hanno subito ritardi a causa dei numerosissimi (oltre 2000) problemi di sicurezza e progettazione, tipici di ogni prototipo.

Il caso della Finlandia: Olkiluoto 3.

Come ho sottolineato diverse volte, l’EPR sono dei prototipo e non ne esistono di funzionanti. Attualmente se ne stanno costruendo quattro, una delle quali in Finlandia sull’isola di Olkiluoto dove ce ne sono già due vecchio stampo. Durante la costruzione di questo colosso nucleare sono emerse gravi falle alla sicurezza, ritardi nella data di consegna dell’impianto e aumento dei costi di produzione della centrale.

Ma andiamo per ordine: il progetto per il reattore EPR è stato approvato nel 2009 dal parlamento finlandese; successivamente sono stati chiariti i termini ed è stato stipulato un contratto di 2,6 miliardi con la multinazionale francese dell’energia AREVA. Il contratto prevedeva la fine dei lavori per il 2009, ma il cantiere è ancora lungi dall’essere terminato e adesso si parla del 2013 quale data di conclusione dei lavori. I costi sono più che raddoppiati: oggi si parla di 5,5 miliardi di dollari, ma i costi potrebbero anche aumentare.

Durante questi anni sono state scoperte diverse falle alla sicurezza, tutte scoperte per merito di inchieste esterne come quella che vi ho raccontato della Autorità finlandese sull’energia atomica, ma anche svolte da ong di tutto prestigio come Greenpeace. Si è scoperto, per esempio, che agli operai spacciati come specializzati dall’Areva (molti dei quali alla loro prima esperienza lavorativa) non venivano date istruzioni su come fare le saldature (importantissime per la sicurezza della centrale!) e su come riparare i numerosi danni alla struttura che si presentavano man mano. Racconta Andrzej Miciak, saldatore e manovale polacco che ha lavorato alla costruzione dell’EPR finlandese fino al 2007: 2Se qualche caporeparto individuava un danno, un rinforzo rotto o danneggiato, ci diceva di coprirlo col cemento senza apportare nessuna riparazione".

Inoltre il problema sicurezza non va limitato al periodo della costruzione della centrale, anche se i tecnici hanno seri dubbi che una centrale del genere possa essere considerata anche vagamente sicura. Il problema della sicurezza va oltre e arriva allo smaltimento delle scorie radioattive. Se infatti nelle EPR queste scorie sono volumetricamente più piccole, non va dimenticato che sono le più radioattive al mondo. Più di qualsiasi scoria prodotta da qualsiasi altra centrale. Se già non si riescono a smaltire le scorie nucleari “normali”, come si può pensare di riuscire a smaltire queste che sono ancora più radioattive? In Germania, uno studio condotto dai più importanti scienziati della scena mondiale, ha determinato che nelle zone circostanti le centrali nucleari i casi di leucemia infantile sono il doppio rispetto alla norma. Vi potete immaginare cosa potrebbe succedere con queste EPR che producono maggiore radioattività?

Il caso della Francia: Flamanville 3

Ovviamente, essendo la tecnologia e il brevetto in mano alla francese Areva, anche in Francia stanno costruendo un reattore nucleare EPR. I risultati sono simili alla costruzione finlandese. Problemi di sicurezza sono stati evidenziati sin dal 2007, tant’è che nel Maggio 2008 la ASN (Agenzia francese per la sicurezza del nucleare) ha imposto uno stop ai lavori per permettere ai tecnici di risolvere i problemi alla sicurezza. E’ stato provato, infatti, che la composizione del calcestruzzo che è stata versata alla base del reattore era povera e non adatta a garantire la sicurezza. Sono state anche notate delle crepe alle barre di rinforzo. Anche a Flamanville 3, inoltre, i costi sono più che raddoppiati ( da 2,5 miliardi a quasi 6) e la consegna posticipata al 2014.

Un piccolo dubbio: cosa succederebbe in Italia?

Abbiamo visto che la costruzione delle centrali EPR è molto dedicata e andrebbe svolta con la massima diligenza e attenzione. Un minimo errore, una minima noncuranza può portare ad effetti catastrofici, molto più di quanto lo sia stato Chernobyl. E gli errori che sono stati commessi fino ad oggi non sono nemmeno minimi, ma strutturali: non sono dovuti ad un operaio un po assonnato, ma ad una ignobile volontà da parte delle multinazionali del nucleare a voler risparmiare su materiali e su operai specializzati per poter ottenere un maggior profitto.

Cosa succederebbe in Italia? In un paese in cui gli appalti sono in mano alle mafie e in cui - vedi L’Aquila - non si riesce a costruire un ospedale antisismico? Siamo al 67mo posto nella classifica dei paesi meno corrotti. Anche il Ruanda è meno corrotto dell’Italia. E chi ci garantisce che la corruzione non entrerà anche nelle centrali nucleari? Chi ci garantisce che le mafie non costruiranno le nostre centrali? Forse questo governo?

Chernobyl non è poi così lontana.

Crediti immagine: -Eudoxus-

I commenti più votati

  • Di paolo (---.---.---.101) 25 marzo 2011 18:00

    Trozzi stai facendo catechismo . Ripeti concetti che su questi siti sono stati già distribuiti a piene mani . Il concetto di sicurezza in un progetto è "intrinseco" sulla base delle esperienze tecnologiche precedenti , quindi minor rischio significa riduzione delle probabilità di un’evento . A rischio zero non si produce nulla .

    E chi lo dice Bracca ? Forse volevi dire che la natura ha le sue leggi , la Fisica cerca di interpretarle e di capirle ma è tutt’altro che immutabile . Le teorie con cui la Fisica tenta di spiegare gli eventi sono in continua evoluzione . Ciò che spiegava la meccanica classica non era sufficiente per spiegare la natura delle interazioni che agiscono all’interno di un’atomo ,c’è voluta la teoria ondulatoria e la meccanica quantistica , cosi’ come la teoria della relatività (ristretta e generale) hanno rivoluzionato leggi che sembrano applicabili a qualsiasi evento .
    Se prendi due cariche positive e le avvicini si respingono ,ma allora come possono i protoni convivere all’interno dei nuclei atomici ? Gli elettroni sono cariche negative che ruotano attorno ad un nucleo positivo e allora come mai non collassano sul nucleo ? Se era per le sole leggi sull’elettromagnetismo ,non si sarebbe potuto spiegare nulla .Poi si può anche tentare di unificare tutte le teorie della fisica in una sola ,finora non c’è ancora riuscito nessuno ,è la più grande sfida della fisica moderna .
    La linea guida è il dubbio , la certezza appartiene al trascendente , alla ideologia .
    Quindi altro che al capolinea , siamo soltanto agli inizi . Il bello deve ancora venire .

    ciao 

Commenti all'articolo

  • Di Gianluca Bracca (---.---.---.8) 25 marzo 2011 11:09

    La fisica ha le sue leggi. E tali leggi sono scritte e immutabili. Non basteranno 10 o 100 generazioni per cambiarle.

  • Di paolo (---.---.---.101) 25 marzo 2011 18:00

    Trozzi stai facendo catechismo . Ripeti concetti che su questi siti sono stati già distribuiti a piene mani . Il concetto di sicurezza in un progetto è "intrinseco" sulla base delle esperienze tecnologiche precedenti , quindi minor rischio significa riduzione delle probabilità di un’evento . A rischio zero non si produce nulla .

    E chi lo dice Bracca ? Forse volevi dire che la natura ha le sue leggi , la Fisica cerca di interpretarle e di capirle ma è tutt’altro che immutabile . Le teorie con cui la Fisica tenta di spiegare gli eventi sono in continua evoluzione . Ciò che spiegava la meccanica classica non era sufficiente per spiegare la natura delle interazioni che agiscono all’interno di un’atomo ,c’è voluta la teoria ondulatoria e la meccanica quantistica , cosi’ come la teoria della relatività (ristretta e generale) hanno rivoluzionato leggi che sembrano applicabili a qualsiasi evento .
    Se prendi due cariche positive e le avvicini si respingono ,ma allora come possono i protoni convivere all’interno dei nuclei atomici ? Gli elettroni sono cariche negative che ruotano attorno ad un nucleo positivo e allora come mai non collassano sul nucleo ? Se era per le sole leggi sull’elettromagnetismo ,non si sarebbe potuto spiegare nulla .Poi si può anche tentare di unificare tutte le teorie della fisica in una sola ,finora non c’è ancora riuscito nessuno ,è la più grande sfida della fisica moderna .
    La linea guida è il dubbio , la certezza appartiene al trascendente , alla ideologia .
    Quindi altro che al capolinea , siamo soltanto agli inizi . Il bello deve ancora venire .

    ciao 
    • Di Gianluca Bracca (---.---.---.67) 25 marzo 2011 21:48

      Anonimo Paolo, mi sono permesso di citare le parole del prof. Sertorio che, a quanto pare, tutto è tranne che uno sconosciuto commentatore di Agoravox che si affanna a cercare di rivelare ai lettori la sua cultura scientifica con disquisizioni teoriche sui concetti di relatività o elettromagnetismo: grazie per l’insegnamento e l’interessamento.

      Se quanto ci sta accadendo attorno, alla luce anche dei fatti giapponesi, per lei "è il bello che deve ancora venire", si accomodi pure. Sappia però che io, come tanti altri, non permetteremo assolutamente che il futuro dei nostri figli venga messo nelle mani di persone sapienti ma irresponsabili come lei.
      Capisco l’amore per scienza e ricerca, ma le applicazioni reali di tante grandi e piccole manipolazioni forzate delle leggi della natura (così la tengo contento) spesso portano a conseguenze non controllabili, non prevedibili e non misurabili; in molti altri casi, invece, sono già state pienamente misurate e previste anche nel loro non essere controllabili. 
      Per me vale il principio di precauzione che, nel caso specifico dell’approvvigionamento energetico di una società drogata dal mito del consumo e della produzione infinita, può essere tranquillamente applicato facendo esercizio di buon senso a tutti i livelli: economico, sociale, scientifico, informativo, politico.

  • Di paolo (---.---.---.101) 25 marzo 2011 18:11

    Trozzi ,fare catechismo non è un’offesa ,significa prendere i concetti e renderli dogmatici . Fatti prendere dal dubbio che anche chi sostiene il nucleare può non essere un’idiota o un cinico uomo d’affari ma magari uno che sa qualcosina più di te , poi è legittimo che ognuno si formi la propria opinione . E ci mancherebbe altro .


    ciao di nuovo 
  • Di Ettore Trozzi (---.---.---.206) 25 marzo 2011 19:00
    Ettore Trozzi

    Paolo, 


    non lo metto in dubbio: alcune persone che sostengono la scelta del nucleare sono preparate e intelligenti, come ad es. Margherita Hack. Non è un fatto personale e, come potrai concordare, il dubbio è un’ottima sensazione, una sensazione che permette di andare al di là delle chiacchiere en passant. 
    Tempo fa ero molto appassionato di Goethe e lui diceva, adesso non mi ricordo dove, che il dubbio cresce con la coscienza della realtà che viviamo. 

    Ed è il dubbio che mi porta a prendere la posizione che ho adesso, ovvero contro la costruzione di centrali nucleari in Italia. Io i dati li ho letti, integralmente, li ho cercati e cerco di riproporli per una fruizione il più ampia possibile. I dati di questo articolo, ad esempio, sono reali, verificati. Poi si può dire che un prototipo in quanto tale è più lento da costruire e che, anche se nutro dubbi in proposito, la sicurezza viene garantita. I miei dubbi gli ho espressi. A questo aggiungo che lo Stato e le aziende dovrebbero investire in energie rinnovabili, senza "scadenza", sicure. E con sicure intendo anche per lo smaltimento (anche se non si può usare questo termine in realtà) delle scorie e qui non vedo grandi passi avanti nel mondo (ti potrei citare Asse, anche perché vivo in Sassonia diverso tempo all’anno) . Potrai obiettare che la ricerca farà passi da gigante, ma allora che fretta c’è? Non possiamo aspettare questi passi da gigante e poi decidere? Perché decidere con così tanti interrogativi? 

    Continuerei a discutere però non ho tutto questo tempo. Ciao. 
  • Di Toscana (---.---.---.3) 25 marzo 2011 21:32

    Si, infatti, adesso il reattore 3 in Giappone si è ulteriormente aggravato! No al nucleare
    By Toscana

  • Di Gianluca Bracca (---.---.---.67) 25 marzo 2011 21:37


    Radiazioni Letali
    L’inchiesta web di Scenari, Rainews24

    Cresce ancora l’allarme per il disastro nella centrale nucleare di Fukushima. Tecnici e lavoratori che a rischio della vita stanno cercando di raffreddare i reattori sembrano impotenti. Intanto emergono le responsabilita’ degli interessi industriali che hanno aggirato in questi anni le misure di sicurezza. Scenari fa il punto parlando pure del dibattito sul nucleare in Italia e di un ambito di cui si parla pochissimo: i rischi di contaminazione legati alla presenza di sottomarini e portaerei alimentati dall’energia atomica.

  • Di Mr. Hubbert (---.---.---.176) 26 marzo 2011 00:10

    come gia’ detto, per un reattore basta solo un incidente nella sua vita ed è la catastrofe.
    Adesso il pericolo grosso è rappresentato dalla Francia, alto numero di centrali e per di piu’ vecchie significa un aumento delle possibilita’ di incidente.
    Quando le macchine invecchiano l’incidente è dietro l’angolo, le parti meccaniche si deteriorano, i cavi elettrici e connettori vanno incontro a microinterruzioni e ossidazioni, gli oring cuociono e seccano...forse è ora di cominciare a dire qualche preghiera.

  • Di paolo (---.---.---.101) 26 marzo 2011 00:14

    Conosciutissimo Gianluca Bracca , non hai praticamente capito una mazza di quello che ho detto ,la mia era solamente una osservazione sul concetto di immutabilità delle leggi della fisica ,non c’entra nulla con una valutazione sul nucleare ,i figli ecc.. e non voleva essere una lezione ,anche se potrei farlo e l’ho anche fatto , comunque sei già stato preceduto in questo tipo di aggressione .Arrivi secondo.E guarda che anche le opinioni di quelli che si manifestano come xxx.xxx.xxx valgono almeno quanto le tue , non è che dichiarando il codice fiscale siete automaticamente più interessanti.

    AgoraVox mi ha richiesto una registrazione per partecipare ed io l’ho fatta . Punto . 
    " Il bello deve ancora venire " si riferiva ai progressi che la fisica porterà inevitabilmente nei prossimi decenni e che forse riproporrà un nucleare totalmente diverso da quello di cui stiamo parlando ora . Stavo confutando una tua affermazione che mi sembrava troppo drastica .
    Siete talmente in trincea con l’elmetto che perdete la lucidità di prendere le parole per quello che sono .
    A proposito ,il prof. Sertorio è una persona che stimo moltissimo , cercate di non strumentalizzarlo.

    ciao Gianluca 

  • Di Gianluca Bracca (---.---.---.81) 28 marzo 2011 22:52

    La TV franco-tedesca ARTE e la TV svizzera RSI hanno trasmesso nel 2010 questo inquietante documentario sui rifiuti dell’industria e degli armamenti nucleari.

    Nella speranza che le TV italiane non siano da meno, prendiamone visione e diffondiamo questa rigorosa inchiesta di Eric Guèret e Laure Noualhat, dal titolo "Scorie radioattive, l’incubo del nucleare".
    Stando agli esperti, le scorie nucleari ipotecheranno il futuro dell’umanità per i prossimi 200 mila anni.
    L’inchiesta è stata realizzata nel 2009 e condotta negli Stati Uniti, in Francia e in Russia: dal primo incidente nucleare USA (1942) al disastro di Chernobyl (1986). In meno di 50 anni negli oceani sono state scaricate più di centomila tonnellate di scorie radioattive, quali conseguenze per l’uomo e l’ambiente?

    «Un documentario d’effetto, riguardante uno dei più grandi taboo della nostra società: le scorie radioattive, la faccia nascosta del nucleare. Una verità scomoda. In un periodo caratterizzato dalla presa di coscienza sulle minacce del riscaldamento globale, mentre le industrie e taluni politici descrivono l’energia nucleare come un’energia pulita, monitorata e priva di impatto ambientale e sulla salute, gli autori partono alla volta di una verità scomoda. 
    Le scorie sono il tallone d’Achille del nucleare, il suo incubo peggiore. La popolazione le teme, gli scienziati non trovano alcuna soluzione accettabile, gli industriali cercano di rassicurarci e i politici evitano di affrontare il problema. Ma cosa sappiamo esattamente? Com’è possibile avere una visione chiara riguardo ad un tema da sempre coperto da segreto? Chi decide? Che si tratti della Francia, della Germania, degli Stati Uniti o della Russia, questa inchiesta scientifica e politica affronta il tema taboo del nucleare dal suo lato peggiore.
    Gli scienziati della Criirad (Commissione di ricerca e di informazione indipendente sulla radioattività) ci accompagnano sui siti nucleari. Grazie alle misurazioni e ai prelievi che essi effettuano sul terreno, alle analisi e agli incontri con gli addetti al settore nucleare e con chi ad esso si oppone, tentiamo di rispondere agli interrogativi che tutto il mondo si pone: le scorie sono pericolose? Come sono state gestite fin dalle origini del nucleare? Esiste una soluzione al problema delle scorie? Incontreremo sia esponenti politici (Corinne Lepage, ex ministro dell’ambiente, Robert Alvarez, ex consigliere per l’energia nell’amministrazione Clinton) che industriali (Areva, EDF) per cercare di rispondere ad altri interrogativi: la popolazione è informata sui pericoli delle scorie? Può il nucleare essere democratico? Chi detiene realmente il potere? Qual è la reale posta in gioco per la politica e l’industria? Le scorie minacciano l’avvenire del nucleare? Il documentario ambisce a fornire a ciascuno la chiave di lettura per comprendere le scelte che pesano sul futuro dell’umanità.»

    VIDEO IN ITALIANO (97min):

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