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Capire Fukushima per trarne insegnamenti

Se la memoria non tradisce il vostro cronista, come peraltro sovente gli accade con i ricordi scolastici sul Guicciardini, fu uno solo dei reattori di Cernobyl ad andare in crisi, quello su cui fu tentato lo sciagurato test di funzionamento in condizioni di avaria del sistema di raffreddamento. Gli altri continuarono a funzionare per anni. Questo fatto fu estremamente positivo perché la regolare emissione di energia elettrica da parte della centrale impedì che l’incidente si propagasse anche ad essi. Siamo troppo condizionati dagli interruttori di ogni tipo che azioniamo in ogni momento della giornata per essere consapevoli che, con un reattore nucleare, non è affatto così: la reazione in esso avviata può essere gestita nel tempo, ma giammai fermata azionando un semplice dispositivo e, se non si continua ad allontanare da esso energia, le barre si surriscaldano sino alla fusione. E’, pertanto, una buona notizia che a Fukushima si stia riuscendo a ripristinare la fornitura di energia elettrica all’esterno della centrale.

Per quanto riguarda l’uso dell’acqua di mare per allontanare dai reattori energia sotto forma di calore, ben venga per evitare danni peggiori. Dobbiamo però essere consapevoli che l’acqua di mare, se non utilizzata in circuiti di raffreddamento integri, viene a contatto con sostanze radioattive e, quando è restituita al mare o, comunque, all’ambiente esterno, finisce per inquinarlo con le sostanze radioattive inglobate. La stessa cosa vale per i vapori contaminati immessi nell’atmosfera.

Le sostanze radioattive sprigionate si inseriscono nella catena alimentare ed arrecano danni agli esseri viventi, uomini compresi; e nessuna frontiera di Stato decisa dall’uomo è in grado di fermare questo processo.

Capire l’emergenza atomica di Fukushima è necessario per decidere per il futuro con cognizione di causa; anche perché è indimostrato ed indimostrabile che l’uomo non possa fare a meno dell’energia di origine nucleare, ad esempio rivolgendosi alle energie rinnovabili. Concetti simili sono stati espressi da Carlo Rubbia ieri in televisione, insieme alla asserzione che non è accettabile che a Fukushima la situazione sia andata fuori controllo; e sono concetti del tutto ragionevolmente condivisibili.

A sostegno di essi il fisico ha ripetuto più volte che gli stessi francesi, alla luce dell’incidente di Fukushima, stanno riconsiderando l’attuale utilizzo dei reattori nucleari; come se avessimo bisogno dei francesi per essere ragionevoli! Ma forse l’obiettivo delle parole di Rubbia era un altro, era l’attuale governo che ha pattuito lo sviluppo del nucleare in joint venture con i francesi e che anche a questa emergenza planetaria guarda con gli occhi miopi del suo interesse, della lotta del potere per il potere, della contrapposizione politica; incapace di proporre al Paese quelle “visioni di obiettivi condivisi e condividibili” di cui ha parlato Edoardo Patriarca, segretario del comitato organizzatore delle Settimane Sociali della Chiesa di Roma.

Di tutto quanto sopra se ne accorgeranno i nostri concittadini, che sono stati sempre rappresentati nell’immaginario collettivo internazionale come i campioni della scaltrezza? Cercheranno di capire quello che sta succedendo a Fukushima per trarne insegnamenti? Utilizzeranno il voto e tutti gli altri strumenti che la democrazia liberale offre loro per decidere di se e delle generazioni future in libertà e senza i condizionamenti delle lobby politiche ed economiche di tutti i tipi?

Nel giorno in cui si celebra la formazione dello Stato italiano, la speranza è d’obbligo; anche se i timori sono tanti.

Commenti all'articolo

  • Di Renzo Riva (---.---.---.91) 19 marzo 2011 00:18
    Renzo Riva

    Caro Aiello (o Ajello?),
    Ho risposto qualche minuto fa ad una, ritengo dalla fotografia, giovane signora.
    Cosa significa: perché è indimostrato ed indimostrabile che l’uomo non possa fare a meno dell’energia di origine nucleare.

    Vorrebbe il dottore e premio Nobel Rubbia dire con cosa sostituiremo in Europa l’energia elettronucleare che oggi da il 33% di tutti i consumi elettrici ed è la prima fonte energetica seguita poi dal carbone?
    Per caso col cosiddetto risparmio?
    Ironizzo su ciò dicendo allora che per le popolazioni deprivate di fonti alimentari la prima fonte d’alimentazione è la dieta.
    In Giappone poi il totale dei consumi di 1.100 TWh è così suddiviso percentualmente per fonte:

    Rinnovabili___10%
    Fossile______63%
    Nucleare_____27%

    Con quale fonte sostituirà il Giappone il 27% di elettronucleare?

    http://www.agoravox.it/Nucleare-le-scorie-saranno-la.html

     

    Laureata in materie umanistiche?
    Se laureata si vede.

    Per malasanità in Italia muoiono 35.000 persone all’anno.
    Del pari, lei signora Diana, non s’affidi alla sanità disponibile; vada dai maghi e dalle fattucchiere e s’affidi alle medicine alternative.
    Non si rende forse conto, e poi perché dovrebbe, di quante cose e servizi utilizza nella sua giornata che dipendono dalla professionalità e serietà di chi con la sua opera le rende il vivere quotidiano meno problematico: si ricorda, oppure le sovvengono alla memoria, i racconti di fine ottocento e prima metà del novecento dei suoi avi? Su quanto fosse dura la vita e con quali ristettezze, quando alla fine era un problema mettere insieme un pranzo con la cena?
    Vede cara signora Diana,
    io mi considero un fortunato per essere nato nell’anno 1949 ed aver potuto accedere all’istruzione ed ai mezzi tecnologici che il progresso scientifico metteva a disposizione. Fortunato anche perché la mia generazione ha avuto opportunità che prima ed oggi non saranno più date se non con molta parsimonia.
    Lei comunque, data la sua giovane età, sarà senz’altro messa nella condizione di sperimentare il ritorno al passato, quando tutto veniva mosso dall’energia del Sole, se a questa fonte energetica s’affiderà.
    Si goda i frutti del suo progresso/regresso.

     

    http://www.repubblica.it/economia/2011/02/07/news/rinnovabili_relazione-12180385/

     


    • Di Gianluca Bracca (---.---.---.246) 20 marzo 2011 13:19

      Il sig. Riva, in tutti i suoi commenti che mi ritrovo a leggere qua e la, continua imperterrito a tessere le lodi del nucleare civile. In tutte le considerazioni che con molta supponenza propone, egli parte sempre da un presupposto che inquina e distorce qualsiasi considerazione positiva in tema energetico: i consumi energetici, altissimi e per la maggior parte inutili, non sono mai messi in discussione, anzi il suo auspicio è che continuino a "crescere" senza sosta; pena, secondo lui, il regredire dell’umanità ai tempi della pietra.

      Il sig. Riva ignora, o vuole ignorare, che l’intera società occidentale è costruita su distorsioni tali da rendere "necessario" divorare energia a più non posso, anche sprecandone quantità esorbitanti, come un diritto acquisito da tutti.
      L’economia dell’usa e getta, l’economia "dei giocattoli infiniti", dei riscaldamenti a 30°, delle 4 automobili per famiglia, della produzione crescente di "merci" imposte da una subdola e potente propaganda come "beni" quando tali non sono, senza alcun riguardo per il loro utilizzo prolungato, dell’energia necessaria per produrli e per tutto quanto concerne il loro fine vita programmato in tempi sempre più brevi una volta gettati, rende facili ragionamenti come quelli che propone.
      Se, invece, si analizza la questione energetica mettendo da parte tali facili presupposti, è abbastanza agevole constatare che il discorso non è "nucleare si, nucleare no", bensì quello di ripensare l’intero modello di vita occidentale, sgomberando il campo dal predominio della produzione infinita e della mercificazione di ogni aspetto delle nostre esistenze: il PIL, la sua continua proposta di crescita, è un concetto tanto effimero quanto deleterio per società ed ambiente, ne parlava in tempi non sospetti già Kennedy in un suo famoso discorso contro questa artificiale misura della ricchezza.
      La realtà, quella compatibile con ambiente e natura biologica dell’uomo e degli esseri viventi, è quella del NON consumismo, tutto il resto è artificio imposto nell’ultimo cinquantennio all’intera umanità: è possibile -e necessario- vivere senza regredire anche facendo a meno degli enormi consumi energetici attuali, senza rinunciare a tutto quanto necessario in termini di "beni", ma spazzando via l’enorme quantità di "merci" superflue e imposte come "necessarie" da una manciata di persone che su questo modello devastante costruiscono le loro fortune.
      In molti partono da questi presupposti, dai concetti teorizzati in quel pensiero chiamato "decrescita", per fare le proprie analisi con RESPONSABILITA’, ben coscienti che la rinuncia all’inutile è necessaria quanto urgente. I vari signori Riva, abbagliati da tutte le loro comodità insostenibili, continueranno a remare contro se stessi, l’ambiente e il futuro delle generazioni future a cui stiamo ipotecando problemi irrisolvibili con una grandissima, ingiustificabile e colpevole irresponsabilità.
  • Di Gianluca Bracca (---.---.---.103) 19 marzo 2011 01:29

    In assenza di seri dibattiti sui media di massa, tenuti da persone preparate e non assoldate da alcun potere, cerchiamo di fare di necessità virtù, almeno per chi ha la volontà di cercare di capire cosa realmente significhi NUCLEARE e quali siano le implicazioni che ci possano riguardare, a tutti i livelli.


    Per il Bene Comune ha quindi raggiunto e intervistato il prof. Luigi Sertorio, docente di Ecofisica presso l’Università di Torino.
    Allievo di Edoardo Amaldi, ha dedicato la sua intera vita lavorativa al settore nucleare, militare e civile. E’ stato per lungo tempo al Los Alamos National Laboratory negli Stati Uniti, dove ha approfondito gli studi sul reattore francese di ultima generazione (Superphénix) ed ha lavorato per anni come direttore di programmi scientifici per la NATO. E’ autore di oltre 90 pubblicazioni scientifiche e diversi saggi divulgativi.

    Sarebbe cosa saggia che televisioni e giornali dessero la parola a persone di questo calibro, ma così non è: tutti gli spazi sono ormai occupati da "tuttologi", pseudo-scienziati e pseudo-professori a gettone, politici che tutto conoscono tranne ciò di cui parlano. Per gli italiani va bene così. L’ha detto la TV in fondo.

    Ma non per tutti.

    Un’ora di ottima informazione. Da condividere per riflettere prima del voto referendario sul nucleare italiano.

    Il Punto, speciale nucleare con il prof. Luigi Sertorio:

    Nucleare, qualche domanda scomoda:
     
    "Non parlateci di nucleare e di rinnovabili a sostegno dell’utopia del consumismo, parlateci di non consumismo, cioè della realtà".
  • Di Renzo Riva (---.---.---.88) 21 marzo 2011 02:22
    Renzo Riva

    .
    No al consumismo?

    Non l’abbiamo già sprimentato dalla notte dei tempi e fino all’anno 1955?

    Se lo desiderano tutti quelli che parlano come Gianluca Bracca ed il prof. Luigi Sertorio si accomodino.
    Qualora fossero il 50% più uno degli aventi diritti al voto potranno legiferare su questo e altro.
    Qualora fossero il 50% meno uno potrebbero comunque operare delle scelte di mercato nei loro consumi che certamente determinerebbero senz’altro una modifica significativa nell’offerta.
    Se la situazione permane, come io auspico e com’è attualmente, allora significa che lor signori stanno solamente dando aria alla bocca.

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