Garlasco parte II: noi cittadini, invece, vorremmo sapere

E’ giunta una seconda perizia disposta dal giudice del processo ad Alberto Stasi per l’omicidio di Chiara Poggi ed il presidente del tribunale di Vigevano, Anna Maria Peschiera, ha firmato un’ordinanza con cui vieta alla stampa di accedervi.

Eppure quello della “pubblicità” (insieme all’oralità, alla giuria ed alla libera difesa) è uno dei quattro requisiti fondamentali del processo penale continentale, comunemente detto di civil law , uno dei più importanti frutti della Rivoluzione Francese.

Su questa via prima o poi vedremo ripristinare nel nostro Paese le prigioni come la Bastiglia, dove i detenuti lo erano non in forza di un regolare processo, ma in base ad una semplice lettera firmata dal sovrano e controfirmata dal ministro. Già ora si può essere condannati senza processo, sia pure solo ad una pena pecuniaria, grazie a quella aberrante procedura denominata Decreto Penale, quella applicata al dottor Boffo per intenderci.

Di responsabilità nella trasparenza neanche a parlarne. Sarebbe ora che la Corte Europea per i Diritti dell’Uomo cominciasse ad occuparsi attivamente del “caso Italia”, facendo finalmente giungere l’Illuminismo nel nostro Paese, sia pure con due secoli di ritardo.

Giorni orsono, al propagarsi della pandemia dell’influenza “A”, in Francia, accanto all’ipotesi di chiudere le scuole, si è esaminata anche l’ipotesi di sospendere i processi; perché la loro pubblicità non è cosa su cui i nostri fratelli transalpini accettano di discutere. Insomma, dalle loro parti, i processi penali pretendono la partecipazione di chiunque lo ritenga opportuno e l’ipotesi che questo non fosse consentito a causa della pandemia faceva venire meno i presupposti per il regolare svolgimento degli stessi.

Quando anche il nostro Paese diventerà normale? Vorremmo saperlo perché molti di noi hanno dei figli e vogliono capire se non sia meglio andare a finire i propri giorni altrove per meglio lasciarli.