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Fab

Come nello spirito di AgoraVox, qui sono un "cittadino" nel mondo delle delle notizie e dell'informazione. Di tanto in tanto scrivo qualche articolo. Ho all’attivo collaborazioni libere con diversi siti web per la produzione di contenuti. Per chi avesse maggiore curiosità di leggermi, ho anche un blog (associato al mio profilo autore)

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Ultimi commenti

  • Di Fab (---.---.---.239) 22 giugno 2009 12:42
    Ho notato, Gloria, che non è la prima volta che commenti i miei articoli (che sono rari). Anche la volta precedente però, se ben ricordo, non eri d’accordo con me; spero, per l’appunto, che la tua non sia un’opposizione di principio ;)
    Vorrei essere anche io meno “rude” per cui vale lo stesso discorso da parte mia nei tuoi confronti.
     
    Comprendo il principio di cui nel tuo commento qui sopra: sarebbe meglio, vuoi dire, se ad ogni consultazione dell’elettorato, di qualunque genere, ognuno si recasse alle urne ad esprimere la propria scelta tra quelle presentate. Non esageriamo parlando anche di “società perfetta”: non credo a tale ortodossia di pensiero. Di certo, poi, non lo sarebbe tramite una scelta dicotomica tra i “SI” e i “NO” (con cui possiamo esprimerci veramente poco) e neppure andando sempre a votare alle elezioni.
     
    A parte questo, mi tocca ribadire che c’è differenza tra astensionismo attivo e passivo (sui generis) e non ci mettiamo a scrivere manuali di scienza della politica in questo spazio perché il discorso diventerebbe molto lungo e non è il caso di farlo nei commenti qui.
    I politici sanno bene che l’astensione equivale, in questo caso, alla contrarietà, espressa con un’altra modalità che è d’uso nei referendum. E’ uguale solo il dato numerico finale per coloro che sono per il “SI” ma la differenza tra astensionismo attivo e astensionismo passivo, quest’ultimo per apatia etc. esiste ed è anche per questo che ho scritto l’articolo e come me tanti altri.
    L’ho scritto chiaramente: chi è contrario, chi è per il “NO” lo esprime per lo più attraverso il non voto ed è il caso per questo referendum. E’ un meccanismo elettorale che “funziona”, anche per effetto di dinamiche psicologiche; ma, anche su questo aspetto molto interessante, non la facciamo lunga perché altrimenti dovremmo scrivere pagine e pagine e trovo eccessivo farlo nei commenti e in forma scritta.
    I contrari “vincono” sia attraverso il “NO” sia e soprattutto attraverso il non voto e l’astensione. Se non ci fosse stato il quorum, ne avremmo parlato diversamente; si sceglie una strategia sulla base delle regole e di ciò che permettono.
     
    I politici che comandano al momento non hanno intenzione di cambiare sostanzialmente la legge elettorale. Con il prevalere del NO espresso (che vince lo stesso, attraverso l’astensione) non sarebbe successo nulla, nessu dialogo. Non hanno il fiato sul collo; non dimentichiamo i numeri della maggioranza parlamentare. Escludo discorsi filosofici sulla società perfetta. Ripeto, la contrarietà vince ugualmente, attraverso la modalità dell’astensione. L’ho scritto più volte, ormai dovrebbe essere pacifico. 
    E neanche con il “SI” “cambierebbe” in modo sostanzioso l’attuale legge che non ci piace. Anzi, con il “SI” si aprirebbero scenari peggiori in cui diventerebbe sempre più difficile per i cittadini esprimersi: preferenze sempre bloccate, tutto in mano a pochi, un solo partitone al comando e opposizione numericamente misera, area politica a te affine senza quasi più la possibilità di esprimere la propria voce. Perfino nuove elezioni, con la gente sempre più stanca di andare alle urne (ci credo, si fanno elezioni di continuo)
    D’altronde questo processo è già in atto; con la contrarietà al referendum si cerca solo di porre un freno all’emorragia di democrazia.
    So del dibattito a cui accenni anche se non vi presenziai come avrei voluto (siamo dello stesso ambito geografico). Il Prof. Villone, che fa anche politica, avrà detto quella frase dal tono netto proprio per sue ragioni politiche, è comprensibile. Così come tu dici di avere, metaforicamente, “il sangue agli occhi”. 
    Saluti anche a te!
     

  • Di Fab (---.---.---.249) 21 giugno 2009 19:38

    Non mi sembra affatto allucinante il sostenere l’astensione verso questo referendum. Anzi, mi appare indifendibile.
    Certo, nel merito delle proposte e proprio per questo.
     
    I referendum politici non sono comparabili con i referendum etico/sociali; l’esempio riportato e che riguarda la Chiesa non ha senso poiché di differente classificazione e analisi politologica.
     
    Per astensione s’intende l’astenersi dal recarsi alle urne, dove sono approntati i seggi esclusivamente per i referendum. Nell’articolo non s’invoca tout court l’astensione per i seggi approntati anche per i ballottaggi delle amministrative dove si sostiene invece la possibilità, sancita dalla Costituzione e considerata opportuna nel merito, di non ritirare le schede. Recarsi alle urne è un diritto, non un dovere giuridico.
     
    L’astensionismo “attivo” di cui si parla e il non ritiro delle schede dei referendum sono un’espressione di volontà dell’elettore. Le analisi dei numeri elettorali e le strategie d’opinione indicano e suggeriscono che se si è contrari al contenuto di una proposta referendaria, il più delle volte lo si esprime con il non voto poiché più efficace per il raggiungimento dell’esito sperato.
     
    Non ho parlato di astensionismo passivo ma attivo per cui la tua riflessione, Gloria, non tiene conto di questa differenza ed erroneamente generalizza in alcuni tratti.
     
    Nel merito, la semplice abrogazione (ed anche questo concetto sembra tu non abbia tenuto presente) di parti di una legge non è ritenuta migliorativa dai contrari al referendum (che si rivelano astensionisti) ma peggiorativa; per cui toccherà, nel caso, tenersi quella legge elettorale anche se non piace. Non “ci” (in risposta al tuo “vi”illudete) facciamo alcuna illusione che l’insuccesso “freghi a qualcuno”. Serve solo a non peggiorare la legge, a cercare di non aumentarne i danni, tutto qui.
     
    Che la gente non sia motivata ad andare a votare (tu intendi, evidentemente, alle politiche) è un altro discorso e non è comparabile con il voto/non voto al referendum, che continuerà ad esserci come idea e metodo; sono due piani distinti dell’ingegneria elettorale. Si sostiene di non votare nel merito di questo referendum; non si sostiene di non andare più a votare né, da cittadini, si seguono solo le manovre dei partiti. Non votando questo referendum si esprime, per quel che è possibile con un referendum abrogativo e che ha dunque una modalità dicotomica, un punto di vista di contrarietà a queste proposte referendarie.
     

  • Di Fab (---.---.---.231) 13 giugno 2009 12:08

    Non sono deluso dal blog "Voglio Scendere" ma da un articolo di quel blog, a firma di Corrias.

    L’errore è stato riconosciuto dopo che io per primo, poi altri commentatori e infine l’intervento autorevole di Claudio Fava l’hanno fatto notare. Sempre che si voglia credere si sia trattato semplicemente di un errore. E’ comunque superficiale quel metodo giornalistico, ammesso da Corrias, nell’uso delle fonti. 
    La rettifica da parte di Corrias (del blog) era doverosa.

    L’emendamento che prevedeva il riparto del rimborso anche tra i partiti che avessero conseguito almeno il 2% fu cancellato, come giustamente fai notare, su impegno di questo Governo.

  • Di Fab (---.---.---.231) 13 giugno 2009 11:57

    Continuerò a leggere con piacere, come faccio da tempo, il blog “Voglio Scendere”, non vedo motivi per i quali non dovrei più farlo.

    In altre occasioni ho evidenziato tale blog attraverso commenti ed articoli, riportando apprezzamenti per i contenuti di P. Gomez e M. Travaglio.
    Condivido di meno quelli di Corrias ma, a parte il grado di apprezzamento, qui ha sbagliato due volte; la seconda è per il metodo giornalistico che da addetto ai lavori trovo preoccupante perché la prima potrei anche considerarla un errore.
     
    Sul Tg1 sono d’accordo. Non ho la smania di comunicare l’errore ma semplicemente, come te, il desiderio che l’informazione, ogni informazione sia vera e corretta, da chiunque essa provenga; anche da coloro che seguo e apprezzo come quella del blog "Voglio Scendere" e che per lo stesso motivo, invece, tu difendi a priori, senza voler considerare che anche per uno di loro è possibile un errore, sempre se in un errore si vuol credere.
     
    Se sei più interessata/o all’argomento “intercettazioni”, potrai trovare articoli interessanti restando su questo sito; non vedo il motivo di venire a commentare il mio se per te è "di poco conto" (io non uso i tuoi termini). E’ evidente che l’hai fatto solo per una presa di posizione acritica.

  • Di Fab (---.---.---.71) 12 giugno 2009 22:12

    quando ho scritto l’articolo, non si era “scusato” né aveva ancora ammesso l’”errore”, che era stato solo da me segnalato nei commenti su quel blog. La “verità” l’ha riportata dopo che gli era stata segnalata da me, poi da altri, poi dal giornalista e parlamentare europeo uscente Claudio Fava. La spiegazione dell’errore, però, mostra la superficialità nell’uso della fonte giornalistica.

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