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Economia: dove l’Italia batte la Germania

In un confronto impietoso resistono alcuni settori dove il Made in Italy è più forte della potenza tedesca. E se non ci fosse l'euro la Germania sarebbe molto più povera... 

Se nel calcio restiamo storicamente imbattuti, la sfida tra Italia e Germania sul terreno economico ci vede spesso soccombere, tranne alcune lodevoli eccezioni. 

La Germania, si sa, è il paese indiscutibilmente più sano e solido d'Europa, trascinata dai colossi nei settori della meccanica e della chimica, come Siemens, Daimler, Bmw, Bayer, Basf, senza considerare una quota rilevante di micro aziende (da 1 a 9 dipendenti) che rappresentano il 61% del comparto manifatturiero, mentre in Italia è l'81,3%. 
 
Per Berlino la quota sulla produzione globale nel 2010 è stata del 6%, a Roma del 3,4%. Nella classifica delle principali potenze manifatturiere la Germania è al quarto posto, l'Italia al quinto, dopo Stani Uniti, Cina e Giappone. 
 
Due economie fortemente orientate all'export: la Germania è il terzo esportatore mondiale di beni dopo Cina e Usa, mentre l'Italia è ottava.
 
Nonostante i distinguo e le polemiche politiche, l'interscambio con i tedeschi è intenso, basti considerare che la Germania è pur sempre il primo mercato di sbocco dell'export italiano.
 
Se ci spostiamo sul fronte del Pil le differenze sono però notevoli: secondo i dati Eurostat, nel periodo 2007/2011 il valore aggiunto dell'Italia in termini reali è diminuito di 56 miliardi di euro, mentre quello della Germania è cresciuta di 52 miliardi. Allo stesso tempo l'occupazione tedesca è aumentata di oltre 1 milione e 200 mila persona, nel Bel Paese si sono persi invece 450 mila posti di lavoro. 
 
Un boom che la Germania ha saputo cavalcare unendo la forza dell'industria con le riforme decisive avviate su pensioni, lavoro e welfare
 
Inoltre Berlino ha avuto un grande vantaggio dalla crisi europea innestata dai debiti sovrani, grazie ai bassi tassi d'interesse che hanno favorito gli investimenti e consentito allo Stato di spendere direttamente e sostenere i consumi privati senza incidere negativamente sul rapporto debito/Pil. 
 
Senza l'Eurozona inoltre la Germania non avrebbe potuto accrescere in questi anni il suo surplus commerciale, incrementando la posizione netta sull'estero dal 4,55 del Pil nel 1999 al 38,4% nel 2010. 
Una competitività favorita dal cambio e dall'acquisto massiccio di prodotti tedeschi da parte del resto d'Europa. 
 
L'unico settore, insieme al manifatturiero, dove l'Italia regge ancora il confronto con Berlino è l'export: nel 2011 il Made in Italy si è imposto per il 44% dei volumi di vendita nei paesi extra Ue, superando la Germania (41%)
 
Inoltre, secondo il Trade Performance Index Unctad-Wto nei settori come tessile-abbigliamento, meccanica non elettronica e di base siamo primi al mondo per diversificazione nei mercati.
 
La competitività di Roma rispetto a Berlino si fa sentire nel settore del mobile, del legno, nella meccanica, nonostante i tradizionali limiti imposti dalla burocrazia asfissiante, dalla carenza di infrastrutture, incertezza del diritto e dai costi dell'energia. 
 
L'unica sorpresa potrebbe arrivare nei prossimi anni proprio sul fronte del debito: nel 1999 soltanto tre paesi Ue (Italia, Belgio e Grecia) avevano un debito pubblico superiore all'80% del Pil. Nel 2013 invece, secondo le proiezioni della Commissione Europea, ci saranno in totale 9 economie con debito elevato(Grecia, Italia, Irlanda, Portogallo, Belgio, Gran Bretagna, Francia, Spagna e Germania). 
 
Sembrerà impossibile, ma tra un anno il debito pubblico tedesco (2.082 miliardi) sarà addirittura superiore al nostro (1.988 miliardi).
 
Sempre che il percorso di riduzione, fortemente inseguito dal governo Monti tra mille ostacoli e sacrifici, non si arresti dinnanzi all'ennesima prova di irresponsabilità e sciovinismo della classe politica italiana. 

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.243) 7 luglio 2012 19:36

    Prosopopea >

    Fino a 48 ore fa Monti ha ribadito che l’Italia “non ha bisogno di sostegno” per far fronte al suo disavanzo.
    Non conta che in soli 4 mesi il nostro Debito sia aumentato di 51 miliardi?
    E’ irrilevante che il Pil del 2012 cali almeno del 2% e che il “cruciale” pareggio di bilancio sia rinviato al 2014?

    Poi Draghi ha parlato di “rischi al ribasso” per l’economia ed ha escluso che la Bce torni ad acquistare Titoli di Stato.
    Detto fatto gli interessi da pagare sui Btp decennali sono risaliti al 6% e la Borsa ha girato in rosso.

    E’ passata 1 settimana da quel Consiglio Europeo (29 giugno) che ha visto Monti “protagonista” e paladino dello scudo anti-spread e delle misure per la crescita.
    Come preteso, aveva con sé una “epocale” riforma del lavoro.
    Per superare la crisi non basta la “prosopopea” da teatrino di Pantomima e Rimpiattino

  • Di Helen Dietrich (---.---.---.59) 7 luglio 2012 20:26
    Helen Dietrich

    Tutto vero..

    Aggiungo una nota: a parte il fatto che il debito pubblico è più corretto calcolarlo in termini relativi (in rapporto al PIL) che assoluti, nessuno dice che il debito pubblico complessivo della Germania è pari al 197% del PIL..

    L’Italia avrà pure un debitone ma i suoi fondamentali sono i migliori d’Europa. Siamo addirittura primi per sostenibilità del debito, mentre la Germania è seconda. Il problema è la crescita (che non c’è), ma quesot è un altro discorso.
  • Di (---.---.---.169) 8 luglio 2012 08:52

    Beh vedere anche i lati positivi aiuta ... ma siamo sicuri che ci sara nuova crescita ??

    quando??

    non e’ forse il caso di esplorare vie alternative e copiare un po i tedeschi ove riescono meglio?? (onesta’, senso civico, senso del risparmio e corretta gestione della cosa pubblica,...

    insomma vogliamo fare come volkswagen o come Fiat??

  • Di paolo (---.---.---.87) 8 luglio 2012 23:09

    Il problema non è in assoluto l’ammontare del debito pubblico :Usa e Giappone ci sopravanzano di gran lunga .
    Il problema è la credibilità paese in rapporto al debito pubblio . Ed è soprattutto in termini politici che siamo un paese poco credibile . Stiamo scordandoci in fretta di un ventennio di follia speso dietro personaggi impresentabili,senza risolvere ,anzi aggravando ,i problemi strutturali ed etico morali del paese. Monti sta cercando di metterci una pezza ma , a mio avviso , con un eccesso di cautele .
    C’era bisogno di una dose massiccia di "normalita’ " ,di una terapia d’urto e invece ,piano piano ,politici e sindacalisti,ovverossia i maggiori responsabili del disastro (ma non i soli),stanno rialzando la testa .
    Se rimettono le mani sul timone ,questo paese finisce a picco definitivamente .

    Quindi i confronti economici che ci propone l’articolo ,quant’anche fossero veri ,semmai sono una aggravante perché testimoniano l’impotenza di questo paese ad uscire dal tunnel in cui si è cacciato grazie a tutti i bischeri che inseguivano le chimere dell’uomo con la bandana e dei suoi compagni di merenda , con il beneplacito di una sinistra da avanspettacolo.

  • Di (---.---.---.146) 10 luglio 2012 17:15

    per copiare il meglio del Giappone in Germania nei Paesi Bassi e sana idee ponesr italiani può essere la prima potenza

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