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Dopo elezioni: assetto istituzionale e “velo d’ignoranza”

Morto un Papa, se ne fa un altro, recita un antico detto, ma questo non vale per la politica italiana del dopo elezioni; perché il problema non è tanto quello di scegliere il nuovo Papa, quanto piuttosto quello di ristabilire le regole del Concilio.

Nella recente competizione elettorale si sono affrontati due eserciti di ben diversa estrazione: da un lato il partito personale e personalistico dell’attuale premier e l’alleato partito delle province secessioniste del Nord, dall’altro tutti i partiti della politica canonica in una sorta di grande ammucchiata alquanto eterogenea. Dopo la vittoria, il vero problema di questi ultimi è riuscire a ripristinare un assetto istituzionale democratico normale, riparando gli sfasci introdotti dall’attuale maggioranza parlamentare e consentendo un ritorno alla normalità della politica. Insomma un problema del tutto analogo a quello del Comitato di Liberazione Nazionale dopo il crollo del fascismo.

All’epoca la cosa riuscì alla grande e l’esito fu l’attuale Costituzione repubblicana; oggi le cose sono molto più difficili. Per capirne il perché proviamo a scomodare John Rawls ed il suo Una teoria della giustizia (edito da Feltrinelli, pagine 548, Euro 16,00).

Il celebre filosofo della Harvard University fonda la sua tesi sulla giustizia su quella che chiama «posizione originaria», una ipotetica situazione iniziale nella quale i soggetti chiamati a decidere l’assetto istituzionale della loro comunità lo fanno agendo sotto un «velo d’ignoranza», ossia totalmente all’oscuro dei rispettivi interessi. Da questo consegue che la loro scelta è caratterizzata da una sostanziale imparzialità, necessaria per fare scelte giuste.

Si ritrovarono proprio in una sorta di «posizione originaria» rawlsiana i nostri Padri della Costituzione: il ventennio mussoliniano aveva del tutto cancellato elezioni, urne e democrazia e, pertanto, nessuno dei partiti politici rappresentati nell’Assemblea Costituente sapeva quali effetti sarebbero derivati dalle loro scelte sulla propria futura posizione in Parlamento. Molti storici ritengono che sia questo il motivo alla base del buon esito dei suoi lavori.

Non è stato più così quando ci si è resi conto che l’assetto istituzionale della Prima Repubblica necessitava di una profonda revisione per il prevalere del potere legislativo sugli altri poteri dello Stato: ogni partito appoggiava e sosteneva le modifiche utili secondo i propri interessi e tali che avrebbero portato acqua al suo mulino. Insomma, eravamo proprio all’opposto della «posizione originaria» di Rawls e la decisione di riforma, denominata in appresso porcellum,  venne assunta con un «colpo di maggioranza», reso possibile da una sorta di “buco” nelle regole che lo consentiva.

Sulla stessa strada siamo oggi con la Seconda Repubblica e con il prevalere questa volta del potere esecutivo sugli altri poteri dello Stato proprio a causa del porcellum: ogni partito della politica canonica vuole sì la riforma istituzionale, ma vuole quella che favorisce i suoi interessi.

Dunque nessuna speranza per un ritorno alla normalità di questo Paese? Non è detto: ognuno è l’artefice della sua fortuna, dicevano i latini. Il destino del Paese è nelle mani della sua classe dirigente, che potrebbe anche decidere una tregua alla quotidiana lotta per il potere per scegliere un insieme di regole condivise per la politica. I pessimi risultati della Seconda Repubblica dovrebbero consigliare in tal senso. Ed i cittadini che hanno in gran numero votato movimenti politici come quello di Beppe Grillo, lo hanno detto chiaramente nelle urne: vogliono un profondo rinnovamento della politica e voglio scegliersi il Papa che gli aggrada; perché è questa la democrazia ed a loro, delle igieniste dentali e degli avvocati altrui, non gliene importa affatto.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.22) 18 maggio 2011 14:04

    In Italia, purtroppo, l’ignoranza regna sempre più sovrana. Stiamo vivendo una presidenza del consiglio con a capo Berlusconi, un amico di mafiosi e camorristi, un delinquente, pervertito, bugiardo e ladro. Metà del popolo italiano gli va dietro, fiducioso, speranzoso, alleviato da quel suo smagliante quanto falso sorriso, un’arma mediatica con cui il cavaliere è sempre pronto a minimizzare i problemi e nascondere la verità delle cose e la natura delle trame politico-economiche più subdole. Sveglia popolo italiano, sveglia... o avete bisogno di un duce per farvi rigare dritto e poi dire ai vostri futuri nipotini "quando c’era il duce i treni arrivavano sempre in orario e c’era ordine"... ma per favore, i regimi prendono piede quando la gente è così pecora, così schiavizzata ed inutile, da aver bisogno del bastone per rigare dritto; la dittatura, su cui posa le radici l’estrema e anche la meno estrema destra, è l’apoteosi della debolezza di un popolo e dell’arroganza di chi è accecato dalla sindrome del potere. 

    Due articoli per aiutarvi a conoscere di più:

    1) Come il Governo filtra le notizie di giornali e telegiornali: http://wp.me/p19KhY-2v

    2) Il fascicolo che vi dice perché Berlusconi deve smettere di avere voce nel governo italiano: http://wp.me/p19KhY-bx

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