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Strauss-Kahn, le accuse, le voci... e il video della giornalista che lo accusava nel 2007

L'immagine di Dominique Strauss-Kahn, il direttore dello FMI, nonché uno dei più importanti e popolari uomini politici francesi, in manette, sta facendo il giro del mondo. E' il momento della ricerca di prove materiali, come tracce di DNA, per cui la polizia newyorkese ha richiesto il test, accettato dall'imputato. "E' stanco" dicono gli avvocati, dopo la notte in carcere, ma "sta bene", e confermano l'assoluta non colpevolezza del proprio assistito. DSK dovrà apparirà oggi alle 16.30 ora italiana davanti al giudice per l'udienza preliminare.

E' il momento in cui si scava negli archivi per scoprire gli scheletri nell'armadio di Dominique Strauss-Kahn, direttore del Fondo Monetario Internazionale, arrestato la notte scorsa per violenza sessuale. Scheletri che poi tanto nascosti non erano, ma che si preferiva tenere insabbiati. Capiamoci, per ora non c’è nessun colpevole, e la presunzione di innocenza almeno da noi vale prima di qualsiasi accusa, ma in queste ore si sta passando in rassegna il passato - turbolento - di DSK. “Coccodrilli sessuali” che forse nelle redazioni dei giornali francesi erano pronti da tempo, ma che aspettavano le presidenziali del 2012 per fare capolino sulle prime pagine. Presidenziali che stando agli ultimi sondaggi lo davano sicuramente favorito tra i candidati PS, ma lo vedevano in vantaggio anche in generale, qualche punto avanti a Marine Le Pen e qualcuno in più avanti a Sarkozy.

Ma con questo arresto DSK dovrà dire addio ai sogni “elisi”, agognati da tempo e seppelliti sotto una coltre di polvere. Non importa se sarà giudicato colpevole o innocente, sarà difficile che quando partiranno le primarie DSK sarà preso dalla politica, piuttosto saranno tribunali e avvocati che l’ex Ministro dell’economia francese sognerà la notte. Come scrive Giacomo Leso sull’Espresso, parlare di bomba come hanno fatto i giornali italiani è errato, piuttosto un tuono come affermato dalla segretaria socialista Martine Aubry: “Evocarla oggi, ancor prima di sapere se DSK sarà effettivamente perseguito per i fatti che gli sono rimproverati - scrive Leso - significa preparare l’opinione pubblica all’impossibilità della sua candidatura. DSK è eliminato ed esce dal loft delle primarie socialiste”. Un tuono che lo lascerà stordito per un po'.
 
Il problema del rapporto tra DSK e le donne è un problema che si riflette, quindi, mai come ora, anche in politica e se sia PS che parte dell’UMP ci vanno coi piedi di piombo, rifacendosi alla presunzione di innocenza, a rinfocolare l’ambiente ci pensa Marine Le Pen che attacca: “Tutta Parigi, la Parigi giornalistica, la Parigi politica, vocifera da tempo dei rapporti leggermente patologici che Strauss-Kahn sembra avere nei confronti delle donne”.
 
Lo scandalo che lo vide nell’occhio del ciclone nel 2008, quello in cui ebbe una relazione extraconiugale con la Nagy, è ovviamente il primo che viene in mente, quello più conosciuto e mediaticamente forte, ma ce ne sono altri che non sempre sono arrivati alla ribalta della cronaca, ma che ora sono aria per i media. E’ vero, le voci su Strauss-Kahn si sprecavano - e si sprecano - e controllare che fossero tutte vere era complicato nonostante DSK fosse uno dei politici francesi più in vista e anche all’epoca direttore dello FMI. Anne Sinclair, sua moglie, nel frattempo lo difende e scrive: “Non ho creduto un solo secondo alle accuse portate contro mio marito. Non ho dubbi che sarà stabilita la sua innocenza”. Ma nel frattempo la guerra politica si infiamma. Questo video, di qualche anno fa, dà l'idea di quella che era l'immagine del direttore dello FMI. Un popolare attore francese, Stéphane Guillon, che fino a un anno fa teneva una piccola e seguitissima rubrica ironica su France Inter, lo ritrae quasi come un maniaco sessuale e per l'occasione, dice che in radio, dove doveva essere ospite subito dopo, era stata organizzata un'evacuazione speciale, nel caso in cui DSK non fosse riuscito a trattenersi, ed oltre alla telecamera solita, che inquadrava il primo piano ne sarebbe stata aggiunta una sotto al tavolo.
 
Uno dei casi che stanno tornando a galla è quello di Tristane Banon, un caso che riguarda AgoraVox molto da vicino. Non è mai elegante citarsi, ma a volte corre l’obbligo di farlo. Nel 2008, infatti, Tristane Banon, giornalista e scrittrice, durante una trasmissione tv accusò un importante uomo politico francese di aver cercato di abusare di lei. Non era complicato capire a chi si riferisse ma solo Olivier Bailly, giornalista di AgoraVox France, glielo chiese, un anno dopo la trasmissione, quando lei aveva deciso di rinunciare a sporgere denuncia “perché non avrei voluto vivere il resto della mia vita come la ragazza che aveva un problema con un uomo politico”. Quello di Dominique Strauss-Kahn fu il nome che la tv aveva deciso di bippare e che la Banon fece ad AgoraVox. Un'accusa forte che confermava le voci che volevano DSK abbastanza disinvolto nel rapporto con l’altro genere. Voci, certo, ma l’accusa era precisa, come quella della dipendente del Sofitel Hotel.
 
Nel 2002 la Banon stava preparando un libro e chiese un’intervista a Strauss-Kahn il quale accettò. la giornalista racconta la storia: “(DSK) ha proposto di vedersi, m’ha dato un indirizzo che non conoscevo e già questo mi ha colpito perché conoscevo un po’ la sua vita, più o meno, quindi so dove abita etc (...) Sono arrivato all’indirizzo, ho parcheggiato e sono salita; era un appartamento vuoto, completamente vuoto, con un videoregistratore, una tv un letto in fondo, molto bello (...) Lui ha gentilmente chiuso la porta. Ho posato il registratore subito, per poter cominciare l'intervista e lui ha voluto che gli tenessi la mano per rispondere, perché m’ha detto: 'Non ce la farei se non mi tiene la mano' e dopo la mano si è passato al braccio e poi un po’ più in là... l’ho fermato da subito”. La situazione è degenerata e a detta della Banon si sono violentemente picchiati... 
Proprio ieri Anne Mansouret, consigliere regionale dell'Haute Normandie e candidata socialista alle primarie per le Presidenziali e madre della Banon ha confermato a Paris Normandie le accuse fatte da sua figlia e sottolinea che comunque, nonostante quello che è successo, la figlia non rimpiange di non averlo denunciato.
 
All’epoca, quindi, non successe nulla, almeno riguardo le accuse della Banon, ma oggi l’uomo che è a capo dello FMI rischia almeno 20 anni di prigione, senza contare che probabilmente potrà dire addio al seguito della sua carriera politica.

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