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 Home page > Tribuna Libera > Diamond e lo studio delle crisi e delle rinascite delle nazioni

Diamond e lo studio delle crisi e delle rinascite delle nazioni

“Crisi. Come rinascono le nazioni” è il nuovo magistrale saggio di Jared Diamond, che può soddisfare pienamente tutte le menti che bramano le conoscenze storiche e geopolitiche (Einaudi, 2019, 420 pagine effettive, euro 30).

 

Diamond è uno degli studiosi più eclettici e originali del pianeta, ed è anche un grande amante della lingua italiana, fino al punto di aver scritto un libro direttamente in italiano (in una nota in fondo potete trovare il link a due recensioni). Sua moglie inoltre è una psicoterapeuta e questo libro è stato scritto anche pensando alle riflessioni e alle esperienze professionali della moglie.

Lo studioso americano inizia il libro prendendo in esame l’incredibile guerra della piccola Finlandia con la gigantesca Unione Sovietica durata dal 1939 al 1944. La Finlandia fu aggredita senza pietà e fu abbandonata da tutti i potenziali alleati (morirono molti soldati quattordicenni e molte donne). Lo studio comparato prosegue analizzando il Giappone, il Cile (l’imprevista dittatura di Pinochet), l’Indonesia, la Germania, l’Australia e gli Stati Uniti (anche in USA i collegi elettorali vengono manipolati). Diamond ha vissuto per molti mesi o alcuni anni in tutti questi paesi, e ha quindi maturato “una vasta esperienza diretta” che gli ha permesso di elaborare delle teorie basate sull’osservazione personale (conosce anche la lingua spagnola, tedesca, indonesiana e finlandese). Del resto “Chi studia un solo paese finisce per non capirne nessuno” (detto più o meno scherzoso).

Lo stile dello studioso è narrativo e sintetico, quindi non utilizza formule e grafici, ma descrive solo le testimonianze necessarie per sviluppare le sue argomentazioni sulle crisi nazionali passate e presenti. L’autore paragona alcuni aspetti delle crisi psicologiche personali alle crisi economiche e politiche. Dopotutto l’importanza di avere una buona identità personale è paragonabile a quella di avere una buona identità nazionale. L’identità nazionale è basata su quattro concetti basilari, la cui priorità varia da nazione a nazione: la lingua, i successi militari, la cultura, la storia (e i confini). L’autore inoltre individua dodici fattori condizionanti esterni o interni su cui intervenire.

I dodici fattori fondamentali che aiutano a superare bene una crisi sono questi: riconoscere e ammettere la crisi; accettare la responsabilità per uscire dal vittimismo; ridefinire i confini dei problemi con i cambiamenti selettivi; rafforzare l’identità nazionale; fare un’autocritica onesta; prendere esempio dai paesi che funzionano meglio; riguardare e rivalutare le precedenti crisi nazionali; accettare i primi e probabili insuccessi; saper essere flessibili nei cambiamenti per adeguarsi a ogni situazione storica, che sarà quasi diversa dalla situazione precedente; recuperare e rivalutare i valori storici e la dignità nazionale; cercare di essere liberi e indipendenti a livello economico e geopolitico, rispettando le nazioni confinanti e le nazioni più grandi e importanti.

Quindi nel caso di una grande crisi nazionale bisogna abbandonare tutto quello che non è possibile salvare e bisogna concentrarsi su alcuni aspetti positivi, da selezionare e da salvaguardare, cioè i valori fondamentali nazionali, effettuando “un’autovalutazione onesta”. E bisogna saper accettare il decadimento e la sconfitta, per poi pensare alla sfida successiva.

Le persone cambiano, le cose cambiano, le nazioni cambiano, il clima cambia, tutto si trasforma. Quasi tutti vogliono cambiare a parole e quasi nessuno vuole cambiare nei fatti. Sono gli eventi legati alla storia personale che ci costringono a cambiare, se non c’è niente da fare. Esistono persone generose, ma non esistono nazioni generose. E sono pochissimi i leader che riescono a dominare gli eventi, indirizzando il corso della storia.

Oggi le grandi nazioni sono difficili da attaccare e da invadere, ma tutte le nazioni possono essere punite e distrutte nei loro centri economici, finanziari e politici più o meno vitali. La correttezza della Finlandia in guerra con la Russia, che non aggredì Leningrado da nord, su invito dei generali hitleriani, dovrebbe essere di insegnamento per i leader di tutte le nazioni (la Finlandia era stata aggredita dai russi due volte nel 1939 e nel 1941). In ogni caso la regola dovrebbe essere sempre questa: “Mai sprecare una buona crisi!” (Winston Churchill, p. 11).

Comunque per lo studioso americano il pericolo più grande per tutte le nazioni è rappresentato dall’inizio di un conflitto armato più o meno allargato, che finirebbe per coinvolgere le principali nazioni del pianeta in un conflitto nucleare incontrollato, di stampo più o meno apocalittico.

 

Jared Diamon è un membro dell’Accademia delle Scienze degli Stati Uniti e insegna Geografia all’Università della California. Il suo saggio più conosciuto è “Armi, acciaio e malattie” (Premio Pulitzer 1998). Per avere maggiori informazioni: www.edge.org/memberbio/jared_diamond; http://www.agoravox.it/I-viaggi-di-Diamond-e-l-avventura.html (Il mondo fino a ieri, 2013).

 

Nota biografica – Diamond è nato nel 1937, è sposato con Marie Choen (di origine polacca e giapponese), e ha due figli gemelli. Un recensore ha scritto che le sue competenze sono così varie e vaste, “da far sospettare che “Jared Diamond” sia in realtà lo pseudonimo di un comitato di esperti” (p. 447).

Nota aforistica – “L’uomo di Stato può solo aspettare e tendere l’orecchio finché non ode il passo di Dio risuonare negli eventi; a questo punto egli può balzare avanti e afferrare il lembo del suo mantello” (Otto von Bismarck, statista, p. 208).

Nota australiana – Non furono gli australiani nel dopoguerra a chiedere l’indipendenza, ma fu il Regno Unito “a dichiarare la propria indipendenza, allentando i legami con il Commonwealth e disconoscendo i propri figli” per entrare nella Comunità Economica Europea (p. 243). Oltre alla popolazione britannica, nel 1836 sbarcarono moltissimi luterani tedeschi, e nel 1945 vennero accolti ben settecentomila immigrati estoni, lettoni e lituani che fuggirono dall’invasione russa (rappresentavano il dieci per cento della popolazione australiana del 1945). Dal 1978 le frontiere si sono allentate e sono stati accolti anche moltissimi asiatici, che oggigiorno risultano i più istruiti.

Nota sul libro scritto direttamente in italiano – Il libro è stato scritto durante la sua visita a Roma; www.doppiozero.com/materiali/contemporanea/jared-diamond-da-te-solo-tutto-il-mondo; la bella recensione di Valerio Calzolaio: http://www.mangialibri.com/libri/da-te-solo-tutto-il-mondo.

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