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Di Pietro e l’Idv: liberali solo a parole

l primo congresso nazionale dell’Italia dei Valori ha confermato ciò che da tempo è sotto gli occhi di tutti: la confusione ideale e politica di un partito che racchiude tutto ed il suo contrario, tenuto insieme da una leadership auto-proclamata e difesa da un fortino di oligarchi e uomini di fiducia, con alla base un movimentismo ideologico di segno opposto, utile quando si tratta di prender voti ma epurabile quando prende una posizione netta contro le “incoerenze” dei vertici (vedi l’atto di denuncia di Francesca Tomasini).

Ma ciò che preme di più sottolineare, tralasciando i pettegolezzi sugli scontri Di Pietro-De Magistris, buoni solo per riempire qualche pagina di giornale, è la totale mancanza di un preciso programma di sviluppo economico e sociale.

Il grande paradosso è la natura stessa del l’Idv: guidato da un uomo espressamente di destra, che riflette la cultura di “legge ed ordine”, rivendica con orgoglio l’appartenenza al gruppo ELDR (il partito dei liberali europei e riformatori) ma ha alla base sociale i voti della sinistra radicale e “moderata”, e soprattutto persegue una piattaforma programmatica piuttosto “illiberale”.

Non esiste in Europa un partito “liberale”, i cui esponenti corrono in piazza con i megafoni ad ogni manifestazione di protesta dei lavoratori, come se la disoccupazione non fosse un fenomeno normale e purtroppo “fisiologico” in ogni sistema, sfruttando il malcontento sociale per picconare il governo, anche se la colpa ricade su aziende private (dimenticando che, al rovescio della medaglia, la stessa azione gli si rivolterà contro una volta al potere, a meno che con il centrosinistra si raggiunga un regime di piena occupazione...).

Non esiste un partito “liberale” che costruisce la sua piattaforma politica solo sulla protesta e si oppone a qualsiasi progetto riformista, anche se impopolare.

Di Pietro non fa che annunciare a piè sospinto referendum su tutto, dalla necessaria riforma Gelmini sulla scuola e l’università, alla liberalizzazione dei servizi idrici locali, fino al nucleare (ma lo stesso Di Pietro, in tempi non sospetti, ne era favorevole) impegnando risorse ed energie dei militanti in un’eterna lotta per la “conservazione” dell’esistente, che significa consegnare l’Italia ad un costante inesorabile declino.

Deludenti anche le proposte economiche, tirate in ballo senza mai una previsione di adeguata copertura finanziaria, a parte un vago rimando alla “lotta all’evasione” e un aumento della tassazione delle rendite (come se questo risolvesse davvero il problema).

Uno stile grossolano di far politica che ha un nome ben preciso: populismo.

Eppure Di Pietro si fregia del titolo di “uomo del fare” (vi ricorda qualcuno?) ed in effetti, da ministro è sempre stato favorevole alla modernizzazione infrastrutturale del paese (a proposito, l’Italia dei Valori come si schiera sulla Tav? E come la mettiamo con Grillo ed i movimenti?).

Quindi sa bene che il problema dell’Italia non è mica il “regime fascista e piduista”, ma un paese frenato da mille lacci e lacciuoli, burocratico, vecchio e ingessato, incapace di guardare al futuro, sia per l’incapacità di molti amministratori locali e nazionali, sia per il fronte corposo degli “ayatollah della conservazione” sempre pronti ad opporsi con un no preventivo a qualsiasi progetto di sviluppo riformista.

Così, anche quando il governo di centro-destra, seppur “inquinato” dall’affaire Berlusconi, riesce a portare in cantiere timidi progetti di riforma, i nostri “riformatori-liberali” scendono in piazza insieme alle bandiere di Rifondazione Comunista.

In Germania il Freie Demokratische Partei , dopo una difficile coabitazione con i Verdi ed i Socialisti della SPD (improponibile sul piano economico), nel 2009 ha formato una coalizione di governo con i democristiani di Angela Merkel. E’ vero che in Danimarca esiste la Venstre (Sinistra) - Danmarks Liberale Parti, sempre all’interno del gruppo ELDR, ma è un paese che ha ben altri problemi economici rispetto al nostro.

In tutta Europa e non solo, da sempre i liberali vivono politicamente insieme alla destra, al centro e tutt’al più coabitano con i conservatori.

L’Italia dei Valori è una pittoresca eccezione che però non funziona, non ha un futuro politico concreto. Che c’azzecca, per dirla alla Tonino, il pensiero liberale con falce e martello?

Sarà anche un paradosso della politica italiana (un partito come la Lega in Europa starebbe a sinistra e l’Idv compatto in un fronte di destra con gli ex An), ma bisogna chiarirsi una volta per tutte.

Luigi De Magistris auspica che l’Idv diventi il punto di riferimento del futuro centro-sinistra italiano. Benissimo.

Ma per favore, qualcuno avverta i liberali europei.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.146) 9 febbraio 2010 13:26

    Potrei anche essere d’accordo con tutto quanto scritto ma una risposta mi piacerebbe averla: "quali sono i timidi progetti di riforma portati avanti dalla maggioranza?" Secondo lei Brunetta, attaccando solo i dipendenti della P.A. e non l’apparato politico che gestisce l’amministrazione pubblica rubando e tutelando quei dipendenti che non fanno nulla o pagando milioni di euro a consulenti che non servono a niente, fa populismo o no?

  • Di Renzo Riva (---.---.---.238) 9 febbraio 2010 18:01
    Renzo Riva

    Cara/o anonima/o (xxx.xxx.xxx.146) 9 febbraio 13:26,
    che non senti il dovere civico delle tue azioni giornalistiche firmandole,
    pubblico qui sotto due lettere inviate, la scorsa settimana, ai quotidiani locali del Friuli: il Messaggero Veneto ed Il Gazzettino.
    Non dico altro.
    Renzo Riva
    [email protected]
    349.3464656

    Frenesia del potere
    e assenza della "Politica"

    Sono basito alla lettura della decisione assunta dal presidente Tondo sul parziale interramento dell’elettrodotto Udine-Redipuglia, dice lui, per mantenere coesa la sua maggioranza.
    Il presidente Tondo in perfetto stile “NIMBY” (Not In My Back Yard – Non nel mio giardino) vuole fare il nucleare in Slovenia in quota regione F-VG.Cosa dire? Lo so che chiedere coerenza ad un politico è troppo ma a questo punto prego il mio segretario, la prof. Lauretta Iuretig, di rivedere le lodi a Tondo espresse nella sua lettera pubblicata su queste pagine Venerdì scorso.

    Riporto un passo di uno scritto del prof. Franco Battaglia che dà l’idea di cosa certe persone intendono per “fare politica”: "Particolarmente interessante fu l’atteggiamento di Antonio Di Pietro. Per ragioni sulle quali è ora troppo lungo dettagliare, il senatore mi aveva contattato per chiedermi di aiutarlo nella stesura della voce protezione-ambientale del suo programma politico, dicendomi che intendeva porre, al centro dello stesso, la questione – a suo dire – morale. Onorato di tanta considerazione gli dissi di dubitare di intendermi io di questioni morali ma che, per quel che capivo, poteva forse interessargli la faccenda elettrosmog che, al di là dei 60mila miliardi di lire, stava impropriamente allarmando l’intero Paese, e che avrebbe potuto rassicurare, almeno lui – che non era col centrosinistra né possedeva impianti di emissioni di campi elettromagnetici – che l’elettrosmog non esiste. Mi rispose che non poteva farlo perché non poteva perdere voti e che avrebbe invece messo la lotta all’elettrosmog al centro del suo programma di protezione dell’ambiente. Sconsolato per la certezza di non intendermi affatto di questioni morali salutai definitivamente il senatore.
    Chiosa finale: Nel 2001 il centro-destra vinse le elezioni e nel 2002 il bravo Altero Matteoli, allora ministro all’Ambiente, pose la pietra tombale sulla questione in modo da evitare al Paese lo sperpero di 60mila miliardi di lire in interramento delle linee di trasmissione elettrica, una manovra che, anche se fatta, non avrebbe evitato neanche una leucemia infantile. Antonio Di Pietro, invece, assieme a Verdi, Rifondazione comunista e compagnia cantando, nel 2003 organizzò un referendum che, se fosse passato, avrebbe obbligato, comunque, l’interramento dei cavi elettrici e lo sperpero di 60mila miliardi. Gli italiani al referendum di Di Pietro neanche ci andarono."

    Se nelle elezioni politiche dell’anno 2008 gli italiani defenestrarono dal parlamento italiano i Verdi ed i Comunisti alle prossime elezioni regionali farò di tutto per defenestrare i seguaci di Di Pietro ed il presidente Tondo.
    Tanto, anche per lui, Berlusconi, se lo vorrà ancora, gli troverà un collegio nazionale sicuro a Savona.

    Ormai posso solo sperare nei politici di AN confluiti nel PdL e come socialista è tutto dire.

    Renzo Riva
    Nuovo PSI F-VG
    Energia e Ambiente

    Quando l’ignoranza
    sale in cattedra

    Capisco che gente avvezza all’ideologia abbia subito uno scock dalla caduta della casa madre del comunismo internazionale ma costoro invece di aver appreso la lezione della Storia continuano nel vezzo dell’ideologismo che oggi hanno eretto a faro e guida sostitutivi: quello ecologico.
    Di questa nuova religione esoterica vi sono accoliti anche nella nostra regione.Ora vengo al dunque sui comitati contro "qualsiasi cosa" a "favore delle cose assurde".
    Riporto ad uso degli estensori degli articoli e dei lettori [10^3 k minuscolo (kilo) , 10^6 M (mega), 10^9 G (giga), 10^12 T (tera)] perché nell’ultima lettera pubblicatami fu stampato gW per gigawatt quando la notazione esatta è GW.
    Altra digressione sempre per l’uso suddetto: l’anidride carbonica o biossido di carbonio correttamente si scrive CO2 mentre tanti lo scrivono Co2 che significa invece Cobalto preso due volte.
    Prendo a esempio la "querelle" linee a 380 kV.
    Lo sanno coloro che prefigurano danni irreparabili alla salute per elettrosmog che nel Mondo vi sono operatori che normalmente lavorano in contatto con le linee in alta tensione?
    Lo sa il signor Edi Maurigh, che nella sua lettera del 9 maggio 2009 paragonava i tralicci delle linee di alta tensione alla "Tour Eiffel" perché, diceva, erano alti circa 60 metri, quanto invece sono alti gli impianti eolici? Glielo dico io: dai 130 ai 160 metri.

    Comincino a disperare i vari ecologisti ideologici che se due anni fa l’elettorato li ha sbattuti fuori dal parlamento assieme ai comunisti domani rischieranno di finire "bullonati" dagli operai "incazzati" per la perdita del lavoro a causa delle stupidaggini di tutto il mondo politico e sindacale che decisero la chiusura di Caorso e Trino Vercellese, eccezione fatta per i liberali e repubblicani.
    Allora ammonii i Compagni Socialisti del PSI e Comunisti della Fiom-CGIL di cui ero dirigente sindacale per i cartai in Carnia: invano.
    Inutile dire perché oggi aborro i sindacati ed i comunisti.
    Ricordate la canzone col refrain "Etienne, Etienne, Etienne"?
    Da alcuni giorni vado canticchiando sul motivo del refrain "Alcoa, Alcoa, Alcoa"; e ciò mi consola per le irrisioni d’allora.

    Renzo Riva
    Nuovo PSI F-VG
    Energia e Ambiente
    Buja

  • Di pv21 (---.---.---.227) 9 febbraio 2010 19:39

    Se la riforma alla Gelmini o le CROCIATE Ministeriali alla Brunetta sono le riforme che servono al paese allora siamo messi proprio bene. Nel paese del Barbiere e il Lupo i problemi si risolvono con l’antica arte dell’arrangiarsi. Da noi i problemi dell’occupazione si risolvono (?) salendo sopra i tetti o in cima alle gru ... (altro ancora => http://forum.wineuropa.it )

  • Di (---.---.---.63) 14 febbraio 2010 11:13

    Egregia autrice Banelli, mi sembra che qui si perda il senso delle proporzioni: siamo governati da un piduista che ha ospitato per più di un anno in casa un capomafia pluriomicida definendolo eroe (ecc. ecc. ecc.) e tu ti accanisci a cercare le pagliuzze nei confronti di quei pochi che in parlamento o fuori da esso cercano di fare qualcosa contro tutto ciò...
    Ma fammi il piacere......

  • Di Il Gufo (---.---.---.113) 14 febbraio 2010 17:57

    E’ un ottimo articolo.
    Solo che sembra si parli della Luna, l’Italia è prostrata (per meglio dire prostituita) ai piedi di un ricchissimo uomo d’affari; la "cornice" è determinante per descrivere il fenomeno.
    Ovunque nel mondo Di Pietro sarebbe un eroe per la destra, un uomo della Legge che colpisce i cattivi socialisti che rubano; allo stesso modo Travaglio è uomo di destra.
    Il paradosso è che in Italia la destra è stata culturalmente "sequestrata" dal moloch berlusconiano.
    L’estensore dell’ articolo dimentica che in Italia si è sentito perfino dire: "il controllo dei media non influenza il voto popolare", si immagini se ha senso la politica tradizionalmente intesa.
    Qualcuno dice che siamo alla politica "postmoderna", qualsiasi cosa voglia dire.

  • Di AndyNet (---.---.---.180) 14 febbraio 2010 19:02

    Che articolo confuso e pieno di contorsioni mentali... strano che alla fine non hai elogiato Berlusconi come il vero liberale europeo.

    Pensiamo alle perversioni politiche del governo attualmente in carica invece di andare a cercare il pelo nell’uovo... cosa c’entra un partito separazionista (come la Lega) con un partito di destra chiaramente schierato per l’unità d’Italia? Già su questo presupposto ci sarebbero da scrivere interi libri su come sia diffcile governare visto che uno tira di quà e l’altro di là...

  • Di (---.---.---.111) 15 febbraio 2010 10:10

    io voto IDV, per la gioia dell’autore dell’articolo e degli italioti del post Forza Italia ciaoooo

  • Di (---.---.---.73) 15 febbraio 2010 10:30

    Per la precisione, anche se non mi piace rispondere direttamente ai miei articoli.... io ho ancora la tessera dell’ IDV, dopo aver partecipato 2 volte al Congresso di Vasto e di Bellaria, ed aver collaborato con numerosi esponenti del partito nel Lazio, pubblicato articoli sul giornale Orizzonti Nuovi....raccolto più di un centinaio di firme di mia mano contro il Lodo Alfano...

    E ovviamente non ho elogiato Berlusconi, anche perchè sono un post-berlusconiano e, come scritto nel pezzo, considero il centrodestra italiano "inquinato" dalla sua presenza ingombrante, che poco o nulla ha a che fare con quelli che culturalmente dovrebbero essere le idee ed i valori di una destra moderna, liberale ed europea. 
    Se qualcuno avesse voglia e 5 minuti di tempo si rilegga i miei articoli dell’anno scorso, dove più di una volta ho difeso a spada tratta Di Pietro e l’Idv.
    Ma io critico semplicemente, senza ripetere ciò che è già scritto sopra, la deriva movimentista e di sinistra di un partito che io (speravo) si dotasse di una prospettiva moderata e liberale. E soprattutto l’assenza totale di proposte concrete sul campo economico. Insomma un partito che sembra vivere solo "di luce riflessa"... fino a che esisterà il "nano piduista e mafioso" basterà fare "opposizione" e "resistenza", se poi ci sia un vuoto di programmi e di soluzioni politiche poco importa...è solo la pagliuzza...
    Io non la vedo così, e un partito che non ha le idee chiare sul futuro dell’Italia e sul tipo di programma economico-industriale è destinato a scomparire con l’eclissarsi del fronte berlusconiano, o quel che peggio diventare una corrente interna del Pd, contribuendo al suo disfacimento...



  • Di Elia Banelli (---.---.---.73) 15 febbraio 2010 10:33
    Elia Banelli

    L’ultimo commento sopra è il mio....

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