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Davide Falcioni













Ultimi commenti

  • Di Davide Falcioni (---.---.---.52) 29 dicembre 2011 23:47
    Davide Falcioni

    Io penso che su Liberazione e gli altri 99 giornali destinati a fare questa fine bisognerebbe meditare bene tutti. A cosa serve portare l’esempio del Fatto Quotidiano? Qualcuno di voi sa dirmi quanti, a parte i vip che ci scrivono, hanno un regolare contratto giornalistico? Qualcuno si è mai domandato invece quanti stagisti ci lavorano gratis? A me questo Fatto Quotidiano idealizzato in questo modo non convince affatto: credo sia stata fatta un’operazione di puro marketing.

    Io penso nello specifico di Liberazione che, in ogni caso, siano stati commessi errori sia dall’editore che dalla direzione del giornale. Perché io oltre un anno e mezzo fa sapevo che avrebbe chiuso di lì a qualche mese. E se lo sapevo io lo sapevano in molti. Si poteva fare qualcosa nel frattempo? Se sì perché si sono attesi gli ultimi giorni dell’anno?

    Detto questo, e per quel po’ che vale, esprimo la mia solidarietà ai giornalisti di Liberazione, al pari dei dipendenti del partito in Cassa Integrazione. Chi ci rimette, prima di tutto, sono loro. Poi anche noi. A meno che non si voglia dire che solo Corriere, Repubblica e Fatto fanno informazione in Italia...

  • Di Davide Falcioni (---.---.---.98) 26 ottobre 2011 19:04
    Davide Falcioni

    Gentile signor nessuno, prima di entrare nel merito delle sue critiche (anzi, offese) le dico una cosa. Di solito quando si commenta un articolo si inseriscono nome e cognome. Non sta bene dare del cretino, imbecille e ignorante nascondendosi comodamente dietro l’anonimato. Può stare tranquillo, non verrò a incendiarle l’auto...

    Nel mio articolo ho voluto semplicemente raccontare quello che ho visto. Non ho fatto analisi politiche sulla situazione della sinistra italiana, non ho detto che i teppisti facevano bene a spaccare le vetrine. Provi a leggere con un po’ più attenzione e non mi metta in bocca cose che non ho detto. Ho scritto due cose su tutte: la prima è che la polizia ha ampiamente tollerato i teppisti, lasciandoli entrare laddove il corteo era più permeabile. La seconda che gli scontri di san giovanni erano violenza pura. Anche qui, visto che lei difende la gestione dell’ordine pubblico: mi sa dire come mai dei poliziotti mi lanciavano sanpietrini mentre arrivavo in piazza? Cosa sarebbe accaduto se uno di quei sanpietrini mi avesse colpito in fronte? Avrebbe detto che sono un black bloc?

    E’ vero. Ero presente sul luogo degli scontri. Sono un giornalista, come avrei potuto andarmene? E da quando un testimone è automaticamente complice se assiste a delle violenze? Direbbe mai che un inviato di guerra è complice di chi lancia le bombe?

  • Di Davide Falcioni (---.---.---.123) 17 ottobre 2011 20:15
    Davide Falcioni

    Non so perché mi ha postato il commento al mio articolo aggiungendolo, senza che io lo volessi, al commento del suo articolo. Mi scuso. Chissà se si può modificare

  • Di Davide Falcioni (---.---.---.123) 17 ottobre 2011 19:27
    Davide Falcioni

    Cosa c’è di agghiacciante in questo articolo? A me sembra una delle poche analisi oneste, prive di ipocrisia. Io ero a roma. Ero a San Giovanni durante gli scontri, a cui hanno partecipato, più o meno attivamente, centinaia di giovani. Non black bloc, sebbene sarebbe consolatorio pensarlo (quelli li ho visti, e non avevano abbastanza palle da andare contro la polizia, se la prendevano con le auto parcheggiate).
    Allora: guardiamoci in faccia e diciamoci la verità. Volete sapere che c’era a San Giovanni? C’era una piazza piena di giovani. Precari, studenti, operai. Alcuni erano molto organizzati ed evidentemente si preparavano da tempo. Altri hanno comunque partecipato (chi soccorreva i feriti, chi distribuiva limoni...). Altri assistevano agli scontri, MA NON FUGGIVANO e non fischiavano i "violenti" come ci raccontano i giornali. Chi stava in piazza era una generazione senza futuro. Nulla da condannare. C’è solo da capire e tentare di studiare il fenomeno per arrivare al nocciolo.

    Sono l’autore dell’articolo. Ci tengo a precisare che il mio racconto vuole essere la semplice cronaca della giornata. Lungi da me dare giudizi, soprattutto ai famosi gruppi di violenti: l’unico giudizio che è dato è stato "politico": perché continuare a San Giovanni una battaglia priva di finalità. Non condanno la violenza degli scontri. Cerco di capirli e interpretarli e spiego il motivo.

    Ho scritto di teppisti. Ho evitato di proposito di parlare dei Black Bloc. Trovo deprecabile bruciare auto che sul mercato dell’usato varranno sì e no 1.000 euro (auto di operai o comunque di poveri cristi). Poi ho raccontato di San Giovanni: a centinaia hanno partecipato agli scontri. Io compreso, che però mi sono rifiutato di lanciare pietre. Ho lanciato al mittente i lacrimogeni, e tanto basta. Alcune decine di loro erano davvero organizzati bene, come una catena di montaggio. chi spaccava le pietre con dei martelli, chi le trasportava e chi le tirava. Non sono black bloc, e non sono teppisti. Sono studenti e lavoratori precari carichi di rabbia. Nessuno fuggiva dalla piazza, nonostante la violenza della situazione. Non ho visto persone fuggire. Chi se ne è andato lo ha fatto dopo aver saputo che l’assemblea si sarebbe tenuta al circo massimo.
    E’ consolatorio dare la colpa sempre ai soliti ma bisogna dire la verità. Chi ha partecipato, in modo più o meno attivo, agli scontri, è il mio vicino di casa, il mio collega di lavoro, il disoccupato senza assistenza e senza reddito. E’ l’operaio e lo studente. Basta dare la colpa a pochi violenti. Diciamoci la verità. C’è una generazione che sta riscoprendo, nella battaglia corpo a corpo, l’unico modo per farsi ascoltare. Direi che non è il caso di condannare. Direi, invece, che è il caso di capire questo fenomeno.

    Ma a parte questo, c’è un problema più grande. Quante manifestazioni, quanti referendum dovremo fare per essere ascoltati? Se le imponenti manifestazioni democratiche e pacifiche non hanno ascolto, cos’è la democrazia? 

  • Di Davide Falcioni (---.---.---.123) 17 ottobre 2011 19:18
    Davide Falcioni

    Sono l’autore dell’articolo. Ci tengo a precisare che il mio racconto vuole essere la semplice cronaca della giornata. Lungi da me dare giudizi, soprattutto ai famosi gruppi di violenti: l’unico giudizio che è dato è stato "politico": perché continuare a San Giovanni una battaglia priva di finalità. Non condanno la violenza degli scontri. Cerco di capirli e interpretarli e spiego il motivo.

    Ho scritto di teppisti. Ho evitato di proposito di parlare dei Black Bloc. Trovo deprecabile bruciare auto che sul mercato dell’usato varranno sì e no 1.000 euro (auto di operai o comunque di poveri cristi). Poi ho raccontato di San Giovanni: a centinaia hanno partecipato agli scontri. Io compreso, che però mi sono rifiutato di lanciare pietre. Ho lanciato al mittente i lacrimogeni, e tanto basta. Alcune decine di loro erano davvero organizzati bene, come una catena di montaggio. chi spaccava le pietre con dei martelli, chi le trasportava e chi le tirava. Non sono black bloc, e non sono teppisti. Sono studenti e lavoratori precari carichi di rabbia. Nessuno fuggiva dalla piazza, nonostante la violenza della situazione. Non ho visto persone fuggire. Chi se ne è andato lo ha fatto dopo aver saputo che l’assemblea si sarebbe tenuta al circo massimo.
    E’ consolatorio dare la colpa sempre ai soliti ma bisogna dire la verità. Chi ha partecipato, in modo più o meno attivo, agli scontri, è il mio vicino di casa, il mio collega di lavoro, il disoccupato senza assistenza e senza reddito. E’ l’operaio e lo studente. Basta dare la colpa a pochi violenti. Diciamoci la verità. C’è una generazione che sta riscoprendo, nella battaglia corpo a corpo, l’unico modo per farsi ascoltare. Direi che non è il caso di condannare. Direi, invece, che è il caso di capire questo fenomeno.

    Ma a parte questo, c’è un problema più grande. Quante manifestazioni, quanti referendum dovremo fare per essere ascoltati? Se le imponenti maifestazioni democratiche e pacifiche non hanno ascolto, cos’è la democrazia?

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