Dalla terza guerra mondiale a pezzi al dopo Barcellona: è mutata la regia mediatica sul terrorismo

Dopo quel maledetto 17 agosto del 2017, nulla è stato più come prima. Non solo per le famiglie coinvolte o per chi si porterà per sempre dietro la drammaticità di quell'atto, ma per come cambierà la strategia mediatica di comunicazione. Il terrorismo islamista lentamente sparisce dalle cronache nazionali. Inizia a non essere più un problema. Si era arrivati sul punto di perdere le staffe nelle città europee sempre più militarizzate. Ma il passaggio dai controlli serrati a trasformare i New Jersey in panchine è stato breve.
Ma è realmente finito quell'incubo? Dopo Barcellona di fatti di rilievo vi sarà New York il 31 ottobre del 2017 nella giornata di Halloween, la notizia avrà spazio ma durerà meno del solito. Poi il vuoto per ritornare a Parigi nel maggio del 2018, a Lubeck in Germania o il 23 luglio a Toronto. Si parlerà di attentatore, ma con l'avvertenza che non si può parlare di terrorismo, mentre prima si diceva "non si può escludere il terrorismo". Eravamo arrivati a parlare di terza guerra mondiale a pezzi, a frammenti. Poi, è finito tutto d'un colpo. E' stata la guerra mondiale più veloce e rapida della storia dell'umanità probabilmente.
Marco Barone
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