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Cosa resta del Pdl? Ostriche e champagne atto secondo

Dopo le ostriche e lo champagne nel Lazio e gli scandali in Lombardia, imputabili a candidati scelti più per la loro capacità di richiamare voti che per la loro onestà e capacità di governo, il popolo del PDL meritava di più.

Meritava che il partito adottasse nuovi criteri selettivi dei candidati al Parlamento, così da offrire ai suoi elettori il meglio. Bisognava che scegliesse i più capaci, i più onesti, non quelli che portano più voti anche se disonesti e incapaci. Avrebbe dovuto fare ciò non per un regalo ai propri elettori, ma per pagare un debito nei loro confronti. Dunque, avrebbe dovuto scegliere i migliori, non solo quelli che hanno la fedina penale pulita, non basta, ci vogliono anche preparazione e competenza. Razzi e Scilipoti sono stati candidati per la loro esperienza, per le capacità di governo? Martedì, il partito, in nome del garantismo, aveva salvato i suoi parlamentari dall’arresto. Ma oggi non candida Cosentino perché inseguito da due mandati di custodia cautelare. E allora il garantismo non vale più? Candida invece Formigoni indagato e, con lui, altri sotto processo, addirittura Sciascia condannato in via definitiva.

E allora niente liste pulite? La presunzione di innocenza fino a sentenza passata in giudicato vale per tutti o non vale per nessuno. Certamente non vale per quelli condannati in via definitiva. La pulizia delle liste deve essere completa, non può essere lasciata a metà, garantisti ieri giustizialisti oggi, garantisti per alcuni e giustizialisti per altri. Non si può essere garantisti a metà e giustizialisti a metà. Non c’è il partito dell’onestà, non c’è il partito del garantismo, la volontà degli elettori, la loro voglia di pulizia e di competenza non contano.

Cosa resta del PDL? Rimane il partito del potere per il quale conta una sola cosa: ottenere voti per conservare il potere. Cosentino è stato escluso perché i voti che portava in Campania non compensavano quelli che faceva perdere in Lombardia. Vengono candidati quelli che portano voti ed esclusi quelli che li fanno perdere. Sono i titoli di coda, di una vecchia commedia che si ripete ad ogni legislatura. Una commedia che è essenziale comprendere, perché tutto ciò che non si capisce oggi è un calcio nel sedere domani. Come è stato per la candidatura di Fiorito che, scelto per le sue capacità di attirare voti, ci ha fatto pagare ostriche e champagne. 

 

 

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