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Contratti a tempo indeterminato, un requisito di sicurezza. Una risposta a Sacconi

Risposta alla lettera di Maurizio Sacconi ex ministro del lavoro.

La lettera inviata da Maurizio Sacconi titolata “Le Riforme e la lezione di Marco Biagi” (inviata giorno 1 c.m. al Corriere della Sera) penso che tenda a divinizzare l’operato prodotto da Marco Biagi con particolare riferimento alla legge 14 febbraio 2003 n. 30 (Legge Maroni/Biagi) in ma­teria di occupazione e mercato del lavoro.

Un salto innovatore largamente condiviso” così l’ex Ministro Sacconi definisce un provvedimento che, teoricamente, avrebbe “mirato alla occupabilità di ciascuna persona lungo l’arco di una lunga vita lavorativa” ma che, di fatto, ha colpito in maniera non indifferente i giovani lavoratori che dall’anno 2003 si sono affacciati al mondo del lavoro con la conseguente diminuzione della sicurezza e della stabilità lavorativa correlata dalla repentina certezza di essere senza futuro.

I c.d. precari sono delle persone che purtroppo sono state rovinate dall’entrata in vigore di que­sto provvedimento legislativo, persone che non riescono a permettersi un contesto economico tale da favorirgli una vita autonoma. Credo che alcuni sintomi della crisi potrebbero essere superati attraverso la somministrazione di po­litiche volte a legittimare la sicurezza lavorativa a tempo indeterminato di ciascun cittadino.

 

 

 

 

 

 

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