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Condannato il poliziotto che prese a manganellate una ragazza spaccandole 4 denti

Martina Fabbri ha 23 anni, studia lettere all'università di Bologna. La mattina del 12 ottobre 2011 va alla manifestazione studentesca degli Indignados davanti alla Banca d'Italia. Centinaia di ragazzi, come ricorda Il Fatto Quotidiano, si sono dati appuntamento per consegnare la famosa lettera di Draghi e Trichet al Governo Berlusconi. Si tratta di una protesta simbolica, assolutamente innocua. 

Non è la prima manifestazione, per Martina, non sarà nemmeno l'ultima. Ma quella mattina la polizia ha l'ordine di caricare: quel corteo è illegale, la manifestazione non autorizzata. Pare che alcuni ragazzi dei centri sociali abbiano anche fatto irruzione nella sede dell'ufficio notificazioni della Corte d’appello (Unep). Motivo in più per disperdere la folla. Riportare l'ordine.

Esiste una foto di quella carica. Una foto che ritrae un mucchio di ragazzi schiacciati contro la facciata del palazzo dove ha sede Bankitalia, anche se piuttosto lontano dall'ingresso principale. Si tengono per mano, alcuni si abbracciano anche. In primo piano c'è un poliziotto immortalato mentre si slancia in avanti, il braccio tirato su che impugna il manganello, pronto a colpire. Davanti a lui, Martina, che urla spaventata. 
 
Sappiamo cosa è successo dopo. Lo ha raccontato Martina stessa, insieme a decine di testimoni: quel manganello l'ha colpita in faccia, spaccandole il labbro, fracassandole 4 denti - gli incisivi inferiori, polverizzati fino alla radice - indebolendole in modo permanente la mandibola. 
“Ricordo che non mi trovavo davanti ma ero in mezzo, spostata di lato. Ci sono venuti addosso dal lato e me li sono trovati davanti, ho preso subito ad arretrare e mentre mi voltavo ho visto un’ombra scura, e ho avvertito il colpo. Non avevo mai visto una violenza del genere per azioni di questo tipo, era un gesto simbolico il nostro”.
 
Ieri la decisione del gip di Bologna Letizio Magliaro le ha dato ragione: la violenza di Pasquale Bonifiglio, il poliziotto della Mobile ritenuto colpevole dell'aggressione, non era giustificabile. Il gip ha condannato l'agente ad 1 anno e 4 mesi di reclusione per lesioni gravissime, più 5mila euro di spese processuali e 20mila euro di spese dentistiche. La pena però, inferiore ai 2 anni, è stata sospesa. 
 
Il poliziotto, ora all'ufficio gabinetto della questura di Bologna, ha sempre negato di esser stato lui ad aver picchiato la ragazza. È stato smentito dalle indagini condotte dal PM Morena Piazzi, oltre che dalle ricerche parallele condotte dai militanti del centro sociale Tpo, di cui Martina fa parte, che ora si battono per far scagionare i 43 ragazzi indagati dopo la manifestazione del 12 ottobre. 
 
“Con questa sentenza si è aperto un dibattito - dice Martina - significa che qualcosa si sta muovendo. Con questo risultato tuttavia non si fermeranno le nostre richieste nei confronti della polizia: numero identificativo sulla divisa o sul casco e introduzione del reato di tortura”. 

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