• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > Con il nuovo corso politico si rischia la "riabilitazione" di (...)

Con il nuovo corso politico si rischia la "riabilitazione" di Gladio

La nascita ufficiale risalirebbe al 1 ottobre del 1956 quando in vista della programmazione operativa stay-behind, che interessava i principali Paesi occidentali, fu costituita all'interno dell'Ufficio «R» del SIFAR (l'Ufficio «Ricerche all'estero», con compiti di spionaggio) la sezione SAD (Studi ed addestramento), suddivisa in quattro gruppi, uno dei quali specificamente incaricato di tenere i contatti con il servizio americano. 

L'operazione «Gladio» emerse sostanzialmente per la prima volta con questo nome nell'incontro del 18 ottobre 1956 tra i rappresentanti del SIFAR (colonnello Giulio Fettarappa Sandri, maggiore Mario Accasto) e i rappresentanti della CIA (Bob Porter, John Edwards). Ed il reclutamento iniziò nell'estate del 1959, come raccontano gli atti della relazione sull'inchiesta condotta sulle vicende connesse all'operazione Gladio approvata dalla Commissione nella seduta del 14-15 aprile 1992.

Lo scopo era quello di reclutare segretamente del personale per opporsi prima ad una ipotetica invasione Jugoslavia, poi, Sovietica. Cosa che nell'uno e nell'altro caso si verificò mai e forse neanche potenzialmente poteva realmente verificarsi. A dirla tutta, la Jugoslavia post 1948, dopo la rottura clamorosa tra Tito e Stalin, divenne un vero e proprio cuscinetto tra l'Occidente e l'Unione Sovietica. Il memorandum di Londra del 1954 aveva posto una prima pietra tombale sulle questioni del confine orientale e pertanto più che ragioni difensive la Gladio di quel tempo forse nella mente di qualcuno aveva ragioni offensive, magari per creare il giusto contesto per riprendersi quelle terre "perse" come Istria, Dalmazia e Fiume? Chissà, rimane il fatto che se l'Unione Sovietica avesse deciso di "invadere", la prima vittima eccellente sarebbe stata proprio la Jugoslavia di Tito, e non sicuramente l'Italia.

Furono migliaia gli aderenti a questa organizzazione clandestina, ma i sacrificabili, mandati in pasto alla stampa, furono solo 622. La maggior parte dei quali operanti nel Friuli Venezia Giulia, dove tra l'altro vi furono un centinaio di NASCO, di cui si iniziò a parlare dopo la scoperta "casuale" avvenuta ad Aurisina nel febbraio del 1972, proprio nel periodo in cui iniziò il disimpegno finanziario americano verso Gladio, e si sospettò spesso che alcuni di questi depositi di armi fossero stati utilizzati durante lo stragismo della strategia della tensione che interessò anche la nostra regione, a partire dalla vicenda di Peteano che portò alla morte di tre innocenti carabinieri ed il ferimento di altri due.

E fu proprio Vinciguerra che si assunse le responsabilità per la strage di Peteano, negli anni '80 ad anticipare l'esistenza di questa organizzazione che formalmente venne confermata quando oramai non si poteva fare diversamente da parte di Adreotti. Il 18 ottobre 1990 il Presidente del Consiglio inviò alla Commissione il documento intitolato: «Il cosiddetto SID parallelo-il caso Gladio». La struttura clandestina era organizzata su quaranta nuclei operativi: 6 informativi, 10 di sabotaggio, 6 di propaganda, 6 di evasione e fuga, 12 di guerriglia. I reparti di pronto impiego erano articolati invece in cinque unità, ciascuna identificata con un nome convenzionale: Stella alpina, Stella marina, Rododendro, Azalea, Ginestra. Anche se non bisogna dimenticare che i germi di Gladio nacquero a Trieste con i circoli di Cavana e Stazione ad esempio. Nel 1972, come detto, Gladio subì una profonda trasformazione e si compromisero i rapporti con gli USA e fu quello uno dei periodi più oscuri di questa organizzazione.

Quando venne svelata l'esistenza nel 1990, a dieci anni dalla strage di Bologna, venne emanata una circolare con la quale si indirizzava l'organizzazione Gladio alla lotta contro la droga. La storia di Gladio ha termine quando il 27 novembre 1990 il Presidente del Consiglio ne decretò lo scioglimento. Come si ricorda nel testo della Commissione parlamentare d'inchiesta citandosi Norberto Bobbio, nell'Italia repubblicana tutti i problemi sono stati sempre risolvibili senza che si dovessero costituire milizie clandestine.

Ed oggi, soprattutto con l'attuale corso politico, stante un precedente disegno di legge presentato proprio da esponenti di Fratelli d'Italia,Riconoscimento del servizio volontario civile prestato nell'organizzazione nordatlantica «Stay Behind Nets» vi è il rischio elevato che gli aderenti a Gladio possano essere equiparati a dei partigiani bianchi, con tanto di riconoscimento civile. Questo il testo del disegno di legge dove si vuole adoperare un ragionamento similare a quanto in passato si è già provveduto per il Corpo volontari della libertà con la legge 21 marzo 1958, n. 285. Il disegno di legge in questione del 2018 venne presentato da senatori di Fratelli d'Italia come Ciriani,Iannone, Santanchè, La Pietra e Ruspandini:

Art. 1.

(Servizio prestato a titolo gratuito presso la disciolta struttura « Stay Behind Nets »)

Il servizio volontario prestato come personale civile esterno, dai soggetti non inquadrati permanentemente nelle Forze armate, nella rete italiana dell'organizzazione clandestina nordatlantica « Stay Behind Nets », istituita nell'ambito dell'Alleanza del Nord Atlantico dai Governi del Regno Unito di Gran Bretagna e dell'Irlanda del Nord, della Repubblica francese, del Regno del Belgio, del Regno dei Paesi Bassi, del Granducato del Lussemburgo, della Repubblica italiana, del Regno e poi Repubblica di Grecia e della Repubblica federale di Germania, di seguito denominata « struttura Stay Behind », sciolta dal Governo italiano in data 27 novembre 1990, è equiparato al servizio prestato presso le Forze armate dello Stato, con esclusione di qualsiasi effetto ai fini retributivi, previdenziali e assistenziali.

 L'appartenenza alla struttura Stay Behind è certificata dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, in conformità alla proposta formulata e su richiesta degli interessati, o, in caso di loro morte, di un loro erede legittimo a nome e per conto di tutti gli altri eventuali eredi, con il supporto dell'Agenzia informazioni e sicurezza esterna (AISE), nell'osservanza delle disposizioni contenute nella legge 3 agosto 2007, n. 124. Ai fini di cui alla presente legge, per interessati si devono intendere i 622 cittadini italiani inclusi negli elenchi nominativi suddivisi per regione di appartenenza di cui all'allegato 1 annesso alla relazione sulla vicenda « Gladio » presentata alle Camere dal Presidente del Consiglio dei ministri il 26 febbraio 1991.

 La certificazione di cui al comma 2, relativa al personale civile esterno comunque appartenente ad altro titolo alle Forze armate dello Stato e non transitato nel servizio permanente effettivo, è trasmessa a cura dell'AISE agli uffici competenti a custodire la documentazione caratteristica e matricolare degli interessati, al fine della relativa trascrizione con decorrenza dalla data di arruolamento nella struttura.

Art. 2

(Distintivo onorifico)

1. Con decreto del Ministro della difesa è approvato il modello di distintivo onorifico, di cui all'allegato A annesso alla presente legge, che il personale militare interno, già appartenente alla struttura Stay Behind e ancora in servizio nelle Forze armate dello Stato, ha facoltà di portare sull'uniforme.

2. Il personale interno ed esterno, già appartenente alla struttura Stay Behind e congedato dalle Forze armate dello Stato, ha facoltà di portare il distintivo di cui al comma 1 con le medesime modalità del personale in servizio, se autorizzato a vestire l'uniforme militare secondo le vigenti disposizioni.

3. Il personale esterno ha diritto di portare sull'abito civile, in occasione di cerimonie militari e di manifestazioni dell'Associazione di cui all'articolo 3, il distintivo di cui al comma 1 del presente articolo.

Art. 3.

(Associazione Stay Behind)

1. L'Associazione italiana volontari Stay Behind, costituita in data 4 febbraio 1994 quale associazione non riconosciuta, è riconosciuta quale associazione combattentistica e d'arma ed è iscritta nel relativo elenco tenuto dal Ministero della difesa.

 

A tal proposito vien da dire che le parole espresse nel 1992 nella citata Commissione in premessa devono rimanere più attuali che mai: “Il tentativo abbastanza scoperto, che oggi viene fatto di racchiudere Gladio solo nella sua fase iniziale per poter giustificare quella struttura occulta come un fatto di patriottismo e di eroismo, non può essere consentito. E così pure gli arruolamenti postumi e i riconoscimenti elargiti con abbondanza. Non vi è alcuna giustificazione per Gladio. Né all'inizio né alla fine. Vi è invece un accrescimento della sua pericolosità e della sua illegittimità con il passare degli anni. Non tutto ciò che è accaduto negli anni torbidi della nostra storia recente va addebitato a Gladio. Ma Gladio è stata una componente di quella strategia che, immettendo nel sistema elementi di tensione, ha giustificato la necessità di opportuni interventi stabilizzatori”.

mb

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità