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Cagliari dice sì al registro delle Unioni Civili. La decisione presa alla vigilia del primo pride della Sardegna

Dopo il via libera della Commissione Affari Generali (7 giugno) e dopo aver superato l’ultimo esame preliminare con il sì della Commissione Consiliare Statuto (14 giugno), il registro delle Unioni Civili è giunto mercoledì in Consiglio comunale per l’approvazione definitiva – arrivata dopo due sedute – con 25 voti favorevoli, 10 contrari e 3 astenuti.

Cagliari diventa, così, il sesto comune della Sardegna ad aver riconosciuto le unioni di fatto, dopo Atzara, Porto Torres, Sassari, Tissi e Banari.

Il regolamento varato dall’Aula non riguarda soltanto i diritti delle coppie omosessuali, ma è esteso a qualunque nucleo composto da due persone maggiorenni (cittadini italiani, comunitari e stranieri iscritti all’anagrafe) che vivono sotto lo stesso tetto da almeno un anno.

Si considera unione di fatto o convivenza ogni nucleo basato su legami affettivi o di mutua solidarietà, tra due persone maggiorenni, caratterizzato dalla convivenza da almeno un anno e dal contributo di entrambe le parti alle esigenze di vita comune, che abbia chiesto ed ottenuto la registrazione amministrativa.

Le coppie potranno iscriversi al registro – in totale riservatezza – compilando i moduli online presenti nel sito del Comune e riceveranno un certificato cartaceo che attesterà l’inizio del rapporto affettivo. Con l’inserimento nel registro avranno la possibilità di usufruire dei benefici riguardanti le graduatorie comunali sugli alloggi e i servizi sociali previsti. Il “contratto” decadrà in caso di separazione della coppia, che ha l’obbligo di comunicarlo al Comune entro un mese.

“È sicuro che questa sia una battaglia di principi. E questo è un principio fondamentale nella vita di ognuno: il riconoscimento dell’altro”, ha affermato il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, durante il dibattito in Aula.

E mentre La Destra annuncia un referendum abrogativo, l’associazione ARC esprime piena soddisfazione attraverso un comunicato stampa.

Alla vigilia del primo Pride della Sardegna, Cagliari dimostra di essere una città che vuole davvero svoltare pagina e, in attesa di leggi nazionali che riconoscano una reale ed effettiva parità di tutte le cittadine e di tutti i cittadini, si allinea all’esperienza di tante altre città italiane ed europee.
Nonostante le polemiche scatenate da sparute realtà intolleranti e retrograde, il Sindaco e il Consiglio di Cagliari hanno dimostrato di voler tener fede al programma presentato agli elettori ormai un anno fa. Consapevoli che si tratta solo di un primo, per quanto importante, passo e che tanti altri dovranno seguire nella strada della piena parificazione e del riconoscimento, siamo fiduciosi che l'Amministrazione proseguirà con tutti gli atti concreti necessari per un reale ed equo ampliamento dei diritti.

E dà appuntamento al 30 giugno, per il primo Gay Pride della Sardegna.

Ottenuto questo bel risultato, ARC è ancora più felice di celebrare con tutta la cittadinanza di Cagliari il primo Pride della città, dando a tutte e tutti appuntamento sabato 30 giugno alle ore 16,30 alla prima fermata del Poetto!

La svolta storica del capoluogo non riguarda soltanto la città, ma rappresenta un importante passo per il raggiungimento dell’obiettivo finale: una legge regionale per il riconoscimento delle coppie di fatto e una legge antidiscriminatoria sul modello di altre regioni italiane. Richieste illustrate nel corso del dibattito “La cittadinanza va scritta”, che si è svolto a Sassari il 18 giugno e ha preceduto la manifestazione del 23 giugno – Diritti al cuore – contro omofobia, razzismo e sessismo.

I Comuni ci sono, dunque. Si attendono segnali dalla Regione.

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