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Il Comune di Sassari dice sì al protocollo d’intesa contro la violenza sulle donne

Martedì 18 giugno, il Consiglio comunale di Sassari ha discusso e approvato all’unanimità l’ordine del giorno per l’adesione del Comune al protocollo d’intesa – stipulato a Roma il 16 maggio scorso – tra l’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) e l’associazione Donne in Rete contro la violenza (D.i.Re), presentato dal consigliere Gianpaolo Mameli (PD) e nato all’interno di una piattaforma di iniziative di Diritti al Cuore 2013, su proposta dell’associazione noiDonne2005 e del Movimento Omosessuale Sardo.

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Gianpaolo Mameli
Consigliere comunale di Sassari

 «Ho fortemente voluto che fosse un uomo a presentare quest’ordine del giorno, perché ritengo che le donne hanno abbondantemente preso coscienza della gravità del fenomeno della violenza nei loro confronti per mano degli uomini», ha dichiarato Mameli nel suo intervento; ricordando le innumerevoli iniziative e manifestazioni di protesta avvenute in città, che hanno portato l’Amministrazione a riconoscere la drammaticità del problema anche attraverso l’intitolazione di una piazza ad una vittima di femminicidio, la dottoressa Monica Moretti.

«Il problema della violenza sulle donne da parte degli uomini è una cosa strutturale e culturale – ha affermato Mameli – [...] La nostra cultura risente ancora di stereotipi presenti nelle aule scolastiche o peggio ancora nel modernissimo web».

Violenza di genere, omofobia, bullismo. «Non si tratta di fatti di cronaca slegati fra loro: il ragazzo irriso perché omosessuale, la giovane marchiata dai suoi persecutori dalle immagini rubate dal telefonino, la prostituta che può essere abusata perché in fondo se lo merita, la moglie picchiata da vent’anni che non ce la fa a denunciare per amore dei figli, fanno tutti parte della stessa storia e hanno le stesse radici.

Anche se preferiamo chiudere gli occhi per non vedere, continuiamo a tramandare questi “valori tradizionali” che distruggono le nostre famiglie. Disinteressarsi alla questione sfiora la complicità. È una vigliaccheria inaudita che questa battaglia rimanga solo in mano alle donne», ha concluso il consigliere del PD prima di elencare quelli che sono i punti sui quali ANCI e D.i.Re intendono impegnarsi, nell’ambito delle loro competenze.

a. Promuovere l’inserimento nei Piani Sociali di Zona di un Centro antiviolenza in ogni ambito territoriale e di una Casa di accoglienza per donne maltrattate in funzione del numero degli abitanti, così come sollecitato dalle indicazioni della Comunità europea, prevedendo per questi servizi finanziamenti congrui e stabilità e continuità nella gestione;

b. favorire l’integrazione e la messa in rete nel sistema dei servizi sociali, sanitari e di giustizia degli interventi per combattere la violenza maschile contro le donne, così da sviluppare procedure e protocolli che permettano di elaborare una risposta efficace al problema nell’ottica della protezione delle vittime;

c. sensibilizzare i comuni e favorire la presa di coscienza dei Sindaci riguardo la connessione tra la raffigurazione della donna nella pubblicità e la violenza maschile contro le donne, affinché i modelli di comunicazione commerciale siano improntati a una rappresentazione di genere rispettosa di donne e uomini;

d. favorire l’istituzione di tavoli tecnici che prevedano il coinvolgimento di tutti gli attori interessati al fine di verificare la possibilità di sostenere concretamente le donne vittime della violenza di genere e i loro figli/e minori, anche con riguardo alla loro situazione alloggiativa e all’inserimento scolastico;

e. promuovere l’attivazione di percorsi di formazione mirati per operatrici e operatori dell’area psicosociale, sanitaria e di giustizia, per gli amministratori pubblici, la polizia municipale e i nuclei di specializzati;

f. incentivare l’elaborazione di programmi di informazione e sensibilizzazione sulla violenza maschile contro le donne con il coinvolgimento degli istituti scolastici di ogni ordine e grado in rete con i Centri antiviolenza;

g. elaborare e diffondere presso tutte le amministrazioni comunali e tutti i Centri antiviolenza Linee guida per il contrasto alla violenza maschile contro le donne, dedicate in primis alle operatrici e agli operatori sociali dei comuni;

h. promuovere, attraverso i canali di comunicazione dell’ANCI, delle singole amministrazioni comunali e di D.i.Re, azioni di sensibilizzazione e di informazione anche mediante campagne pubblicitarie, soprattutto in occasione di specifiche giornate dedicate alla lotta contro la violenza maschile sulle donne, come il 25 novembre;

i. collaborare per la partecipazione a progetti nazionali e europei;

l. monitorare il fenomeno della violenza maschile contro le donne in vista della realizzazione di un osservatorio nazionale, a partire dalla raccolta ed elaborazione dei dati disponibili da parte dei singoli Centri antiviolenza diffusi in tutte le regioni del paese.

«Il fenomeno della violenza sulle donne non è un fenomeno privato, non riguarda semplicemente l’ambiente familiare – ha sottolineato il consigliere Efreem Carta (Ora Sì) – ma è un fatto sociale, collettivo e in quanto tale è un fatto politico»; ed è quanto mai opportuno che se ne discuta proprio in un momento «di profondo distacco della politica dalla società civile».

Un ordine del giorno, quindi, non soltanto istituzionale e politico ma profondamente culturale, come ribadito da diversi consiglieri nel corso della discussione, che richiede uno sforzo eccezionale a tutti i livelli ma che deve necessariamente passare attraverso una “rivoluzione” delle istituzioni; come ha sottolineato anche la consigliera Esmeralda Ughi (PD), una delle due uniche donne presenti in Consiglio, e come ha ribadito il sindaco Gianfranco Ganau auspicando «che nella legge elettorale, in discussione in Regione in questi giorni, uno degli aspetti caratterizzanti sia proprio l’introduzione della doppia preferenza di genere». Doppia preferenza che il Consiglio regionale ha invece affossato due giorni fa grazie al voto segreto (40 contrari e 34 favorevoli). Un risultato prevedibile, dopo una lunga e difficile discussione non priva di «ostacoli e tranelli», come ha evidenziato lo stesso Ganau.

L’Amministrazione di Sassari, dal canto suo, continuerà ad occuparsi «di diritti e di estensione dei diritti per tutti, contro ogni forma di discriminazione e violenza» e continuerà a «raccogliere ogni tipo di sollecitazione su questi temi», ha concluso il Sindaco, impegnandosi – in qualità di presidente del Consiglio delle Autonomie Locali (CAL) – affinché altri Comuni dell’isola sottoscrivano il protocollo d’intesa.

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