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Bonus figli e social card: un’offesa alla dignità delle persone

Il governo presenta le "sue" contromosse per reagire alla crisi. Il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, ha annunciato che conterrà un bonus per i pensionati e per i figli a carico, oltre alla “social card” già prevista dalla manovra.

La carta prepagata per gli acquisti di prodotti alimentari partirà a dicembre e sarà di 120 euro, perchè comprenderà i mesi di ottobre, novembre e dicembre. Poi ci saranno 80 euro ogni bimestre. Inoltre, tariffe agevolate per luce e gas per i nuclei con reddito inferiore a 25 mila euro. Tremonti ha parlato anche di ammortizzatori sociali: visto che ci sono 400 mila precari a rischio, l’esecutivo è pronto a mettere sul piatto un miliardo per la cassa integrazione. Prorogata anche la possibilità di rinegoziare il mutuo e la detassazione degli straordinari (ma se gli straordinari non li fa più nessuno!?).

Ma il taglio delle tasse sulla "tredicesima" che fine ha fatto? Dal momento che la tredicesima mensilità è un emolumento "certo" e la sua eventuale detassazione una di quelle misure che piace a tutti, proprio per questo, dopo una giornata trascorsa tra grafici e tabelle, il presidente del Consiglio ha... tagliato corto spiegando che «la detassazione delle tredicesime è difficile perchè dai calcoli fatti ci risultano delle cifre non sostenibili dagli attuali bilanci». Archiviata la proposta.
Previste, invece, diverse misure per le imprese, con la deducibilità di parte dell’Irap e il probabile taglio degli acconti fiscali di novembre.

Quindi, come dicevamo, per far ripartire i consumi verrà inserita la "Social card". A novembre, infatti, i beneficiari, circa "800mila... disagiati", riceveranno le lettere di avviso dall’Inps e potranno ritirare la card presso le Poste. La carta, sulla quale oggi il Garante della privacy ha reso noto il suo via libera, potrà essere utilizzata per pagare le bollette di luce e gas. Il Tesoro sta completando gli accordi con le catene della grande distribuzione che aderiranno per la vendita di alimentari. Dopo sei mesi dall’avvio è prevista una verifica sull’attuazione della carta, quindi, entro la fine del 2009, ne sarà deciso l’eventuale rinnovo.



La carta sarà destinata
- secondo quanto prevedono i criteri molto stringenti del decreto - solo a quei cittadini veramente "disperati": residenti con oltre 65 anni e reddito inferiore ai 6 mila euro e alle famiglie, con lo stesso reddito, in cui ci sia un bambino sotto i tre anni. Queste categorie dovranno, inoltre, provare, tramite modello Isee (Indicatore di stato economico equivalente o riccometro), le proprie condizioni reddituali, di possedere una sola automobile e una sola casa, di avere intestata una sola utenza di elettricità e gas, di non avere a proprio nome oltre il 25% di un secondo immobile e un patrimonio mobiliare non superiore a 15 mila euro. La social card potrà essere ricaricata di 80 euro ogni bimestre presso le Poste, per un ammontare complessivo, in un anno, di 480 euro.

Ma nonostante la generosa manovra finanziaria del governo e l’appello-gag del suo premier a… “spendere di più i nostri soldi” (possibilmente nei suoi supermercati, nelle sue televisioni, nelle sue banche, nelle sue aziende) per rilanciare i consumi e quindi l’economia italiana, la fiducia dei consumatori continua ancora a scendere. Guardando al dettaglio territoriale, la fiducia risulta in peggioramento nel nord e nel mezzogiorno mentre mostra quasi impercettibili segnali di ripresa nel centro. Per "consumare", per "spendere"... ci vogliono i quattrini: al supermercato servono i soldi, non basta l’ottimismo del premier e le chiacchiere dei suoi portaborse!

Che questo governo, che la politica in generale ed il sindacato nel particolare, abbiano da tempo perso il contatto con la realtà sociale del paese e con i bisogni quotidiani della gente è ormai fin troppo evidente. Una cosa è certa… con 40 euro al mese per i più poveri, con questa “social card” che sa tanto di "tessera di povertà del ventennio”, con poco più di un euro al giorno per chi sta alla fame, con una cifra che ci si vergogna ad offrire persino ad un mendicante sul sagrato di una Chiesa, con quella stessa "elemosina" che solo Cisl e Uil hanno potuto controfirmare per il rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici, non si fanno passi in avanti, ma si trascina la gente, il popolo italiano, nel baratro!


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