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 Home page > Tribuna Libera > Berlusconi spiegato a chi vuole capire

Berlusconi spiegato a chi vuole capire

“La pancia degli italiani. Berlusconi spiegato ai posteri” è l’ultimo attualissimo libro di Beppe Severgnini (Rizzoli, ottobre 2010, anche in versione eBook).

Probabilmente Severgnini è il giornalista italiano con i capelli più bianchi e la testa più giovane, per cui è ben cosciente che ogni italiano ha il suo Berlusconi nella mente. Così ha pensato questo libro per i posteri, gli stranieri e gli italiani più fortunati che vivono alla giusta distanza di sicurezza fisica e mentale (cioè nella maggior parte dei casi all’estero).

Naturalmente l’esposizione è quasi sempre pungente, scorrevole, divertente, ma stavolta è più metodica e sintetica del solito. Severgnini ha elaborato un capitolo dettagliato per ognuno dei dieci fattori che secondo lui favoriscono la permanenza al potere del politico più chiacchierato e più deriso del mondo.

In realtà i dieci fattori sono abbastanza sovrapponibili, quindi in estrema sintesi si può affermare questo di Mister B: rappresenta i difetti di moltissimi italiani (è furbo, individualista, maleducato, giovanilista, bugiardo, familista); “ha capito che molti italiani applaudono la Chiesa per sentirsi meno colpevoli quando non vanno in chiesa”; è un seduttore e un grande adulatore; è intelligente, adattabile e molto abile nel marketing politico; rappresenta una realtà chiara che si oppone ad una vecchia e usurata sinistra, senza arte, né parte, né leader.

Inoltre la vera forza di Mister B “non è essere ricco: è esibirlo. Se la ricchezza provoca invidia, l’esibizione genera curiosità e la curiosità produce divertimento. Il successo delle monarchie, e la popolarità dei divi di Hollywood, si spiegano anche così. B propone una versione autarchica del fenomeno: uno spettacolo quotidiano e mai prevedibile”.

Però la maggiore responsabilità dell’attuale situazione italiana è da addebitare alla reiterata pigrizia mentale. È il conformismo il peggior dispotismo. Infatti l’educazione inconscia degli italiani è delimitata dallo “stampino cattolico” che predispone alla millenaria legge romana dei servi “Docili & Gabbati” (Amian Azzott).

Nei paesi “senza uomini liberi, non c’è nessuna possibilità di Stato libero… L’educazione cattolica – pagana nel culto e dogmatica nella sostanza – e la lunga serie dei paterni governi hanno esentato per secoli gli italiani dal pensare in prima persona” (Carlo Rosselli, Socialismo liberale). Almeno fino a ieri, l’Italia è stata un paese di conservatori che “chiede parole rivoluzionarie: così da mettersi a posto la coscienza, e andare avanti come prima” (p. 162).

Comunque in ogni parte del mondo “se i cittadini attivi o impegnati abdicano all’impegno politico, abbandonano la loro società ai suoi funzionari pubblici più mediocri e venali” (Tony Judt, Guasto è il mondo, Laterza, 2011).

A questo punto tutti i cittadini italiani farebbero meglio a riflettere a fondo, perché Berlusconi “potrebbe, quando nessuno se l’aspetta, smettere di tingersi i capelli, abbandonare le occhiaie alla forza di gravità, rilasciare lo stomaco e proclamarsi anziano padre della patria. A quel punto ce lo ritroveremmo al Quirinale, presidente della Repubblica” (p. 31). E l’Italia intera si sarà svenduta sottobanco.

P. S. Morale della favola politica? Spoltronatevi… Spoltronatelo… Così magari non ci scappa ancora una volta la prima vera rivoluzione mentale, morale e popolare interamente italiana.

Commenti all'articolo

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.202) 6 giugno 2011 10:18
    Damiano Mazzotti

    In questa grande occasione ho deciso di ripubblicare un paio di freddure in stile spinoziano, in versione riveduta e ottimizzata:

    "Anche questa è fatta. Disse Berlusconi dopo una lunga seduta di gabinetto".

    "Criticare Berlusconi oggi è come sparare su di un uomo che spara cagate".

  • Di (---.---.---.36) 6 giugno 2011 19:19

    Umilmente mi permetto di suggerire a Severgnini di usare il suo acume (che non è poco) a spiegare perché l’antipolitica in Italia è così profonda, radicata e antica (risale all’unità nazionale) e soprattutto come uscirne definitivamente, per non trovarci, come popolo, ripetutamente con personaggi come Mussolini o Berlusconi che sull’antipolitica hanno costruito le loro fortune politiche.

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.222) 6 giugno 2011 19:46
    Damiano Mazzotti

    Berlusconi ci ha fregato con la finta antipolitica, infatti ha reclutato moltissini exdc, expsi,expci, ecc.

    L’Italiano medio non è nazionalista e a volte e anche felicemente autocritico e certe cose le capisce anche se poi non adegua i suoi comportamenti... è forse per questo motivo che all’estero veniamo ancora sopportati... Non siamo nazionalisti acritici come francesi, tedeschi, americani, giapponesi, inglesi....

    Per il resto la risposta è principalmente una: la pigrizia. L’educazione cattolica ci insegna a delegare le nostre facoltà di pensiero agli altri, meglio se potenti... alla faccia della libertà

  • Di pv21 (---.---.---.40) 6 giugno 2011 19:48

    Paccotto >

    A fine 2009 Berlusconi affermava che con la Finanziaria 2010 (cambiamento epocale) il paese “usciva dalla crisi prima e meglio degli altri”.
    Nel 2010 il PIL è fermo al 94,7% di quello ante-crisi (2007) che rivedremo solo dopo il 2014.
    La capacità di spesa delle famiglie è scesa di oltre 1300 euro e l’indebitamento medio supera i 20mila euro.

    Berlusconi ripete che il governo ha avuto una condotta “sempre straordinaria” e ha tenuto “sempre i conti in ordine”.
    Dal 2008 il Debito pubblico è cresciuto di almeno 230 miliardi.
    Nel 2010 sono arrivati tagli per 24 miliardi in due anni.
    Ora la Corte dei Conti avverte che dovremo ridurre il Debito di altri 46 miliardi.
    Saranno ancora tagli e nuovi “sacrifici”.

    Nessuno però dice come trovare le risorse per dare  una vera “frustata” all’economia.
    Intanto la crisi, ex ripresa passata a “semi crescita”, continua a gravare sul paese come Se fosse Stagnazione

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