Berlusconi delinque, Veltroni si dimette

Il 17 Febbraio del 2009 verrà ricordato negli anni a venire per l’ennesima implosione della politica italiana.
In Sardegna la coalizione del centro-sinistra guidata da Soru perde le elezioni regionali, mentre prende il posto di governatore Cappellacci, il candidato del centro-destra.
La sconfitta del PD e la sostanziale perdita di voti rispetto alle elezioni precedenti smuove l’intero partito: Veltroni decide di rassegnare le dimissioni, frutto non solo della sconfitta in Sardegna, ma del crollo del partito nei sondaggi che non cessa da oltre un anno, e delle scissioni interne.
Mentre il partito democratico sembra al tracollo (o in procinto di rinascere, a seconda dei punti di vista), il partito delle libertà viene travolto da uno scandalo che non sembra però colpire né il partito né l’opinione pubblica: l’avvocato inglese David Mills è stato condannato a quattro anni e sei mesi in primo grado per corruzione in atti giudiziari.
Quale è l’affinità tra il Pdl e Mills? Semplice: l’accusa teorizzava che Berlusconi avesse sborsato 600 mila dollari per corrompere l’avvocato inglese, perché ritrattasse le sue posizioni in processi precedenti (riguardanti la Guardia di Finanza e il conto All Iberian).
Il Presidente del Consiglio è uscito indenne dal processo grazie alla legge Alfano, che lo ha immunizzato durante il periodo in carica.
Dunque David Mills risulta corrotto, ma inspiegabilmente manca all’appello un presunto corruttore.
A meno che l’avvocato inglese non abbia deciso di corrompersi da solo.
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