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Abruzzo: governatore sotto accusa

 

Ieri è stato rinviato a giudizio il governatore della regione Abruzzo Gianni Chiodi (Pdl) insieme ad altre 10 persone, per il disastro ambientale del crollo della discarica “La Torre” di Teramo risalente al 17 febbraio 2006. 

Seconda l’accusa la discaricata è stata realizzata su un terreno non corrispondente ai requisiti necessari, con forti rischi idrogeologici vista la presenza di un lago a valle.

Gianni Chiodi, all’epoca sindaco della città, invece di optare per la chiusura decise di ampliare la discarica e di costruirne una seconda adiacente (mai realizzata). Eppure, prima della realizzazione del progetto, erano stati commissionati dal comune di Teramo degli studi che evidenziarono il rischio di frane del terreno in questione.

Provincia e regione approvarono inoltre delle proroghe per continuare a depositare spazzatura sul sito, nonostante avesse raggiunto il limite di capienza. Risultato: dai 200 mila metri cubi circa di immondizia si è sorpassato il milione di metri cubi.

Il governatore si era presentato alle elezioni regionali abruzzesi nonostante fosse indagato presso la procura di Teramo, che spostò occasionalmente la decisione sul rinvio a giudizio proprio in vista della campagna elettorale.

L’Abruzzo era stato chiamato alla designazione di un nuovo Presidente della regione a causa dell’arresto di Ottaviano Del Turco per il malaffare sulla gestione della sanità. Gianni Chiodi ha vinto le elezioni anche se sotto indagine, sconfiggendo il candidato Costantini (Idv) che ha impostato la propria campagna elettorale sulla moralità e la tutela dell’ambiente, contro il progetto degli inceneritori dell’avversario.

Rinviati a giudizio anche il presidente della provincia D’Agostino (PD) insieme ad altre nove persone.

 

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