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Aumento della benzina: alte e vibranti le grida del nostro ministro!

Come si dice? Forti con i deboli e deboli con i forti? Ebbene questo nostro ceto politico è l'esempio più concreto di questa perifrasi. Il casus? L'aumento della benzina e il pronto intervento del nostro esecutivo. 

Da sempre ci hanno raggirato con una barzelletta, a cui nessuno crede più, che la benzina nel nostro paese segue l'andamento (con la debita inerzia quando il prezzo va verso il basso) del prezzo del greggio. Questa estate mi trovano in Germania e seguivo le notizie del nostro paese. In allarme il mercato e il prezzo della benzina era schizzato verso l'1,6xx di Euro. In Germania il prezzo alla pompa rimaneva stabile, salvo le normali oscillazioni fra una colonnina ed un altra. Norimberga, Monaco, Dresda, Berlino. Ovunque il medesimo prezzo. Eppure le notizie dicevano che il prezzo del barile stava salendo!

Da alcuni giorni il prezzo al barile sta raggiungendo il minimo dal luglio 2008. WTI petrolio greggio a 84 dollari e il Brent a 108 dollari al barile. Il prezzo della benzina alla pompa in Italia è in rapida e continua ascesa ad oltre 1,6 Euro. E' evidente la speculazione in atto. I venditori di fumo, i tuttologi dei mass media continuano a propinarci la ricetta della ristrutturazione della nostra rete di distribuzione, delle troppe colonnine di benzina presenti sul nostro territorio, che occorerebbe che si liberalizzasse la vendita presso i centri commerciali (tutte cose tentate dai velleitari ministri del famoso inconcludente governo Prodi finite poi in una bolla di sapone appena gli interessati fecero un BUU, appena appena sottovoce). La novità questa volta, in questa nuova ondate di aumenti è che nessuno ha il coraggio di dirci, come hanno sempre tentato di farlo in altre simili circostanze, che il prezzo alla pompa nel nostro paese è in linea, mediamente, con i prezzi dei paesi europei. Troppo grossa la panzana anche per i loro stomaci. E questa volta non tentano nemmeno di dirci che la colpa è dell'accise sulla benzina. Forse perché Tremonti si appresta ad aumentarla quest'accise? O forse è che l'accise non è responsabile dell'aumento se non nell'aggravare detto aumento, visto che è in percentuale sul prezzo della benzina?


Infatti questa volta si è levata alte e vibranti le grida del nostro Ministro Romani: "A nessuno può essere consentito di speculare e neanche solo di apparire che voglia approfittare". L' autorevole intervento nasce dalla constatazione che "con riferimento alla riduzione delle quotazioni internazionali del petrolio, che stanno determinando analoghe riduzioni nelle quotazioni internazionali dei prodotti raffinati, appare inaccettabile che non si determini immediatamente una corrispondente riduzione dei prezzi alla pompa per la benzina e il gasolio". E il responsabile allo Sviluppo economico lancia quindi un invito "a tutta la filiera, prime fra tutte le compagnie, a cui è richiesto di recepire e adeguare con la massima tempestività le variazioni del mercato". Inaccettabile dice il Ministro, ma cosa intende fare in caso contrario?

L'Unione petrolifera ha risposto con una sonora e altrettanta vibrante alzata di spalle. (Ed io penso anche con una altrettanta vigorosa e vibrante alzata del dito medio della mano destra.) Ai consumatori, invece, una stangata da 100 milioni. 

Sia in Borsa che altrove si può speculare ed approfittarsene. Il nostro ceto politico risponderà sempre prelevando danaro dalle pensioni e dai lavoratori e precari. 

Commenti all'articolo

  • Di Toscana (---.---.---.89) 22 agosto 2011 13:59

    Veramente un ingiustizia viva la liberalizzazione dell pompe di benzina
    Ciao dalla Toscana

  • Di (---.---.---.162) 22 agosto 2011 14:44

    SAi ma il petrolio fisico deve venire da qualche parte, la Germania ha i contratti a lunga scadenza con diversi paesi petroliferi, l’Italia ha perso i contratti con la Libia di Gheddafi per cui per portare l’oro nero in Italia occorre andare in cerca per il mondo chi ne ha ancora un po’ da darci e che penso ce lo dia a prezzi maggiorati.

    Ricordo che il petrolio non è virtuale come il numero alla borsa petrolifera americana ma bisogna andarlo a prenderlo anche quando è estratto e per chi rimane fuori da gioco come l’Italia che ha perso la Libia occorre pagare dazio.

  • Di (---.---.---.239) 22 agosto 2011 17:37

    Non centra nulla chi estrae il petrolio , o chi lo importa , da chi lo raffina e lo smercia al dettaglio. Non esiste Germania o Italia, ma solo compagnie petrolifere e prezzo sul mercato interno più o meno controllato o sotto sorveglianza da parte dei governi nazionali o direttamente o attraverso autority di sorveglianza. Solo in italia l’autority di sorveglianza non sorveglia o fa finta di sorvegliare e solo in italia esiste l’accise sul prezzo della benzina. Cioè più il prezzo alla pompa aumenta è più lo Stato ci guadagna. Meno si controlla che il prezzo sia in media rispetto ai costi medi di acquisto e produzione ( che sono più o meno uguali internazionalmente perché internazionalmente le compagnie operano dipendentemente dalla nazione di riferimento), più le compagnie che operano nel nostro paese possono speculare e più il nostro Governo ci guadagna. Che detta così uno potrebbe dire " Bene quello che ci toglie singolarmente poi il governo ce lo restituirà attraverso, servizi, spese sociali, per il bene di tutti". 

    Ma sarà proprio cosi??? 

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