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Alinghi vince, America’s Cup con i motori

Per i puristi della barca a vela oggi potrebbe essere ricordata come una giornata molto triste. La Corte Suprema dello Stato di New York ha dato l’ok definitivo all’utilizzazione di motori sulle barche durante la prossima Coppa America. Una decisione che cambierà definitivamente il senso di questa storica regata.

Il team svizzero di Alinghi ha quindi vinto contro Oracle nell’ennesimo capitolo della battaglia fuori dai campi di regata che i due scafi stanno portando avanti dall’ultima coppa America sulla questione dei regolamenti e della sede della gara.
Per molti velisti questa notizia cambierà totalmente il significato della regata. Perché se c’è una cosa che si impara nell’andare in barca a vela è che durante una regata il motore va rigorosamente spento. “E’ un giorno triste per la coppa America. Per la prima volta nella storia della coppa, sarà permesso usare motori per la regolazione delle vele e computer per il controllo delle barche. E non è davvero un bene per il nostro sport” - ha detto Tom Ehman portavoce del team Oracle.

Per quanti di vela ne capiscono poco, questa decisione può essere assimilata a quando sono stati ammessi i costumi “galleggianti” nel nuoto che hanno permesso di stracciare quasi tutti i record durante questi ultimi mondiali a Roma e che a breve, come molti nuotatori hanno deciso, saranno aboliti per tornare al sano vecchio costumino.

La prossima Coppa America sarà quindi decisamente rivoluzionata: prima la decisione di una sfida uno a uno con dei trimarani, invece del classico monoscafo, e ora questa nuova sentenza. Si potranno quindi utilizzare i ’ballast’, galleggianti, apparati idraulici destinati a equilibrare il peso sull’imbarcazione e via libera anche ai motori che contribuiranno a gestire le vele.
 


Fred Meyer, vice commodoro della Sociètè Nautique de Genève, lo yacht club che sostiene Alinghi è pienamente soddisfatto della sentenza che riconoscerebbe, dunque, alla barca svizzera il compito di stabilire le regole della 33° America’s Cup.

Alinghi e Oracle si incontreranno al meglio delle tre regate a partire dall’8 febbraio, in quella che potrebbe essere la serie di regate più spettacolari della Coppa America, lunga 158 anni.

Nel frattempo, a Genova, il trimarano svizzero inizierà ad allenarsi per mettere a punto il grande spettacolo che inizierà qualche mese dopo quando le barche si sfideranno a velocità che potrebbero essere oltre il doppio della forza del vento.
Uno spettacolo che gli amanti delle barche a vela non si perderanno di sicuro.

Bertarelli defends Alinghi engine to trim sails dal NYTimes

Commenti all'articolo

  • Di lo scemo del villaggio (---.---.---.230) 3 agosto 2009 19:21

     cos’avresti preferito, le regate con le tre caravelle di Colombo? Forse piu’ romantico, ma non so se gli sponsor tirerebbero fuori i milioni che servono all’ambaradan mediatico dell’evento.
     La Coppa America e’ cosi’ da sempre: le regole le fa il vincitore e sono quasi sempre regole ingiuste per tutti gli altri. Come nella vita. Puo’ non piacere, e a me non piace, ma far finta di scandalizzarsene lascia il tempo che trova.
     I multiscafi comunque hanno gia’ partecipato ad una Coppa America.
     Affermare poi che le barche di Coppa andranno ad una velocita’ doppia di quella del vento significa non sapere nemmeno l’abc della vela.

     io mi domando se c’e’ qualcuno, con qualche cognizione, che controlla cio’ che viene pubblicato su sto sito...

    • Di quadroeffe (---.---.---.201) 3 agosto 2009 22:24

      Bah, io invece mi chiedo se c’e’ un moderatore che da’ almeno uno sguardo ai commenti idioti.... io non sapevo della sentenza, quindi ho colto un’informazione nuova, l’articolo ha link e fonti consultabili, chiaramente esprime una posizione, neanche velata, come l’informazione dovrebbe fare apertamente, dire da che parte sta, quindi non fa finta di scandalizzarsi, denuncia, in questo caso non un dramma da cui non ci si riprende ma una cosa che potrebbe essere interessante per chi e’ appassionato di vela.
      Quello di cui non se ne puo’ piu’ sono le banalita’ da saputelli e la rassegnazione da repressi.

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