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Adesso la Mafia avvelena con il pane

Forse c’è un motivo in più per giustificare lo sciopero del pane indetto in tutta Italia per oggi 18 settembre.Il motivo viene dalla denuncia dell’autorevole quotidiano inglese "The Guardian" (www.guardian.co.uk) secondo la quale la mafia, non contenta di controllare il traffico di droga, l’industra delle costruzioni e la raccolta dei rifiuti a Napoli, adesso,sempre a Napoli starebbe entrando nell’industria del pane.

Sarebbero le autorità locali e gli investigatori a sospettare che dietro i 1400 panifici non autorizzati che forniscono centinaia di venditori ambulanti di pane, ci sia l’organizzazione camorristica.

Inoltre questa nuova schiera di panificatori è sospettata di avvelenare i clienti in quanto i loro forni a legna in realtà bruciano del legno vecchio e verniciato, gusci di noce coperti di pesticidi e persino (?) dei legni ricuperati dalle bare che sono state riesumate.

Chiunque consumi questo tipo di pane, si imbottisce di diossina ed altre sostanze carcinogene e mette a rischio in modo irreversibile la proprie salute. Questa è l’opinion espessa dall’assessore all’agricoltura della provincia di Napoli, Francesco Borrelli.

E’ stato lo stesso assessore a ordinare un blitz dei carabinieri nelle fornerie incriminate. Il risultato è stato il ritrovamento di un notevole quantitativo di pasta del pane, lavorata da immigrati clandestini in locali sporchissimi. In alcuni di essi, poi, il pane stava cuocendo in forni dove si bruciavano materiali tossici raccolti dalla camorra nelle campagne attorno a Napoli.


Sempre secondo The Guardian sarebbe Afragola, una cittadina appena fuori Napoli dove operano i clan camorristici, la capitale delle fornerie clandestine. Il business varrebbe 600 milioni di Euro all’anno.

La maggior parte delle fornerie sono state chiuse a seguito delle ispezioni da parte della polizia, ma una relazione dello stesso assessore Borrelli alle forze dell’ordine rivela che gli stessi proprietari dei panifici hanno rotto i sigilli e ricominciato a lavorare.
Nel mese di agosto, con la chiusura per ferie dei panifici regolari, i clandestini hanno raddoppiato la produzione "rubandone" la clientela, tant’è che i panificatori onesti, per riguadagnarsi gli abituali compratori, sono stati costretti a distribuire gratis grandi quantità di pane.

Secondo Borrelli siamo soltanto agli inizi di un affare colossale poichè i clan stanno adesso tentando di convincere alcuni intermediari a vendere il pane in negozi di alimentari di proprietà dei clan medesimi.

Il tutto dietro regolare fattura.

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