Accordo Fiat: senza B. tutto è possibile!

Sembra che incomincino a vedersi gli innumerevoli vantaggi nel non avere B. tra i piedi, né tanto meno la sua cricca. Innanzitutto, bisogna dire che il governo dei tecnici già qualche punto a suo favore, se pur tra qualche critica, pare averlo già segnato. La Fiat ha trovato, grazie alla mediazione del ministro Corrado Passera, un accordo condiviso da tutte le parti sociali riguardo alla questione dello stabilimento di Termini Imerese. Tutti i principali sindacati hanno firmato, perfino la Fiom; e ciò non accadeva da tempo quasi immemore. Tuttavia le perplessità non mancano né tanto meno la triste amarezza di vedere la Fiat “traslocare via” dall'Italia lentamente, anche lautamente rimpinzata, come sempre è stato, con fondi pubblici.
Le parti incontratesi al Ministero dello Sviluppo Economico hanno così raggiunto un'intesa, sottoscritta da Fiom, Fim e Uilm. L'accordo siglato prevede che, con un esborso totale di 21,5 milioni di euro di incentivi spalmati in un quadriennio, la Fiat paghi a ciascun operaio e impiegato che non verrà reimpiegato nella riqualificazione dello stabilimento fino ad un massimo di 24.850 euro divisi in 48 mesi in 4 scaglioni. Quindi stando ai dati filtrati dall'intesa, i 640 dipendenti oggetto del non reimpiego avranno quattro anni di mobilità e due di cassa integrazione, per poi andare in pensione. In pratica è un accompagnamento alla pensione. Il resto dei dipendenti dello stabilimento verranno invece assunti dalla Dr Motor, un'azienda appartenente alla famiglia di industriali molisani, i De Risio. Inoltre il sindaco della città, dopo la siglatura degli accordi, ha chiesto per l'indotto le medesime garanzie. Tornando allo stabilimento, la dirigenza subentrante dei De Risio ha presentato un nuovo piano che prevede la messa in produzione di quattro tipi di auto dal 2013. Le “nuove” assunzioni inizieranno all'inizio del 2012, impiegando nei primi periodi un élite di circa 200 addetti per arrivare a più di 1300 nel 2016. Saranno così impiegate così le oltre 900 unità rimanenti della Fiat di Termini Imerese. Per nulla un brutto accordo; non per niente gli umori dei lavoratori sembrano essersi placati.
Alla notizia della firma unanime degli accordi con la dirigenza Fiat i lavoratori hanno subito dismesso i picchetti che impedivano alle vetture prodotte di essere immesse nella rete di distribuzione.
L'Unità ha dato subito la nuova dell'accordo segnato da Fiat con le parti sociali, anche con una certa soddisfazione, con queste parole: “Senza Berlusconi è subito accordo Fiat”. Come dargli torto?
Ci eravamo abituati, ormai con troppa rassegnazione al governo della “ricotta” e del parteggiare per quella industria distruttiva del PIL italiano, grazie a delocalizzazioni e spostamenti selvaggi di aziende, “fabbriche di capitali”, sui quali lo Stato italiano non “deve” in nessun modo accampare pretese fiscali. Bisognerà ancora vedere se questo governo, da questo punto cambierà rotta. Tutto da dimostrare. Cionondimeno, ha dimostrato di esser perlomeno pronto a risolvere questioni spinose, che altrove hanno visto in passato vere e proprie debacle da parte delle parti sociali o prolungamenti di angosce per i poveretti che vi si sono trovati invischiati. Alcune, continuano ancora nel silenzio di tutti. Speriamo che anche qui questo governo si desti e si attivi.
Un vero “cancro” per l'occupazione il duo Sacconi-Berlusconi, ai quali si debbono drammaticamente aggiungere gli altri duetti, uno su tutti i rimanenti: quello con la Gelmini, quello più devastante sul piano sociale insieme a quello con sacconi. Per fortuna, seppur in modo discutibile, è stato estromesso il governo più incapace della storia patria, e l'accordo su Termini Imerese n'è il lampante esempio.
Non sono mancate però le critiche all'accordo. L'onorevole Di Pietro ha fatto sentire la sua voce, chiedendo in pratica al Parlamento di stare in guardia contro chi “sta distruggendo l'apparato industriale del paese” e enfatizzando gli “scambi inconfessabili” tra Marchionne e Passera. Il “tribuno” ha aggiunto anche una notizia che lascia un po' interdetti, ossia che il futuro acquirente “in Molise non paga gli stipendi da mesi” ai suoi dipendenti. Rimane da sperare che i De Risio siano all'altezza dell'accordo e delle speranze dei lavoratori, mentre comunque la Fiat,pezzo dopo pezzo, porta a compimento senza troppi contrattempi il proprio piano di trasloco via dall'Italia, impunemente. Sul fatto che, con questo governo, per un certo capitalismo non ci sarà "punibilità" , mi sono espresso già altrove la settimana scorsa.
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